Il pilota sangiovannese si confessa in una intervista al portale GpOne.com
Pilota, collaudatore, coach, Michele Pirro è l’uomo dai mille volti in Ducati. Ha vinto il CIV in SBK, ha fatto chilometri e chilometri sull’asfalto delle piste di tutta Europa sulla MotoGP e nei fine settimana segue dalle strade di servizio con occhio attento Lorenzo.
Partiamo da questo suo ultimo ruolo, la novità di questa stagione. Il pugliese si è messo a servizio del maiorchino ma ha presto scoperto che nelle vesti di coach avrebbe potuto trarre indicazioni utili anche per il suo lavoro da tester,
“All’inizio pensavo che potessi essere solo d’aiuto a Jorge per adattarsi alla moto – spiega il pugliese – Invece mi sono reso conto che venire alla gare, seguirlo da bordo pista e ascoltare le sue riunioni tecniche mi ha fatto capire certe cose che poi mi sono state utili durante i test per risolvere alcuni problemi. Oltre al punto di vista degli ingegneri, posso avere quello deli piloti”.
Michele fa qualche esempio.
“Nei test cerco di estremizzare le manovre in cui so che ci sono problemi, per esempio una scalata o in ingresso di curva – spiega – Sentendo i commenti nei vari turni, con condizioni diverse, puoi raccogliere tutte le informazioni che ti possono servire e quando vai a fare un test puoi riportare agli ingegneri le impressioni dei piloti ufficiali”.
Un lavoro che gli riesce bene e i passi avanti della Rossa sono anche merito suo. Il lavoro con Jorge invece è stato più complicato del previsto. Pirro ha una sua teoria.
“A una certa età un pilota fa più fatica ad adattarsi a una moto diversa. Per uno come Lorenzo, dopo 9 anni di Yamaha, non è facile il cambiamento. Dovizioso invece ha guidato un po’ tutte le moto ma ora è al suo 5° anno con Ducati. Bisognerebbe vedere Jorge fra 4 anni come potrà andare”.
C’è chi sostiene che lo stile di guida di Marquez sarebbe più adatto alla Rossa.
“Marc è ancora nella fase di crescita, secondo me anche lui fra qualche anno perderà la capacità di adattarsi alle nuove moto – dice – Anche per Valentino non è semplice adattarsi alla nuova generazione, benché la Yamaha lo aiuti molto essendo una moto più facile. Secondo me Marquez è nell’età giusta per potersi adattare a uno stile di guida diverso”.
Perché la Desmosedici è così particolare da portare al limite?
“Per essere veloce devi stare piegato il meno possibile, mentre Jorge era abituato a fare l’opposto” la risposta di Michele.
Il suo aiuto è prezioso per la Rossa, ma Pirro nell’animo rimane un pilota e non nasconde che non potere gareggiare ogni domenica un po’ gli pesa.
“Rido per non piangere, perché dispiace – scherza – Se facessi 20° quando corro in MotoGP me ne farei una ragione, ma quest’anno il mio migliore risultato è stato un 5° posto a Misano, mentre al Mugello ero stato 8° scortando Lorenzo. Per avere fatto solo due gare, non è male”.
Negli ultimi tempi si era anche parlato di un interesse di Yamaha per il collaudatore pugliese.
“C’è un’offerta quando c’è qualcosa di scritto – svicola – Io ho un contratto con Ducati, qui sto bene e devo tanto a loro”.
(da GpOne.com)