LibriAmo, a cura di Renata Grifa
Julián
La vita è sorprendente. Era l’unica certezza di cui avevo fatto tesoro con il passare degli anni.
La vita era crudele e sorprendente, monotona e sorprendente, meravigliosa e sorprendente.
Adesso le toccava essere solo sorprendente.
Costa Blanca, Spagna, un’apparente e tranquilla località di vacanza avvolta da un fresco profumo di limoni diviene teatro di una vicenda che nasconde segreti e crudeltà che il tempo sembra aver fatto dimenticare, verità che sono lì pronte a riaffiorare e a far sì che il passato torni prepotente a chiedere il conto.
È qui che si incontrano i destini dei due protagonisti, Julián vedovo ottantenne e Sandra, ragazza non ancora trentenne, incinta e alla disperata ricerca di sé. Julián e Sandra che non potrebbero essere più distanti e lontani tra loro per età ed esperienze di vita, si ritroveranno a condividere qualcosa che va oltre il proprio singolo volere.
Giunta in Costa Blanca “con la valigia e la testa piena di confusione” Sandra si imbatte in una felice coppia di anziani con i quali instaura un’amicizia quasi fino a considerarli i nonni che non ha mai avuto. Fredrik e Karin Christensen così dolci nelle loro apparenze, nascondono una verità che non potrà essere a lungo celata. Una verità che Julián conosce bene perché vissuta sulla propria pelle, una di quelle verità che non basta una vita per dimenticarla. È la verità dei campi di sterminio “un passato che ormai non importava più a nessuno ma del quale non riuscivo a dimenticare neppure un giorno, un dettaglio, una faccia o un nome, anche se si trattava di un nome tedesco lungo e difficile”, un nome che ora trova la sua corrispondenza proprio nell’anziana coppia.
Le vite di Julián e Sandra si intrecciano in quella che diventa una missione comune: smascherare gli insospettabili coniugi e vendicare il male commesso
Il profumo delle foglie di limone (titolo originale Lo que esconde tu nombre) affronta uno dei temi più crudi della storia dell’uomo, l’Olocausto. Lo fa in maniera del tutto delicata, senza ricorrere all’efferatezza di un filo spinato che delimita un campo di sterminio. Ciò che colpisce di questo libro è vedere come la normale routine possa scandire la vita di criminali nazisti in pensione “era il più noioso della Confraternita, metodico fino alla nausea […] e ci metteva un’ora per cenare e guardare le stelle”, le stelle, uno spettacolo così bello che si pensa non possa essere osservato da occhi che hanno visto e diffuso solo morte e terrore.
Ma non può esserci pietà per coloro che hanno concretizzato il male in nome di una razza superiore e questo Julián lo sa bene. Julián che troverà pace solo quando, a suo modo, otterrà la sua vendetta “le storie non finiscono finché non abbiamo chiuso tutti i conti, finché non ci abbiamo messo un punto con la testa o con il cuore”.
Un racconto che emoziona e incuriosisce sin dalle prime pagine, che si lascia leggere tutto d’un fiato. Una storia coinvolgente da un finale forse un po’ affrettato, ma reale con una morale di fondo: spesso nulla è mai come sembra.