La menzogna, non può averla sempre vinta
di Luigi Placentino
E la storia si ripete….Riecheggia ancora l’assurda vicenda di un anno fa quando le fantasiose bugie di un poco serio ragazzino-arbitro costarono molto caro al Sant’Onofrio Calcio. Il protagonismo di un altro ragazzino-arbitro inscenato domenica scorsa porterà di sicuro altri guai alla società del Presidente Antonio Cappucci ed al mister dei giovanissimi Michele Ciuffreda.
I “giovanissimi” erano impegnati, in una partita casalinga, contro il San Severo. A pochi minuti dal termine, in un momento concitato della gara sul risultato di 0-0 Ciuffreda è entrato in campo per contestare una decisione arbitrale; probabilmente con tono minaccioso. Improvvisamente l’arbitro cade a terra, in modo chiaramente simulato, poi si rialza e sospende la gara. Va nello spogliatoio, sul volto non ha nessun segno. Il padre chiama i vigili, poi i carabinieri. Nel frattempo i ragazzi piangono a dirotto.
“Come spesso ci è successo – ha dichiarato Luigi Placentino mister e dirigente della società – avremo forti sanzioni disciplinari e si consumerà inchiostro a volontà per dire le solite cose. Noi ci difenderemo anche se sappiamo che la parola dell’arbitro, anche se un ragazzino minorenne, può rovinare la vita di tanti e nessuno può fare niente. Una profonda ingiustizia! Diremo a tutti i livelli le cose come sono andate, per orgoglio e per onore della verità”.
Pubblichiamo di seguito un editoriale dello stesso Luigi Placentino
“La menzogna, non può averla sempre vinta”
Se il mio amico, Michele Ciuffreda, il mister dei Giovanissimi, avesse dato una testata all’arbitro così, come purtroppo, emergerà dal prossimo bollettino, io sarei addolorato; lo sarei prima di tutto per lui perché chi non è abituato alla violenza e ne diventa improvvisamente l’artefice non può che stare a pezzi; poi lo sarei per quei ragazzi, tutti in lacrime, vittime di un’ingiustizia frutto di un tradimento consumato proprio dal mister che amano e stimano.
Se il mio amico, da sempre impegnato, con attestati di stima, nel sociale soprattutto nel recupero delle giovani generazioni, avesse dato una testata ad un ragazzino di 17 anni mi sentirei un verme per tutto ciò che ogni lunedì vado scrivendo e per ciò che dico apertamente del nostro gruppo e dei mister ai quali sono affidati i ragazzi.
Ma se la testata non è stata data, se il mister è entrato solo in campo, lamentandosi di qualche decisione arbitrale, forse facendo solo il gesto, e il direttore di gara ad un certo punto casca a terra in modo plateale, come se prima di cadere ci pensi un attimo e poi decida di farlo (questo l’ho visto con i miei occhi anche se ero un po’ distante e coperto per vedere il resto) e poi subito si rialza e decreta la fine della gara e se ne torna nello spogliatoio senza nessun segno sul viso (anche questo l’ho visto con i miei occhi e posso testimoniarlo ovunque) e ha scritto di averla subita e, magari, i ragazzi saranno fortemente penalizzati, la società anche e il mister e, nessuno, come al solito, potrà far niente; nessuna delle tante testimonianze raccolte sia tra i nostri dirigenti, sia tra i genitori presenti, sia addirittura tra i dirigenti avversari e sia tra i ragazzi (inefficaci a livello giuridico ma le più significative per altri versi) potrà essere utilizzata per far giustizia di una stagione rovinata dalle decisioni di un minorenne (per la verità dei fatti ho raccolto solo UNA testimonianza che sostiene che l’arbitro ha subito una violenta testata; quella del padre del direttore di gara) allora credo che questo mondo in cui sono immerso con tanta passione di giorno e di notte fa proprio schifo.
Io credo al mister (lo conosco bene) e a tutti coloro che sono certi che nessuna testata violenta è stata data. Probabilmente ci difenderemo sia nelle sedi opportune che a livello mediatico… però si può andare avanti così? Il mister Ciuffreda era addolorato perché ha comunque ammesso di aver fatto l’errore di entrare nel campo ed è profondamente addolorato per aver provocato, indirettamente, il pianto di tutti quei ragazzi che da agosto lavorano per un obiettivo che sentono loro. Ma la menzogna che in genere nella vita alimenta i despoti quando addolorerà coloro che decidono le sorti di tante persone solo perché le parole di un minorenne può scrivere quello che vuole?
Non ho più voglia di vivere nella menzogna.
Luigi Placentino