Per l’artista Lidia Croce «E’ un progetto superato, Rignano dovrebbe puntare sull’archeologia»
di Gennaro Tedesco
L’idea di una statua gigante di Padre Pio è un progetto di molti anni, come ci conferma Lidia Croce scultrice, pittrice e disegnatrice, che fu contattata, prima di Cionfoli, proprio dall’amministrazione di Rignano. Raggiungiamo telefonicamente la scultrice che vive a Siena; racconta al Corriere del Sud il suo incontro con gli amministratori di Rignano, le sue controproposte e il suo pensiero sulla bozza di Cionfoli.
«Sono stata nel paesino garganico, circa due anni fa, ho incontrato l’amministrazione comunale e mi presentarono l’idea della statua alta 60 metri; la mia reazione fu da subito contraria al progetto e provai a spiegare l’inutilità della scultura. Feci una controproposta, una serie di sculture che rappresentano i vari aspetti della dimensione del volo, quella di Icaro, una seconda che riproponeva il bozzetto di Leonardo da Vinci del deltaplano, una del deltaplano che attualmente viene utilizzato anche a Rignano e, poi, il volo spirituale di Padre Pio. Queste quattro sculture dovevano essere collocate su una struttura in ferro, nel mio progetto – aggiunge Lidia Croce – trovava spazio un osservatorio astronomico, idea suggeritami dallo splendido cielo di Rignano».
Ovviamente dopo le perplessità esposte dalla signora Croce l’amministrazione di Rignano non si fece più sentire. Ma la cosa più importante è che l’anno scorso la scultrice Lidia Croce ha vinto un concorso di idee promosso dalla Comunità Montana del Gargano dove l’oggetto era proprio lo sviluppo economico dei piccoli comuni del Gargano.
«Nel progetto – dice Croce – si prevedeva come asse principale dello sviluppo di Rignano il rapporto con l’archeologia ed in particolare con Grotta Paglicci; nel progetto avevamo previsto la scultura del famoso disegno preistorico del cavallo ritrovato nella grotta».
Quando chiediamo un giudizio tecnico e artistico sulla bozza preparata da Giuseppe Cionfoli, senza esitare la risposta è schietta: «Non ha precedenti scultorei e si è ispirato alle tante statue commerciali di Padre Pio, il progetto non ha nessuna valenza artistica anzi è fuori dal tempo i colossi non fanno parte del nostro momento storico. Spendere dieci milioni di euro per innalzare sull’altopiano di Rignano una enorme statua di Padre Pio o “lanciare“ l’itinerario archeologico che celebra la Paleolitica Grotta Paglicci? Sembrerebbe un dilemma ma non lo è, a rigor di logica. Di statue di Padre Pio ve ne sono già tante anonime, dozzinali, di nessun pregio artistico che imbruttiscono il Gargano e l’intera Puglia. Padre Pio è situato come titolarità sacra a San Giovanni Rotondo ed è li che i fedeli vanno e si fermano forse un giorno e una notte. Quale incremento economico porterebbe al paesino se non il consumo di un frettoloso caffé al Bar?».
Ma la cosa che irrita di più la scultrice è il servizio fatto qualche settimana fa dal Tg2: «Ho visto il servizio della RAI dove viene descritto come un povero paese che aspetta un incremento miracoloso del suo inesistente flusso turistico; Rignano Garganico non è paese povero del Bangladesh, i rignanesi dovrebbero offendersi per questa presentazione, ma un dignitoso paesino con scuole, uffici, artigiani e contadini che, pur non trasudando ricchezza vive con dignità».
Gennaro Tedesco
tratto da “Il corriere del Sud”