Chi paga la crisi
Domani a Foggia sciopero generale indetto dalla CGIL
La politica del governo di centro destra e la manovra da 24 miliardi di euro correttiva dei conti pubblici che sta per essere varata, continuano a far pagare a chi non ne ha colpa, la crisi e le scelte sbagliate e inutili messe in campo dalla maggioranza per affrontare la più grave recessione mondiale dal 1929. Infatti pagano e pagheranno ancora di più lavoratori, pensionati, donne, giovani, disabili.
Si tratta quindi di una manovra e di una politica ingiuste e sbagliate che avranno come effetto non la fuoriuscita dalla crisi ma un’ ulteriore depressione dei consumi perché, in un paese dove il 70% delle attività produttive è legato ai consumi interni: non si prevedono né interventi di carattere fiscale che supportino le famiglie, i lavoratori e i pensionati, né riforme vere in grado di favorire l’ ingresso delle giovani generazioni nel mondo del lavoro, non si sostiene la crescita e non si mettono in campo interventi infrastrutturali, si innalza l’ età pensionabile delle donne del pubblico impiego portandola in un solo colpo da 60 a 65 anni senza che si preveda, in un’ ottica di solidarietà intergenerazionale, che i risparmi che ne deriveranno possano andare a garantire ai giovani un trattamento previdenziale adeguato, non si prospetta neppure una destinazione di tali risparmi a favore delle donne stesse che sono tra le meno tutelate in Europa nei percorsi lavorativi e quelle che meno possono usufruire di servizi utili a supportarle nei compiti di cura che nel nostro Paese più che altrove gravano completamente sulle loro spalle, si continua a scippare il Sud di risorse ad esso destinate: prima i fondi destinati alle aree sotto utilizzate ora le risorse del ministero dello sviluppo economico a favore del Mezzogiorno.
La manovra ridurrà ulteriormente i servizi sociali e alla persona, intaccherà profondamente la qualità della scuola e ridurrà le prestazioni sanitarie perché sarà pagata per il 50% da Comuni e Regioni che si vedranno costretti a scegliere se aumentare le tasse locali o tagliare sui servizi e le prestazioni erogate. E poi si continua a blaterare di interventi che non mettono le mani nelle tasche degli Italiani! Ma in fondo è vero: per una parte di Italiani non ci saranno sacrifici: per gli Italiani che contano, per i ricchi, per i possessori di grandi patrimoni e di grandi rendite finanziarie come Berlusconi o come gli evasori. Tutti questi fortunati cittadini non verranno minimamente toccati dalla manovra perché questo è il dato vero che non ci dicono le televisioni e i giornali: siamo in presenza di una vera e propria politica classista che difende i più ricchi a spese dei ceti popolari! Mentre negli altri Paesi europei dove le manovre messe in campo sono equamente distribuite, da noi pagano i ceti medio bassi e intanto gli imprenditori continuano a lamentarsi e ottengono sgravi fiscali, incentivi, riduzione dei diritti e aumento dei carichi di lavoro per i lavoratori e nonostante tutto dicono: o così o chiudiamo, ce ne andiamo, delocalizziamo.
Questo è il ricatto della Fiat che, dopo aver per decenni succhiato risorse dallo Stato sotto forme diverse, ora vuole umiliare i lavoratori riportando indietro di un secolo l’ orologio della storia: turni settimanali e ritmi di lavoro sempre più pesanti, mezz’ora di pausa a fine turno, salari bloccati, divieto di sciopero……e la chiamano modernità! Noi crediamo che ci voglia rispetto per lavoratori che per 1000/1200 euro al mese sostengono condizioni di lavoro tanto usuranti da mettere a rischio la loro stessa incolumità, come dimostrano i continui incidenti sul lavoro che si susseguono nell’ indifferenza del governo che ha ridotto il numero degli ispettori del lavoro e le loro funzioni.
Ci vuole rispetto, per gente che mette a repentaglio la propria vita non su fronti di guerra ma sul posto di lavoro perché costretta a turni pesantissimi o perché, per risparmiare, l’ azienda lesina sui sistemi di sicurezza.
Per tutti questi motivi Sinistra e Libertà e Rifondazione Comunista sostengono lo sciopero generale indetto dalla CGIL il 25 giugno e invitano i cittadini a unirsi a questa giusta protesta per il futuro del Paese, dei giovani e per la tutela dello stato sociale. Presidio e comizio ore 11 a Foggia in piazza C. Battisti, davanti al Teatro Giordano.