Mentre i "cervelli italiani" cercano di fuggire dall’Italia due inventori pugliesi vanno in controtendenza e cercano di restare in Italia
Fuga di cervelli…? Ma quale fuga! E così, in controtendenza, almeno in questa occasione, sembrerebbero andare le cose in Puglia. Se infatti molti cervelli italiani purtroppo fuggono verso altre nazioni, o peggio hanno già lasciato oramai da anni la propria terra natìa, il “vivaio” della produzione del Made in Puglia, sembrerebbe essere attivo e più florido che mai.
Quasi un “operare in Puglia, per la Puglia”.
E così parla infatti tutta Pugliese la nuova idea di due tecnici Pugliesi che hanno progettato, realizzato, e brevettato – unico nel suo genere – un particolare macchinario – tecnologicamente avanzato nel settore agroalimentare – in grado di produrre in automatico ed in serie le famose mozzarelle a nodini, tipiche, gustose e soprattutto gradite anche da chi Pugliese non è: sia in Puglia che fuori. Insomma un macchinario in grado e capace di creare un prodotto perfetto nella forma e nella presenza.
I due appassionati ed inventori sono Angelo di Noi ed Alfonso Attanasi. Ingegnere e dottore di ricerca il primo, si occupa, tra le altre, anche di una società agricola operante nell’ambito dei prodotti agroalimentari; l’altro esperto in saldatura e carpenteria. Un binomio professionale che in comune, oltre all’esperienza maturata nel settore dell’innovazione e sviluppo tecnologico e la residenza (entrambi vivono a Francavilla Fontana, nel Brindisino) vede i due accomunati, anche da uno scopo per certi versi ancora più nobile: quello cioè di voler restare in Puglia, dove lavorare e produrre. Costi quel che costi.
Entrambi convinti come sono, soprattutto del fatto «che – sostengono all’unisono l’ing. Angelo di Noi ed il tecnico Alfonso Attanasi –cercare di creare nuove condizioni di progresso economico locale e regionale rappresenti una tematica più che mai di attualità. Riteniamo – proseguono – che sia possibile e chiunque abbia idee valide da proporre e sviluppare nel territorio nel quale vive ed opera, dovrebbe senz’altro impegnarsi a fondo senza scoraggiarsi ma soprattutto senza lasciarsi allettare da guadagni e strutture – pur valide – ma che operano fuori regione o all’estero. In realtà pertanto lontane non solo in termini di chilometri ma anche tanto diverse dalle nostre».
Movimenti ben coordinati ma soprattutto precisi, sono la peculiarità di questo nuovo macchinario che sta destando davvero vivo interesse. Pare infatti che ad interessarsene non siano solo gli addetti ai lavori. L’interesse manifestato è infatti rivolto alla “professionalità” del macchinario nello sviluppare meccanicamente e con l’ausilio di propulsione pneumatica, i movimenti tipici dell’uomo-operatore che altrimenti – se si trattasse di manualità diretta dell’uomo – vedrebbe sottoposte le braccia e le mani in acqua salata e bollente. Con tutti i disagi, peraltro, degli operatori occupati nella tediosa fase di annodatura. Tra i benefici ovviamente si considerano una drastica riduzione dei tempi di lavorazione ed un consistente e conseguente aumento della quantità e qualità produttività.
Il macchinario infatti, interamente strutturato in “acciaio alimentare”, presenta una serie precisa e determinata di sensori ad attuatori capaci di intercettare e manipolare in modo quasi delicato le mozzarelle. Con un “curioso e sorprendente” sistema di automatismi a braccetti rotanti, poi, la stessa pasta filata viene automaticamente attorcigliata, intrecciata ed annodata (con scansioni dettate da schede elettroniche progettate ad hoc e dotate di sofisticati software di controllo) per poi terminare in men che non si dica e come per magia a cascata nell’idoneo contenitore alimentare, già annodata e pronta per essere consumata subito o inviata alla successiva fase di confezionamento alimentare; dunque alla vendita.
Ma come nasce l’idea? «É proprio partendo dalle mie esperienze e le ricerche decennali in particolar modo in campo agro-alimentare, che ho avuto modo di effettuare e sviluppare alcuni anni or sono un simile progetto», spiega l’ing. Angelo di Noi, laureato a Lecce in Ingegneria e vincitore anche del dottorato di ricerca in Ingegneria dei Materiali presso l’Università degli studi di Lecce.
Un progetto, il macchinario, al quale in sostanza si è giunti non per caso. Frutto bensì della peculiare attività professionale dell’ing. Angelo di Noi. Il quale oltre ad avere avuto esperienze nel settore agroalimentare (per aver partecipato come ricercatore a progetti nazionali con l’Università degli Studi di Lecce in collaborazione con altre università ed Enti di Ricerca) è anche autore di pubblicazioni nazionali ed internazionali per
Il macchinario, ovviamente, è stato già brevettato presso la Camera di Commercio di Brindisi: ma già prima, alcune multinazionali e grosse aziende del nord Italia pare avessero avanzato richieste volte ad entrare in possesso del macchinario, per ottenerne dunque la “primogenitura”, compresa la priorità assoluta e l’esclusivo utilizzo. Ma è a questo punto che i due inventori, Angelo di Noi e Alfonso Attanasi, hanno fatto prevalere lo spirito campanilistico ma soprattutto la convinzione che lavorare e produrre in Puglia, dalla Puglia in favore della Puglia, dei Pugliesi, e dell’Italia possa alla lunga premiare "gli sforzi profusi da tutti quanti noi".
Angelo di Noi partecipa, inoltre, alla prima edizione del “Festival dell’Innovazione" in programma a Bari in questi giorni.