“L’Anas elemosina un progetto improponibile”
di Gianfranco Pazienza
Ci risiamo, si riparla nuovamente di strade e tangenziali a quattro corsie, che non portano da nessuna parte. L’ANAS elemosina conferenze di servizio per portare a casa un progetto che non piaceva ai cittadini ed era assai diverso dalla volontà di un consiglio comunale che, prima del Giubileo, aveva chiesto di allargare con la terza corsia in sede, mettendo in sicurezza, l’attuale viabilità. Poi è venuta la proposta ANAS del nuovo tracciato a quattro corsie, bocciata dalla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A. Nazionale presso il Ministero dell’Ambiente). Infatti in quella sede, erano state recepite le nostre osservazioni di Comitato cittadino, e le stesse, erano state rinviate all’ANAS con la prescrizione di rivedere il progetto, bocciando la parte di variante.
Le nostre osservazioni erano puntuali anche in riferimento ad una serie di soluzioni alternative; ad ogni modo abbiamo sempre proposto all’ANAS, anche a livello di dirigenza nazionale, di dare vita ad un tavolo strategico su tutta la viabilità che porta dalle strade pedemontane al Gargano e al santuario di San Pio e a San Giovanni Rotondo (ma vi sono i santuari di S. Maria di Stignano e S. Matteo a S. Marco in Lamis, quello di S. Michele e S. Maria di Pulsano a Monte S. Angelo). Un tavolo da costituirsi con l’ANAS, la Provincia, e i Comuni maggiormente interessati.
Ci sembra, questa, l’unica “strada” percorribile, per poter dare risposte certe e possibili, al sistema della viabilità che porta ai luoghi sacri e al Parco Nazionale.
Dunque nei prossimi giorni il Consiglio comunale che è espressione della volontà dei cittadini, si deve esprimere se dare parere favorevole o meno alla circumvallazione, una proposta di tangenziale sopraelevata, progettata a quattro corsie per collegare un sovrastimato volume di traffico (più di mille auto ora?) che andrebbe da S. Marco in Lamis verso Monte S. Angelo.
Su questa tangenziale, valgono le osservazioni del professore Vincenzo Donato del Politecnico di Milano, più volte espresse nelle conferenze pubbliche in preparazione del nuovo studio del Piano Urbanistico Generale (PUG) e del Piano del Traffico. Da questi dovrebbe scaturire la proposta di soluzioni per la sistemazione dell’esistente e per far fronte ai reali fabbisogni, sulla base dei reali volumi di traffico.
Oggi questa tangenziale cozzerebbe con la realizzazione dell’Istituto Polivalente e con l’infrastrutturazione della zona P.I.P. (creando ulteriori nuovi contrasti con l’opinione pubblica).
E’ nostra convinzione che la questione della viabilità vada comunque affrontata, soprattutto perchè la situazione di San Giovani Rotondo lo richiede, sia per le utenze ospedaliere, per l’emergenza 118, il traffico pendolare quotidiano intenso, sia per il flusso dei pellegrini e dei visitatori. In proposito, come ricordato, noi abbiamo bisogno di sostenere poche cose già elaborate dal Comitato cittadino quattro anni fa. Bisogna certamente migliorare la viabilità attuale con interventi realizzabili anche finanziariamente (l’ANAS vuole solo intascare i soldi per pagare i progettisti, non ci sono i soldi per realizzare l’opera faraonica). Pensiamo ad una viabilità che non stravolga il territorio con interventi che pesano in termini economici e ambientali, che pesano sul paesaggio e su un sistema agricolo importante; che comprometterebbero un sistema naturale delicato, come le “coppe” e i valloni, già difficili da tutelare dalla speculazione e dalle Cave abbandonate.
Allo stesso tempo si devono evitare opere che incidono proprio sull’immagine di luoghi “sacri” non solo di natura. Per questo si potrebbe migliorare il tracciato esistente, soprattutto sul tratto a tornanti che dalle Matine conduce a S. Giovanni Rotondo. Andrebbero diffusi i sistemi di rondò per migliorare gli svincoli e rendere più sicuri gli incroci a raso come si è iniziato a fare sugli incroci dell’attuale circumvallazione sud ovest di S. Giovanni Rotondo. E andrebbero migliorati i sistemi di accesso ai parcheggi dell’attuale tangenziale sud-ovest, che andrebbe allargata.
Soprattutto bisogna convincere l’ANAS e gli altri enti (Provincia in testa) della necessità di pensare una viabilità che soddisfi un tipo particolare di viaggiatori che sono i pellegrini, quindi pensare ad aree di sosta attrezzate, anche prevedendo sfoghi qualora vi siano ingorghi e veicoli in panne (le vecchie “poste” dei viandanti e dei pellegrini ci insegnano).
Gianfranco Pazienza
Associazione Verdi di San Giovanni Rotondo