La riflessione di Berto Dragano
L’Isola che non c’è dal romanzo di James Matthew Barrie, è un luogo immaginario in cui agisce il personaggio di Peter Pan e a cui solo i bambini possono accedere, grazie alla loro immaginazione, seguendo la “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino“.
L’isola ecologica di San Giovanni Rotondo, esiste fisicamente, con uno spazio di circa 7.000 mq, ma, analogamente all’«Isola che non c’è» di Peter Pan, solo quelli dotati di grossa immaginazione possono vederne il corretto funzionamento e i risparmi tanto decantati.
Mentre scopriamo che il sito di stoccaggio dei rifiuti della nostra Città è fuori legge, mentre in città e nelle periferie cumuli di mondezza e materassi appaiono come una sorta d’inno alla pigrizia, all’inciviltà, alla miopia politica, il mio pensiero va agli operatori ecologici.
Io sto con gli operatori ecologici. Vivono costantemente schiacciati dal peso di appalti, costretti ad agire su un territorio che sconta i ritardi dell’amministrazione comunale nel far partire veramente la differenziata.
La differenziata, e più in genere la raccolta dei rifiuti, non funziona non certo per colpa degli operatori ecologici, che sono gli unici che non c’entrano nulla. Non funziona per l’inciviltà della gente, che continua a buttare materassi, lavandini, cisterne in amianto e mobili vicino ai cassonetti o peggio lungo il ciglio delle strade, non funziona perché non c’è alcun controllo serio da parte dell’Amministrazione comunale che negli anni non è mai riuscita a bloccare chi veramente inquina il nostro territorio, non funziona perché il Consorzio di Bonifica non riesce a fermare l’accesso ai canali, dove troviamo veri e propri cimiteri di eternit, non funziona perché la differenziata è stata finora una parola da evocare come in una seduta spiritica, dove si dice che sia presente ma nessuno la può vedere.
Ogni città, ogni paese, ha le proprie carte sporche da raccogliere e tanti disinteressati. Ma mettendosi in fila: prima ci sono i politici che non sono riusciti ad avviare un progetto sbandierato in campagna elettorale, una società che non riesce a garantire un servizio all’altezza, i residenti che prendono le strade come pattumiere.
Al di là di qualsiasi polemica, credo semplicemente che ognuno dovrebbe fare il suo dovere ed il proprio mestiere. Le colpe sono di tutti, semplicemente perché fino ad ora sono mancati del tutto l’informazione e il controllo che devono essere per forza a carico dell’amministrazione.
Questi due elementi sono basilari per la buona riuscita del progetto. Viviamo una situazione inaccettabile, segno di una città che non riesce a progredire.
Ora mi chiedo, un cittadino dopo aver pagato la TARI, a chi deve rivolgersi per smaltire i rifiuti, poiché la raccolta differenziata funziona solo in parte e con “l’isola (ecologica) che non c’è”, non possiamo nemmeno lamentarci di quelli incivili che lasciano i rifiuti per strada.
Bartolomeo Berto Dragano