Papa Francesco: “Voglio venire nella vostra terra”
C’erano 80.000 mila fedeli, oggi, all’udienza giubilare di Papa Francesco ai Gruppi di Preghiera di Padre Pio, alla famiglia di Casa Sollievo della Sofferenza e all’arcidiocesi di Manfredonia Vieste e San Giovanni Rotondo.
«Padre Pio – ha esordito Papa Francesco, dopo il saluto introduttivo di monsignor Michele Castoro – è stato un grande servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando fino allo sfinimento l’apostolato dell’ascolto. É diventato, attraverso il ministero della confessione, una carezza vivente del Padre che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace. Ha irrigato tanti cuori deserti e ha creato oasi di vita in molte parti del mondo. Tra queste vanno annoverate sicuramente i Gruppi di Preghiera, che San Pio ha definito “vivai di fede e focolai d’amore divino”».
Sempre riprendendo le parole del Frate cappuccino, il Santo Padre ha definito la preghiera come «una forza che muove il mondo perché spande il sorriso e la benedizione di Dio su ogni languore e debolezza. É un’opera di misericordia spirituale che vuole portare tutto al cuore di Dio». Ai Gruppi di Preghiera, infine, ha rivolto un incoraggiamento: «siate delle centrali di misericordia, sempre aperte e attive, che con la potenza umile della preghiera provvedano alla luce di Dio».
Poi il passaggio dedicato alla Casa Sollievo: «A fianco ad un’opera di misericordia spirituale come quella dei Gruppi di Preghiera – ha continuato il pontefice – San Pio ha voluto una straordinaria opera di misericordia corporale, la Casa Sollievo della Sofferenza, inaugurata 60 anni fa. Egli desiderò che non fosse soltanto un eccellente ospedale ma un tempio di scienza e di preghiera. Infatti gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta, hanno bisogno di umanità, hanno bisogno dell’attenzione del cuore. É tanto importante questo: curare la malattia ma sopratutto prendersi cura del malato. Sono due cose diverse, tutte e due importanti. Sono tanto grato a voi e a quanti servono gli ammalati con competenza, amore e fede viva. Chiediamo la grazia di riconoscere la presenza di Cristo nelle persone inferme e in coloro che soffrono. Come ripeteva sempre Padre Pio, “il malato è Gesù”».
In chiusura ha rivolto un saluto e un auspicio ai fedeli dell’arcidiocesi di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo: «chiunque venga nella vostra bella terra, e io ho voglia di andarci, possa trovare anche in voi un riflesso della luce del cielo».
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