Il Gattopardo: storia di una aristocrazia che ha affascinato la vita per sedurre la morte
Recensione di Giulia Siena
in collaborazione con la libreria Fahrenheit
Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa, a sessanta anni decide di scrivere un romanzo, Il Gattopardo, che narra la storia di una famiglia aristocratica del 1860 e intriso di riferimenti storici. La pubblicazione dell’opera nel 1958 per
Il romanzo comincia con un paesaggio, quegli alberi che sono così presenti sia nel libro che nel film a ricordare l’interesse dell’autore per la botanica; un paesaggio che è elemento centrale e cornice della scena. Questo paesaggio ci si presenta ricco di colori già nelle prime pagine: i personaggi sono raccolti nel salone a recitare il rosario (elemento religioso che concluderà anche il capitolo), in un luogo “chiuso” e più scuro tanto che il lettore viene “catapultato” in una aria densa e già rarefatta. Possiamo scorgere attraverso le descrizioni di Lampedusa le statue marmoree, elementi ricorrenti nelle case patrizie siciliane, statue che hanno un valore simbolico nel senso della storia del Gattopardo, essendo immagini fisse e mute di fronte ai tragici eventi. Già da queste prime immagini disegnate per noi dal linguaggio di Lampedusa affiora la morte, questo elemento così certo e ricorrente nel romanzo; infatti, con la descrizione del paesaggio l’autore ci racconta “un giardino costretto e macerato fra quelle barriere, esalava profumi untuosi, carnali e lievemente putridi, come i liquami aromatici distillati dalle reliquie di certe sante […]”. La prima parte si apre e si conclude in modo circolare, all’interno di questi momenti ritualistici (il rosario, le letture, la cena) la vita si svolge uguale a se stessa e all’interno di quel mondo eccezion fatta per la “fuga” del protagonista, il principe Fabrizio, a Palermo da Mariannina, colei che personifica la trasgressione. Questa parte è occupata dalla figura del principe, un uomo imponente sia fisicamente che moralmente, schivo fino al suo colloquio “affettuoso” con il nipote Tancredi. Il ragazzo “entra” nella narrazione per dare quella svolta storica che “mette in moto” il romanzo; infatti, alla notizia dello sbarco di Garibaldi e del suo approssimarsi a Palermo, Tancredi decide di unirsi ai garibaldini, non per spirito patriottico o per necessità di rinnovamento ma per “bisogno che niente cambi perché tutto cambi”, per frenare, facendone parte, il forte moto di rivoluzione sociale. A questa notizia il principe medita ed accetta, questa decisione segna il quasi naturale rinnovamento generazionale.
Al centro del romanzo è la figura del principe Fabrizio Corbera, nel cui stemma campeggia la figura del Gattopardo che lo rappresenta, colui che si fa “custode” delle gioie del passato e dei lustri di una casata destinata a finire con lui. Attraverso il suo “sguardo azzurrino” seguiamo anche la vicenda cinematografica, la storia di un testimone sconsolato, il principe, lucido e malinconico per il declino dell’aristocrazia siciliana e della sua sostituzione, come classe dominante, da una vorace e immorale borghesia di affaristi. In questo clima pessimistico e statico irrompe la figura giovane e vitale del nipote, Tancredi Falconeri, che con la sua ironia e vitalità trasporta il lettore e lo spettatore tra gli scontri garibaldini e le gioie amorose.
Il libro procede in maniera lenta e descrittiva verso la tenuta di Donnafugata, lo scenario cambia ma non la “complessità” di personaggi e immagini: il viaggio è lungo e in questo momento si possono osservare le strade impolverate e lo statico scetticismo delle principesse Concetta e Carolina e degli altri personaggi. Nella seconda parte si sottolinea l’amore di Concetta, figlia di Fabrizio, per suo cugino Tancredi, della gentilezza di quest’ultimo e dell’irruzione, quasi casuale di Angelica, simbolo della classe sociale che avanza. L’amara ironia con la quale Lampedusa descrive il lato più squallido della morte: la sopravvivenza di persone o cose che hanno ormai esaurito la loro funzione storica (della famiglia Salina, nel 1910, rimangono solo Concetta, Carolina e Caterina, ormai consumate dalla solitudine e da quella illusione che le ha rese “cieche” di fronte al cambiamento).
Lo scrittore sottolinea più volte l’importanza di “quel patrimonio di ricordi, di speranza e di timori di classe” di cui è costituito l’universo artificiale dei nobili: sensibilità verso i segni esteriori. Attraverso questi segni il principe prende coscienza della propria sconfitta e, da uomo intelligente e “moderno”, accetta un compromesso sociale. Così si può definire il matrimonio tra il blasonato Tancredi e Angelica Sèdara, figlia del rinnovamento storico dove l’astuzia conta più dell’onestà e rappresentante di una bellezza che resisterà al declino aristocratico.
Malinconia e disincanto regnano ovunque: nella solitudine del principe nel chiasso della festa da ballo durante la quale non nasconde il suo “malumore” e non rinnega la propria condizione di sconfitto che si prepara serenamente alla morte. In questo momento, durante questo episodio, si sottolinea l’”estraneità” di quel principe “incompreso” dalla propria famiglia e scoperto, quasi per caso, a “corteggiare la morte”. Il suo tormento astratto è il movimento all’interno del romanzo, l’ansia di morte ed il suo anelare ad essa è la ragione che sommessamente “rinvigorisce” dalla polvere dell’abitudinario. È sapere che “quei loro corpi destinati a morire” godranno di pochi giorni di felicità che fa provare compassione al principe Fabrizio, dietro al quale si cela Tomasi di Lampedusa per il quale l’amore non è che “una delle avvisaglie della morte”.
Giulia Siena
CLASSIFICA SETTIMANALE NAZIONALE:
1- Caritas in veritate- Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) – Libreria Editrice Vaticana
2- La danza del gabbiano – Andrea Camilleri – Sellerio
3- Zia Mame – Patrick Dennis – Adelphi
4- Stabat mater – Tiziano Scarpa – Einaudi
5- Papi. Uno scandalo politico – Peter Gomez; Marco Lillo; Marco Travaglio – Chiarelettere
6- Uomini che odiano le donne – Stieg Larsson – Marsilio
7- Marina – Carlos Ruiz Zafon – Mondadori
8- Scusa ma ti voglio sposare – Federico Moccia – Feltrinelli
9- Io sono Dio – Giorgio Faletti – Baldini Castoldi Dalai
10- Vaticano Spa – Gianluigi Nuzzi – Chiarelettere
CLASSIFICA SETTIMANALE LIBRERIA:
1- Marina – Carlos Ruiz Zafon – Mondadori
2- Stabat Mater – Tiziano Scarpa – Einaudi
3- La regina dei castelli di carta – Stieg Larsson – Marsilio
4- Breaking dawn – Stephenie Meyer – Fazi
5- Scusa ma ti voglio sposare – Federico Moccia – Baldini Castoldi Dalai
6- Io sono Dio – Giorgio Faletti – Baldini Castoldi Dalai
7- La danza del gabbiano – Andrea Camilleri – Sellerio
8- Harry Potter e il principe mezzosangue – J.K. Rowling – Salani
9- Papi. Uno scandalo politico – Peter Gomez; Marco Lillo; Marco Travaglio – Chiarelettere
10- La bellezza e l’inferno – Roberto Saviano – Mondadori