E nella nostra città l’incuria delle strutture scolastiche vince su tutti
Alla sagra partecipano tutti: esperti di geologia per un giorno, politici, liberi cittadini, muratori, massaie tutti a dire la propria opinione e tutti urlano le proprie ragioni con decisione, non mancano certo gli sciacalli del momento.
Gli argomenti più in voga sono: “Si sarebbe potuto evitare con le adeguate precauzioni”, “Si continua a spendere solo per ricostruire”. “Ma la politica, ipocrita, arriva sempre il giorno dopo le tragedie”, “sugli immigrati che dormono negli alberghi e sugli italiani colpiti dal terremoto che dormono nelle tendopoli o in macchina”. Tutte affermazioni lodevoli che meritano quell’approfondimento che costa sempre più fatica.
Mentre i cittadini si riempiono di parole, sottobanco si promette di compiere acrobazie, movimenti che alludono a sistemare la “cosa propria”, terreni non edificabili trasformati in edificabili, col solo intento di “crepare in corpo” il nostro territorio.
Siamo in Italia, il che significa che in questo paese la politica ha sempre ben altro a cui pensare e si ricorda delle emergenze solo a tragedie avvenute. Così è sempre stato e così continua ad essere.
Anche la nostra cara città è da sempre zona sismica, non è immune a queste catastrofi. Oramai il nostro caro paese è diventato il Casalpalocco di Nanni Moretti in “Caro Diario”. Una città di cemento, senza spazi verdi, brutta, creata, deformata da amministratori che gli elettori hanno scelto e sceglieranno.
E mentre i nostri dibattiti scorrono sui social network, l’estate sta finendo, le scuole stanno per aprire i battenti, e l’incuria delle strutture scolastiche vince su tutti.
Il nuovo anno scolastico è alle porte. Tanti sono stati i problemi sottolineati dai Dirigenti Scolastici e dai genitori degli alunni, legati alla sicurezza, alla salvaguardia della facciata e alla pitturazione.
Mettere in sicurezza le scuole non vuol dire solo programmare interventi strutturali ma creare e mantenere sicuri tutti gli ambienti scolastici anche quelli esterni, partendo dalla pulizia e intervenendo tempestivamente prima che piccoli atti vandalici si trasformino in danni veri e propri, come evidenziano le foto scattate presso la scuola “De Bonis” .
Naturalmente non dobbiamo dimenticare di fare prevenzione e cura periodica, oltre che nelle scuole e in tutti i luoghi pubblici, anche nelle nostre case che quotidianamente abitiamo.
Noi, dal canto nostro, abbiamo fatto un salto alle scuole “De Bonis” e “Melchionda” con l’intento di lanciare un monito all’amministrazione, che deve essere attenta alle esigenze e alla cura delle strutture scolastiche, che accolgono i nostri piccoli.
Le scuole devono essere un posto sicuro, e devono esserlo sempre.
Cari assessori e cari consiglieri, non possiamo fare più le orecchie da mercante.
Berto Dragano
fdicosmo
La tragedia di San Giuliano di Puglia dell’ottobre 2002 ha rappresentato un dramma non solo per le famiglie delle vittime ma per tutto il nostro paese. Da questa terribile calamità è scaturito un moto popolare nei confronti di questa emergenza, la sicurezza degli edifici scolastici, non solo perché le vittime erano prevalentemente bambini ma anche perché il crollo ha riguardato un edificio scolastico. La scuola, infatti, rappresenta un luogo
doppiamente sicuro: sicuro per chi lo frequenta, per i propri figli e sicuro per la comunità locale in cui un determinato edificio scolastico è collocato in quanto in caso di calamità rappresenta il rifugio e la protezione per l’intera popolazione.
Franco Di Cosmo