…e una vera riflessione sul Centro Storico
ing. Nicola Squarcella
Mi scuso in anticipo per l’intrusione, ma vista la mancanza di informazioni in merito ad alcune questioni molto importanti per il nostro Paese legate al futuro del nostro Centro Storico, è necessario fornire alcune delucidazioni e semplici informazioni tecniche.
Mi chiamo Nicola Squarcella e sono il tecnico progettista dell’intervento sul lato sud della Torre su corso Matteotti. Lavoro in uno studio tecnico con altri due colleghi: l’arch. Cocola Gennaro e l’arch. Antonio Pompilio e operiamo sul territorio di San Giovanni Rotondo da molti anni nella progettazione degli interni e degli esterni, ci siamo occupati di diversi interventi nel centro storico dai piccoli locali interrati al risanamento o recupero di fabbricati. In questi anni abbiamo fatto scelte che in alcuni casi hanno prodotto anche sacrifici economici, ma siamo consapevoli che il nostro lavoro è per noi anche un’idea, una scelta di vita e non diventerà mai la semplice vendita di un prodotto. Molte volte sono state affrontate problematiche tecniche inerenti le scelte progettuale per interventi nel Centro Storico con litigi e perdita di lavoro. La nostra idea di Nucleo Antico è ben diversa dalla situazione attuale e mira a coinvolgere soprattutto coloro che in quella “Solitudine Urbana” hanno le radici.
Le condizioni di vita attuale ci impongono degli spazi abitativi che non ritroviamo nel modello residenziale di base delle costruzioni nel Centro Storico, ma con piccole modifiche non formali possiamo garantire la funzionalità richiesta e creare le condizioni perché il Nucleo antico sii nuovamente il cuore vivente del paese. Gi interventi devono essere progettati nel rispetto di un Piano di Recupero (da rivedere al più presto quello attuale), dalla necessità di conservare tutti gli aspetti formali, architettonici, storici, ecc. e dal garantire la sicurezza strutturale e le norme igieniche sanitarie per il corretto funzionamento del vivere moderno.
Nel Piano di Recupero in vigore sono previsti interventi di manutenzione, ristrutturazione con e senza aumento di volume (sopraelevazione), restauro e risanamento conservativo, risanamento ambientale e anche la demolizione di alcuni edifici per la creazione di slarghi da adibire a spazi pubblici. Gli interventi di restauro e risanamento conservativo previsti sono “rivolti a conservare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentono destinazioni d’uso con esso compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio ….”.
Per completare le informazioni è necessario anche riportate una definizione di restauro fornita nella Teoria del Restauro da Cesare Brandi “Il restauro è il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro”.
La necessità di far rivivere il Centro Storico creando le condizioni funzionali e strutturali non dovrà permettere l’anarchia assoluta nella gestione degli interventi, di qualsiasi natura essi siano. Le scelte progettuali dovranno essere sopportate da una ricerca storica che dovrà individuare i reali valori formali, architettonici, ecc. senza dimenticare i materiali ed i colori. La soluzione da adottare, che viene fuori da una base di conoscenze, dalla ricerca e dalle informazioni fornite dal luogo stesso, non dovrà considerare soltanto l’immagine attuale che noi abbiamo ma essere in sintonia con il tempo lontano, antico. Riprendere, però, le conoscenze non è sufficiente, occorre anche il controllo degli interventi attraverso un monitoraggio soprattutto nella fase delle rifiniture e particolari convenzioni con gli enti gestori di servizi di base (gas, energia elettrica, fogna, ecc); il controllo dovrà garantire che non vi siano piastrelle di ceramica (rivestimenti o targhe) sulle facciate, infissi in pvc finto legno, tubi del gas a vista, pensiline, scossaline ed anche il ripristino delle viabilità con materiali nuovi (occorre recuperare quelli esistenti) dopo la realizzazione di reti interrate.
Dobbiamo ricreare quello che era, recuperando una condizione di vita abitativa povera ma al contempo caratterizzata da case rifinite, con intonaci sulle pareti interne ed esterne completati con la calce bianca, tetto in legno con coppi, infissi in legno, ecc. Il recupero del Centro Storico dovrà garantire la rinascita del mondo reale vissuto molti anni fa all’interno di tante costruzioni che oggi sono soltanto dei ruderi. Occorre eliminare dalle nostre menti l’immagine del nostro Nucleo Antico come un ammasso di macerie da salvaguardare, ma proporre una corretta interpretazione alla logica del recupero senza tralasciare il più piccolo elemento che possa raccontare alle popolazioni future un briciolo della nostra storia.
