LibriAmo a cura di Renata Grifa
In fondo il mare brillava turchino come un sipario pronto a levarsi.
Con tutto quel mare era come vederlo, il tempo.
Passava e sembrava non toccare la sostanza delle cose.
Il paesaggio pareva restare lo stesso.
La somma dei giorni si mescolava al lento moto delle acque.
Quante volte si era sentita tutt’uno con quella inquieta apparente immobilità.
Eppure, uno dopo l’altro gli eventi avevano toccato anche la sostanza delle cose.
È la Sicilia la protagonista indiscussa di questo romanzo.
Girgenti, Camagni, Palermo, strade e colori di una Sicilia lontana ma viva, di sensazioni, di tradizioni e di profumi, uno che spicca più degli altri: quello del caffè, amaro.
Dai Fasci Siciliani all’ascesa del fascismo e delle leggi razziali, la Sicilia diventa storia dell’Italia intera che affonda sotto le armi del primo conflitto mondiale, dei soldati al fronte, della voglia di rinascita e di riscatto.
Una scrittura ricca, precisa, elegante, di quelle che ormai se ne leggono poche, che ci trascina attraverso uno spaccato di storia nazionale e lo fa con le vicende di Maria Marra e di tutto ciò che le gira intorno.
Maria è bella, ha “gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su ci vi posi lo sguardo” ed è proprio quello che accade a Pietro Sala che ne rimane colpito al primo sguardo ed è pronto a chiederla in sposa.
Due realtà completamente diverse che si fondono e si intrecciano in un innamoramento di altri tempi. Lui, seduttore, amante dei viaggi, uomo ricco e abituato ad ottenere tutto ciò che vuole, (compresa Maria “la guardava e la voleva!”) rimane ammaliato da lei, ragazza innocente cresciuta in una famiglia socialista che crede nel progresso e nei bei tempi che verranno.
Maria rappresenta la forza di una donna che, conscia del proprio ruolo, si adatta all’epoca in cui vive senza mai perdere di vista il proprio valore e la propria indipendenza, in un periodo storico in cui la donna faticava ancora ad affermarsi come essere umano e come cittadino da rispettare.
“…me lo insegnasti tu, che la donna è pari all’uomo. Che prima o poi avremo il diritto di voto. E che ci sarà il divorzio. Oggi le donne non prendono più marito appena diventano signorine: studiano, lavorano, insegnano nelle scuole…”.
Un intreccio narrativo che tiene il lettore inchiodato alle pagine in attesa di sapere cosa ne sarà dell’amore prima titubante e poi passionale tra Maria e Pietro, o di quello fraterno (?) per Giosuè “Maria si sentiva prigioniera. Non aveva ottenuto quello che desiderava: studiare musica, lavorare, guadagnarsi il pane quotidiano. E l’amore vero e a viso aperto, dichiarato al mondo […] e quello con Giosuè le sembrava sbagliato e incestuoso” il tutto con alle spalle la miseria di un conflitto che si insinua nelle vite dei siciliani senza mai veramente intaccarle, facendoci vivere le vite dei protagonisti fino all’ultimo respiro.