“La verità è che la corruzione ed il clientelismo sono tutt’altro che finiti”
di Berto Dragano
Nella società ci sono tre attori distinti e fondamentali:
– popolo
– governo
– economia
Il primo ha l’unico vantaggio di essere molto più numeroso degli altri ma è disorganizzato e senza potere.
Il secondo ha in mano il potere politico
Il terzo ha in mano il potere economico
Da un punto di vista “Darwiniano” la natura umana vuole che il più debole venga depredato e i due più forti si scontrino fino a che uno prevarrà sull’altro.
Nell’800 il popolo comincia ad alzare la testa, e appaiono le prime idee democratiche che in origine erano volte sostanzialmente a reagire allo strapotere di governi e banche.
Ancora oggi ci troviamo di fronte ad una finta democrazia che subisce ancora il potere supremo di chi promette sogni appetibili ad un popolo affamato e credulone.
Ed è il popolo stesso che può riportare equilibrio ed equità, rigenerando la democrazia del nostro territorio, restituendo dignità ed immagine ad un paese che da tempo subisce instabilità e tante chiacchiere.
La gente deve dotarsi di più potere e organizzazione se intende far valere la sua potenza. Se riesce a fare questo può dominare sulle altre due entità, come alla fine deve essere se si vuole avere un vero equilibrio sociale. Per dominare ed essere realmente sovrano il popolo deve innanzitutto applicare il dividi et impera contro mal governo ed affarismo, perché questi due concetti sono deleteri per tutto l’equilibrio sociale e la buona politica.
La verità è che la corruzione ed il clientelismo sono tutt’altro che finiti. Questo fenomeno è addirittura peggiorato ed ha fatto si che l’economia e gli affari prevalessero sulla politica stessa.
Il rinnovamento deve passare attraverso donne, uomini, partiti, associazioni, movimenti cittadini che perseguono e condannano il sistema di clientele ed allontanano coloro i quali utilizzano la politica come sistema di arricchimento personale.
Per rinnovare la politica occorre partecipazione. Il rinnovamento politico non è uno slogan elettorale, bensì un percorso che si costruisce nel tessuto sociale del nostro territorio. Non è una questione di anagrafe ma di metodi e di contenuti, riconoscibile nelle singole scelte coerenti.
Responsabilità e coinvolgimento, possono formare quel tessuto di cittadini attivi ed “esperti” che danno fondamento reale alla democrazia e risorse nuove al ceto politico.
Sono certo che molti giovani e meno giovani aperti all’informazione corretta ed alla ricerca storica e culturale hanno già compreso per cosa sia giusto e valido lottare e ciò per cui sia totalmente inutile spendersi. La politica di oggi, che nei fatti è la vera antipolitica, evidentemente è ancora sorda a qualsiasi richiamo serio e pragmatico che vada al di là dei meri interessi di retrobottega.
Andiamo avanti senza curarci di loro, con mente limpida, e ricordando sempre che la libertà, nel senso più ampio del termine, non ci è concessa da nessuno ma va sempre e comunque conquistata.
Berto Dragano