Le parole di Papa Francesco su Padre Pio sono un monito da seguire
La giornata di ieri ha lasciato il segno, scosso gli animi, colpito al cuore la popolazione di San Giovanni Rotondo e con essa le migliaia di pellegrini giunti da ogni dove per vedere Papa Francesco sui luoghi di San Pio.
La visita nella nostra città del terzo pontefice, dopo quelle di Giovanni Paolo II nel 1987 e di Benedetto XVI nel 2009, è stata preceduta nella prima mattinata di ieri dalla visita nei luoghi natii di San Pio: anche a Pietrelcina un bagno di folla ha accolto Francesco che nel suo discorso si è soffermato in particolare sulla figura degli anziani, lanciando un monito alle giovani generazioni.
Il viaggio apostolico nei luoghi di San Pio è stato voluto per celebrare il 50mo anniversario della morte di Padre Pio e il centenario dalla stimmatizzazione del frate.
Partito puntuale come da programma alle ore 9.00 da Pietrelcina, l’elicottero con a bordo Papa Francesco prima di atterrare al campo sportivo della nostra città ha sorvolato quasi ad accarezzarla la Casa Sollievo della Sofferenza. Ad accogliere il pontefice sul prato dello stadio ‘Antonio Massa’ le autorità civili e militari.
Lungo e commosso l’abbraccio con il nostro arcivescovo Mons. Michele Castoro in un periodo particolare della sua vita. Nonostante tutto Castoro ha voluto accompagnare il Papa lungo il tragitto in papamobile lungo le vie della città: viale della Gioventù, via Donatello, Corso Roma, via Foggia, Corso Umberto, Piazza Europa e viale Cappuccini sono state invase da migliaia di persone. Francesco ha avuto un sorriso per tutti, benedicendo grandi e piccini. Come sua consuetudine ha preso in braccio alcuni bambini lungo il percorso per un bacio e una benedizione speciale.
Arrivato sul pronao di Casa Sollievo della Sofferenza, Francesco a bordo della papamobile ha benedetto la Casa e le centinaia di dipendenti e pazienti accorsi a salutarlo.
Pochi istanti prima di recarsi all’appuntamento forse più importante e sentito, quello con i piccoli degenti dell’oncoematologia pediatrica. Ad accogliere il Pontefice sul pronao del Poliambulatorio ‘Giovanni Paolo II’ il direttore generale di CSS Domenico Crupi. In reparto Francesco, accompagnato dai medici Saverio Ladogana e Lucia Miglionico, è entrato in tutte le stanze salutando i pazienti e le loro famiglie. Un parola di conforto, un abbraccio, un bacio, una carezza per tutti: momenti toccanti che rimarranno sempre nel cuore di questi piccoli angeli. Non sono mancati anche i momenti scherzosi tra il Papa e alcuni bambini che gli anno mostrato i lavori e i disegni fatti per questa particolare giornata.
Seconda tappa, il saluto alla comunità francescana e la preghiera sulle spoglie di San Pio. Sul sagrato di S.Maria delle Grazie, Sua Santità è stato accolto dal ministro provinciale Fr. Maurizio Placentino e gli altri frati. Toccante il momento di preghiera sulla teca di cristallo che contiene il corpo di San Pio (portata nella chiesa di S.Maria delle Grazie in vista della traslazione di questa mattina nella cripta della nuova chiesa di S.Pio).
Il Papa è rimasto per alcuni minuti in silenzio dinanzi le spoglie del santo, lasciando sulla teca una stola rossa. Subito dopo ha toccato e baciato il crocifisso che ricorda l’episodio delle stimmate di S.Pio. Il Papa è stato poi accompagnato nella cella n° 5 del convento e si è soffermato per alcuni minuti in quelle stanzetta che custodisce molte reliquie della vita di Padre Pio. All’uscita dal santuario un simpatico fuori programma con tre bambini che gli sono corsi incontro: Francesco li ha baciati e stretti a se tra l’applauso dei fedeli.
