Le prese di posizione delle forze politiche
E’ trasversale il NO delle forze politiche alle trivellazioni autorizzate dal governo al largo delle coste garganiche.
“La decisione del governo Renzi di autorizzare la ricerca di petrolio e gas nelle immediate vicinanze delle isole Tremiti e della Costa Adriatica, – recita il comunicato del coordinamento provinciale di Rifondazione Comunista – peraltro in area del parco marino (zona protetta di rilevanza internazionale), è totalmente priva di qualunque motivazione logica ed economica. Di fatti questa scelta può provocare danni gravissimi, oltre che all’ambiente marino ed alle coste adriatiche, anche a settori economici strategici come il turismo e la pesca che, ricordiamo ai componenti di questo governo, sono due settori trainanti dell’economia della Capitanata e della Puglia dando occupazione a centinaia di migliaia di addetti. Rifondazione Comunista ritiene che questa scelta politica scellerata del governo – conclude la nota – vada contrastata in tutti i modi compreso il referendum già richiesto ed in attesa di pronuncia di legittimità da parte della Corte Costituzionale”.
Anche Forza Italia, tramite il coordinatore provinciale di Raffaele di Mauro esprime il suo secco no: “Non possiamo accettare che il Governo, privo di qualsivoglia legittimazione popolare, si arroghi il diritto di svendere per 30 denari il nostro patrimonio naturale. Gli imprenditori, gli artigiani, gli impiegati e gli operai, gli uomini e le donne del Gargano non cederanno mai alle lusinghe del danaro; non verranno mai meno a quella vocazione ad un futuro economicamente ed ecologicamente sostenibile, esponendo il proprio habitat naturale a rischi irreparabili. Le isole Tremiti – conclude di Mauro – sono una risorsa per il nostro promontorio ed un’opportunità per quanti hanno riposto nell’arcipelago le proprie speranze, ancorando quell’economia al turismo”.
Il Partito Democratico di Capitanata esprime la sua posizione attraverso le parole dell’on. Michele Bordo, presidente della Commissione Politiche UE della Camera -“E’ opportuno – afferma Bordo – che il Governo revochi le autorizzazioni per la ricerca del petrolio in Adriatico rilasciate prima dell’approvazione della Legge di Stabilità”.
“La Legge di Stabilità – continua Bordo – stabilendo che non è possibile effettuare ricerche petrolifere entro 12 miglia dalla costa, ha senz’altro segnato un positivo passo in avanti rispetto alle originarie previsioni dello #sbloccaItalia. Anche per questo motivo a tanti è parsa sbagliata la concessione rilasciata il 22 dicembre.
Personalmente, pur riconoscendo che l’autorizzazione non prevede le trivellazioni, come affermato da più parti, ma solo il passaggio di una nave oceanografica oltre le 12 miglia dalla costa per un’unica campagna geofisica della durata di 2/3 settimane, ritengo che sia stata comunque un errore.
Ho sempre sostenuto la pericolosità potenziale dell’estrazione di petrolio, peraltro di bassa qualità, nell’Adriatico e la necessità di valorizzare, invece, le sue potenzialità ambientali e turistiche. L’ho fatto quando governava il centrodestra e non cambio idea adesso perché governiamo noi.
L’ecosistema dell’Adriatico è assai delicato – conclude Bordo – una sua malaugurata alterazione determinerebbe un danno ambientale enorme ed un altrettanto rilevante danno economico alle comunità costiere che vivono principalmente di pesca e turismo”.
L’on. Bordo parteciperà all’incontro in programma nella mattinata di lunedì 18 gennaio, a Manfredonia, tra le associazioni #notriv e le istituzioni.
Uniti in questa battaglia anche i consiglieri regionali della provincia di Foggia: da Napoleone Cera a Giandiego Gatta, da Rosa Barone a Giannicola de Leonardis. Tutti insieme per ribadire l’unità di intenti contro chi vorrebbe svendere il nostro territorio.