La testimonianza di Mara De Felici
Ho partecipato ieri a Bari alla XIII giornata della memoria indetta da Libera, l’insieme delle associazioni antimafia organizzata da Don Ciotti, e da Avviso pubblico.
Quest’ ultima è una rete composta da Amministratori di Comuni, Province, Regioni e Comunità montane nata nel 1996 per promuovere azioni di prevenzione e contrasto all’infiltrazione mafiosa nel governo degli enti locali e per attuare percorsi di educazione alla legalità democratica.
Ci sono andata quasi per caso… presa come spesso succede dai numerosi impegni e dalle tante stanchezze avevo deciso di non sobbarcarmi una levataccia e una giornata indubbiamente faticosa.
Sono stata però quasi costretta a farlo da un gruppo di studenti medi di varie scuole di San Severo che, organizzatissimi e determinati, si erano messi in contatto l’uno con l’altro, avevano raccolto adesioni, permessi, numeri di telefono, …. ma non avevano trovato un solo docente disposto ad accompagnarli.
Così, per motivi che qui non interessano, abbiamo concordato che li avrei accompagnati io, per evitare che dovessero rinunciare.
Ieri sera, al ritorno da Bari, li ho ringraziati per avermi “portato” ad una iniziativa straordinaria e per aver dimostrato in tutta la giornata un senso di responsabilità eccezionale.
Gli organizzatori parlano di 100.000 presenze: c’erano tutte. Bambini delle elementari e delle medie, ragazzi delle superiori e dell’università in gran parte organizzati da UDS e UDU, e poi Agesci, Acli, Legambiente, CGIL, Auser, Arci, oltre naturalmente ai vari presidi locali di Libera. E questo solo per citare gli striscioni e le bandiere che ho potuto vedere e, tra queste, numerosissime quelle della pace.
C’ erano anche i 200 e più ragazzi di Flare, in rappresentanza di circa 50 O.N.G. provenienti da 30 paesi diversi, impegnati nella costruzione di un network europeo contro le criminalità organizzate e con loro i gonfaloni di tantissimi Comuni italiani ma non uno della provincia di Foggia…
Il corteo, scomposto, colorato e vivace come può esserlo quello dove ci sono scolaresche, passeggini e non pochi disabili in carrozzella, è partito da Punta Perotti, luogo simbolo come pochi di una scelta di legalità fatta dal Comune di Bari che ieri ha dato di sé un’ottima immagine organizzando al meglio l’evento.
Dopo un percorso che ha costeggiato il mare in una splendida giornata di sole, il corteo è arrivato davanti alla Prefettura dove era stato montato un grande palco. Tutto il tragitto è stato scandito dai nomi dei circa 700 morti di mafia che l’iniziativa voleva ricordare e che altoparlanti collocati lungo tutto il percorso, rimandavano come una sorta di preghiera.
Sul palco si sono alternati prima alcuni famigliari delle vittime tra cui anche Daniela Marcone, figlia di quel Francesco Marcone, direttore dell’Ufficio del registro di Foggia che fu ucciso nel 1995, dopo aver presentato un esposto in procura su alcune truffe perpetrate da sedicenti mediatori che, dietro compenso, garantivano il rapido disbrigo di pratiche relative allo stesso ufficio.
Tutti hanno portato la testimonianza straziante di chi, oltre ad aver subito una tale tragedia, ha troppo spesso incontrato l’indifferenza, la connivenza, il disinteresse di tanti, troppi cittadini che si sono girati dall’ altra parte.
Nel suo commosso intervento, Vendola, che quando era al vertice della commissione parlamentare antimafia fu in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata, ha chiesto scusa ai parenti delle vittime con parole che sono state accompagnate dall’inizio alla fine dall’applauso commosso dei manifestanti “Dobbiamo chiedervi perdono per lo spettacolo indegno di complicità e protezione, vi voglio chiedere scusa a nome di coloro che, per una manciata di voti hanno costruito una rete di connivenze, scusa per coloro che dopo una condanna hanno festeggiato con i cannoli…”
Ha chiuso gli interventi Don Ciotti che, rivolgendosi agli uomini delle istituzioni presenti sul palco ha invitato la politica a rinunciare ai voti di mafiosi e di delinquenti e alla “famigliarità” con loro.
Ha anche aggiunto che accanto alla mafia vanno condannati i comportamenti mafiosi che sono i favoritismi, le clientele, le raccomandazioni, tutte quelle pratiche cioè che minano alla base la fiducia dei cittadini e soprattutto dei giovani, nelle istituzioni, nello stato, nella politica e che fanno ritenere che per donne e uomini onesti non ci siano spazi e prospettive. Ha chiuso invitando però tutti a fare la propria parte con convinzione e senza paura perché nessuno deve sentirsi estraneo a un percorso di legalità e impegno.
Al termine degli interventi, si sono succeduti al microfono altri famigliari che hanno nuovamente scandito, nel silenzio generale, tutti i nomi delle vittime perché, quando li nominiamo e li facciamo uscire dall’ anonimato e dalla dimenticanza è più difficile girarsi dall’altra parte.
Mentre ascoltavo i vari interventi e guardavo le tante facce giovani arrivate a Bari da Nuoro, Torino, Palermo, Bressanone, per rivendicare il “diritto ad essere felici” come diceva uno striscione tra i tanti, mi sono detta che sarebbe un bel segnale se il futuro sindaco aggiungesse San Giovanni Rotondo alla rete di Avviso Pubblico, se la trasparenza e la legalità che è fatta anche di piccoli gesti quotidiani, fosse al primo posto nei programmi, se i giovani potessero essere certi che si viene scelti in base al merito e non all’ appartenenza, o all’amicizia con, se…
Mara De Felici