“Onesti” perché non condannati?
No! L’onestà è altra cosa!
“Ora, l’equivoco su cui spesso si gioca è questo. Si dice: "quel politico era vicino al mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con l’organizzazione mafiosa, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto".
E NO! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale. Può dire beh ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria, che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dall’indagine sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, cioè le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, cioè i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi, che non costituivano reato, ma erano o rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica.
Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo “schermo” della sentenza e detto: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia e non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al proprio interno di tutti coloro che sono raggiunti, ovunque, da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reato.”
Paolo Borsellino (26 gennaio 1989)
Ogni riferimento a fatti, cose e persone, per Borsellino, è puramente ed ovviamente ……casuale.
Noi, invece, dobbiamo sentirci coinvolti, tutti, sulla moralità e sull’onestà di chi si propone di rappresentarci.
Che la riflessione di un uomo che, nel compimento del suo dovere ha dovuto ingoiarne tanti di bocconi amari, possa farci trovare il coraggio di dire no a quanti, nel governarci, annaspano nel torbido ed ai limiti della legalità.
g.p.