La costruzione a ridosso della Torre su corso Matteotti è stata realizzata molti anni fa appoggiandosi alle mura della torre ed ha il corpo principale del fabbricato su via S. Caterina. La costruzione iniziale aveva la parete su corso Matteotti allineata con il prospetto del fabbricato sull’Arco della Porta d’accesso al C.S.
Successivamente e in modo probabilmente abusivo è stata creata la parete ultima con ampliamento del fabbricato verso corso Matteotti. Tale aumento di superficie è anomalo in considerazione della forma in pianta dello stabile e dal fatto che la muratura ultima su corso Matteotti era di qualità scadente, senza fondazioni (è poggiata direttamente sul terreno a quota marciapiede) e non ammorsata con la parete della torre. Un lavoro fatto in fretta e diverso dal resto della costruzione.
Quindi il fabbricato aveva inizialmente gli accessi principali da via S. Caterina con un locale seminterrato e un piano rialzato con soppalco utilizzati entrambi come abitazione. Con l’ampliamento è stato realizzato l’accesso anche da corso Matteotti ai due piani con un mugnale perpendicolare alla facciata intonacata.
Dopo la scomparsa dei coniugi che vivevano al piano rialzato, la parte abusiva, a seguito di abbandono e visto il cattivo stato di realizzazione, è diventata in poco tempo un rudere con il crollo totale dei solai di legno e parziale della parete muraria. Nel corso degli anni anche l’intonaco è scomparso quasi del tutto (era visibile soltanto sulla parete laterale di corso Matteotti). La parte vecchia del fabbricato invece ha retto per molti anni fino alla rottura di alcune travi del tetto e per effetto delle continue infiltrazioni di acque meteoriche, negli ultimi anni, anche i solai della parte vecchia erano oramai al collasso.
Fondazioni, strutture verticali, strutture orizzontali, tutte sono interessate da processi di decadimento in atto. Alcune parti di murature si presentano come concentrazione di pietrame informe senza malta e con terreno come legante. La parete muraria su corso Matteotti è stata realizzata da due pareti in pietrame e terra con al centro terra mista a pietrisco. Con gli anni e senza protezione dagli agenti atmosferici la parete interna del muro è crollata lasciando soltanto la parete esterna.
Le strutture lignee del fabbricato, quali solai interni e copertura della parte vecchia (la zona abusiva era senza solai da molti anni) manifestano in modo evidente il loro decadimento con condizioni prossime al collasso.
Per lo stato di fatto dell’edificio risultava irrinunciabile intervenire con opere di consolidamento dell’esistente e, il dove necessità, con opere di sostituzione e/o integrazione. Nel progetto di consolidamento si intese perseguire due obbiettivi: il primo, quello relativo alla restituzione della funzionalità strutturale ai vari componenti costituenti la costruzione; il secondo, quello di coniugare agli interventi comunque necessari la possibilità di amplificare le capacità resistive della struttura in modo da garantire una maggiore sicurezza rispetto alle azione sismiche (Terremoto).
Per il raggiungimento degli obiettivi si prevedono sommariamente interventi in fondazione per ridurre le tensioni indotte dai carichi sovrastanti, sostituzione del soppalco e tetto con strutture in legno lamellare, sostituzione della parete muraria su corso Matteotti e adeguamento della struttura muraria esistente mediante con intonaco armato e con ammorsamento delle murature mediante cuciture armate, realizzazione di scale interne in c.a. e strutture leggere (metallo e legno).
Le rifiniture intese come intonaci, stipiti, architravi, gronde, ecc. saranno rifatti nel rispetto dei materiali, degli aspetti formali e architettonici della costruzione all’origine con le pareti esterne su corso Matteotti intonacate e il mugnale d’accesso al piano rialzato posizionato a 90 gradi rispetto alla parete.
Nella foto successiva è visibile la parte vecchia della costruzione su via S. Caterina.
Nella foto che segue, realizzata all’interno della parte crollata, è visibile lo stato di conservazione di quello che per molti anni ha rappresentato la parete muraria (il solo strato esterno dell’intera muratura) su corso Matteotti. Sono visibili macerie ed anche alberi all’interno della parte crollata.
Inoltre è evidente che il pietrame e gli stipiti sono in un equilibrio instabile. La situazione di pericolo, segnalata più volte ai responsabili comunali (solo per un periodo fu transennata) è stata trascurata per oltre trent’anni con notevole rischio per i ragazzi, i turisti, gli abitanti del luogo che giornalmente si sono avvicinata alla parete.
Per concludere: l’ignoranza è la forza che conduce i popoli e i suoi eroi alla pazzia.
San Giovanni Rotondo, li 5.aprile.2008
ing. Nicola Squarcella