Subito dopo è risalito a bordo della papamobile per l’abbraccio con i fedeli presenti sul sagrato della chiesa di S.Pio e per la celebrazione della Santa Messa.
Nella sua omelia dopo le letture bibliche il Papa si è soffermato su tre parole: preghiera, piccolezza, sapienza.
“San Pio ci ha lasciato in eredità la sua preghiera. Gesù nel vangelo ci mostra come si prega. Non dice ho bisogno di questo o di quello ma dice ‘ti rendo lode’. E’ il contatto personale, lo stare a tu per tu con il Signore. E allora nel dialogo libero e religioso la preghiera si carica di tutta la vita e la porta davanti a Dio. La preghiera è un gesto di amore, un’opera di misericordia spirituale indispensabile”.
Poi un passaggio sulla Casa Sollievo: “Il mistero di Gesù come vediamo nell’ostia è mistero di amore umile e si coglie solo facendosi piccoli. Qui in uno speciale Santuario vi si trovano tanti piccoli da lui prediletti. San Pio lo chiamò tempio di preghiera e di scienza dove tutti siamo chiamati ad essere riserve di amore per gli altri. E’ la Casa Sollievo della Sofferenza. Nell’ammalato si trova Gesù e nella cura amorevole di chi si china sulle ferite del prossimo c’è la via per incontrarlo”.
Infine il riferimento sulla figura di S.Pio: “Padre Pio ha combattuto il male per tutta la vita e ha combattuto sapientemente, con umiltà, con obbedienza e con la croce, offrendo il dolore per amore. Tutti ne sono ammirati ma pochi fanno lo stesso. Quanti lo imitano? Molti sono disposti a mettere un mi piace sulla pagina dei grandi santi, ma chi fa come loro? La vita cristiana non e’ un ‘mi piace’ ma un ‘mi dono’. La vita profuma quando è offerta in dono. E’ insipida quando e’ tenuta per se’. Padre Pio è stato un apostolo del confessionale, ha offerto la vita e innumerevoli sofferenza per far incontrare il Signore ai fratelli. I gruppi di preghiera, la Casa Sollievo della Sofferenza e i suoi ammalati, il confessionale: tre segni visibili che ci ricordano tre eredità preziose come la preghiera, la piccolezza e la sapienza di vita. Chiediamo la grazia di coltivarle ogni giorno”.
Alla fine della celebrazione ha preso la parola monsignor Castoro: “In questi anni lei ci sta facendo vivere una nuova stagione ecclesiale, una nuova primavera dello spirito. Le dico grazie per essersi fatto pellegrino a San Giovanni Rotondo: la sua presenza ci conferma nella fede, ci sprona alla carità, ravviva in noi la speranza di un futuro migliore! Grazie perché ancora una volta si è chinato sulle ferite di chi soffre. Grazie perché sta manifestando la sua amorevole paternità verso i giovani”. Poi un momento di grande commozione quando Castoro si è soffermato sulla malattia che lo sta affliggendo: “Grazie per la premura e l’affetto che ha voluto manifestare verso la mia persona, in special modo in questo periodo segnato dalla fragilità della malattia – ha detto l’arcivescovo con voce rotta dall’emozione -. La comunione con la sua persona Santo Padre, mi fa avvertire ancora di più la Chiesa come una famiglia, una casa per il sollievo della sofferenza. Grazie Santità, le vogliamo un gran bene!”. Poi un grande abbraccio tra i due salutato dall’applauso fragoroso dei fedeli.
Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia Francesco è risalito a bordo della papamobile per l’ultimo abbraccio con la gente fra le strade di San Giovanni Rotondo prima di prendere l’elicottero che lo ha riportato in Vaticano.
Grazie Santità per questo dono!
(Ph. Redazione SanGiovanniRotondoNET.it, Vatican.va)
Di seguito il toccante video della visita del Santo Padre ai piccoli pazienti della Pediatria Oncologica.