L’opinione di Cantieri sociali sulla crisi politica
L’ennesima crisi della maggioranza del governo della città non è solo l’addio al sogno di cambiamento e a quella ventata di rinnovamento che doveva portare la giunta Mangiacotti, spinta da 8.500 voti di preferenza, ad un radicale cambiamento della nostra ridente cittadina. Si tratta di qualcosa di più complicato che ci induce a porci tre domande: chi e perché deve governare questa città? Che cosa è oggi la sinistra e che cosa succederà in futuro? Quale sinistra e quante sinistre?
Da ottobre nasce il Partito Democratico per cui non ci saranno più i due maggiori partiti, D.S e Margherita, questo nuovo partito nasce con intenzioni decisamente moderate . Poi si parla tanto della “cosa rossa” a sinistra del PD, quindi Rifondazione, Verdi , la nascente Sinistra Democratica, non a caso Giuseppe Longo con tempestività abbandona D.S. e Margherita per infilarsi diritto a sinistra.
Il nascente Partito Democratico dovrebbe rivolgersi alla “società civile” che sta perdendo il gusto dell’indignazione invece si sta trasformando in un ennesimo inciucio locale. La realtà è che i partiti sono l’istituzione vuota del paese è ciò è colpa degli uomini che li guidano.
Insomma un vero e proprio terremoto dove è prevedibile che piuttosto che novità e nuova politica assisteremo al festival dei trasformisti, di chi è stato trombato e adesso vede servito su di un piatto d’argento la tanto sospirata vendetta. Questo è il vecchio teatrino della politica che bisogna evitare. Questa fase potrebbe rappresentare la genesi e il salto di qualità non della sinistra ma della città. Tutti noi viviamo con deciso malessere i protagonismi e i partiti ridotti solo a marketing elettorale. È il momento di una svolta, di superare bandiere e schieramenti di iniziare un percorso diverso, maturo che generi una classe dirigente preparata. Adesso è il momento di parlare di metodo e di sostanza, un percorso potrebbe essere quello indicato da noi del nascente Cantiere Sociale per la città che diventerà operativo da settembre dopo la presentazione ufficiale della fine di giugno. Un percorso che ci vedrà in assemblea permanente e in discussioni allargate con la città. Ma oltre al superamento delle logiche di partito e il tentativo di evitare che i “Moggi “ della politica abbiano la meglio c’è una cosa che ci interessa sottolineare e che crediamo sia la chiave di volta delle prossime e future compagini di governo cioè la preparazione culturale dei futuri e aspiranti amministratori.
La cosa che più ci colpiva nei giorni scorsi quando sembrava che il cambiamento degli assessori fosse imminente, erano i nomi dei futuri amministratori senza sapere le deleghe. In una democrazia matura dovrebbe essere esattamente al contrario: un partito, un gruppo a cui gli viene offerta la possibilità di amministrare dovrebbe prima scegliere la delega e poi individuare l’uomo capace e culturalmente preparato ad amministrare e ad occupare quel determinato posto. Con il metodo in atto adesso i nomi sono validi a prescindere, come direbbe Totò, e quindi al signor X si potrebbe affidare la cultura o il bilancio con assoluta superficialità. Noi abbiamo politici tuttologi e preparati su ogni argomento, è questo il messaggio.
E c’è un ultima cosa importante, anzi importantissima, che non riguarda il ceto politico o gli aspiranti amministratori, ma riguarda i cittadini e il rapporto con il voto. Se si vuole iniziare un serio percorso di rinnovamento occorre votare con coscienza e interrompere voti di parentela e quelli di interessi personali. Detto senza peli sulla lingua bisogna smettere di votare lo zio e il cugino solo perché parenti che potrebbero offendersi generando pranzi di natale e pasquette poco divertenti. L’altra questione, forse più grave, è smettere di votare chi promette posti di lavoro o ci spaccia per favori i nostri diritti da cittadini. Uscendo dalla banalizzazione occorre puntare sulla legalità.
E’ arrivato il momento di iniziare nuovi percorsi forse generati anche inconsapevolmente dalla cattiva politica . Se la città riesce a vivere gli ultimi 12 anni di politica come un esempio in negativo e tutti noi facciamo tesoro degli errori di strategia politica la rinascita politica e culturale della città è vicina e ci toccherà ringraziare chi ha amministrato male questa nostra città. Facciamo della storia la nostra cartina di tornasole per non continuare a sbagliare.