Il gigantesco "conflitto di interessi" della nostra città
di Gianfranco Pazienza
Strano doversi occupare di pioggia in pieno luglio. La ragione è che il semestre appena trascorso risulta essere il più piovoso degli ultimi trent’anni.
Il giorno della visita del Papa il 21 giugno, sono piovuti sulla nostra Città 26 millimetri, con una precipitazione concentrata in un’ora. Risultato: notevoli allagamenti repentini della parte in pianura, e l’acqua sgombrata dal lavoro di due ruspe. Pochi giorni dopo Roma e Milano (rispettivamente con 90 mm con 85 mm di pioggia, tutti nei primissimi minuti del nubifragio), sono state messe a dura prova: pioggia, grandine e forti raffiche di vento, caratterizzano questi temporali estivi, un po più eccezionali della norma.
Osservando i dati forniti da Sante Barbano (lo ringrazio per la disponibilità nel mettere a disposizione le sue informazioni, merce rara tra molti studiosi, solitamente gelosi), e grazie al suo prezioso e puntuale sito www.meteosgr.it – la stazione meteo da lui stesso realizzata e gestita dal 2006 – possiamo usufruire di uno strumento interessante per osservare i fenomeni atmosferici sulla nostra Città. Il 21 giugno sono precipitati 26 mm di pioggia su un totale di 144 mm totalizzati nel mese. Le medie negli ultimi trentanni dicono che in giugno precipitano 49 mm. Tra il 20 e 22 giugno 2009, sono piovuti ben 84,3 mm, quasi il doppio della media mensile.
Sono ancora eventi ordinari, se si considera che il 31/07/1995 la pioggia è stata di 64.6mm in 1 ora (40mm in 30′) e il 30/07/1996 di ben 31.2 mm in 15 minuti.
Nei primi sei mesi del 2009 la pluviometria sulla nostra Città misura già 671 mm, su una media annuale di 763 mm. Facendo una elaborazione degli annali, questo appena concluso risulta essere il semestre piu piovoso. Al secondo posto troviamo il primo semestre del 1980 con 622 mm su una pioggia annua di 1000 mm. Nel 1996, anno più piovoso dei trent’anni con i suoi 1037 mm, il primo semestre ha fatto registrare un totale di 428 mm.
Sulla base di queste elaborazioni, per il resto del 2009 ci sarebbero da attendere, ancora, non meno di altri 400 mm di pioggia, fino ad un massimo di 600 millimetri. Questi sono i segni dei mutamenti climatici di cui si sta discutendo relativamente alla riduzione delle emissioni dei gas inquinanti? Non saprei, ma gli effetti sono evidenti. E i danni sono aggravati dalla incapacità di gestire le acque meteoriche o di far fronte al dissesto idrogeologico da noi stessi causato. A San Giovanni Rotondo, dove non esistono opere di difesa idraulica sufficienti, ne di raccolta delle acque meteoriche ne del loro allontanamento, le piogge si riversano sulla parte piana della città di 90 ettari (Dati elaborati da L. Di Maggio – Geologo).
Piana cementificata almeno per il 50%, ma presto sarà cementificata al 70% con le ultime lottizzazioni delle aree agricole. Quelli non più giovanissimi ricorderanno il bel lago che si accumulava per diversi mesi tra i Magazzini Ferri e via Foggia, con i mandorli immersi come in una mangrovia. Adesso che tutto è impermeabilizzato, si accumulano li le piogge che cadono su di un’area urbana di 360 ettari, mentre misura 740 ettari il bacino montano e 350 ettari il bacino periurbano (Di Maggio). Quando le piogge di un’ora superano i 25 mm di pioggia netta, sulla piana si accumulano 170 mila metri cubi di acqua, con un’altezza che supera i 30 cm. Quello che succede normalmente: metri cubi di acqua e fango, che si raccolgono in una piana di 90 ettari, oramai quasi tutta impermeabilizzata.
Questi calcoli furono anche oggetto di una campagna elettorale del 1989, durante la quale, insieme ed altri componenti del CIAK – fortunata iniziativa politico-culturale di quegli anni, nata dall’impegno di tante persone ragazze e ragazzi – presentammo il nostro programma di candidati indipendenti (e inascoltati). Facile immaginare in quale partito, ma a San Giovanni Rotondo l’edilizia interessa tutti i partiti. Se da un lato la costruzione di case ha significato dare a molti il diritto di abitare, e a sviluppare una economia locale, dall’altro ha condannato la Città all’invivibilità e ad un serio rischio per la sicurezza a causa degli allagamenti.
Questa eredità ce la troviamo per le responsabilità trasversali di chi in questi ultimi trent’anni ha avuto la gestione politica, amministrativa e tecnica, preoccupandosi esclusivamente dello sviluppo edilizio. Senza aumentare le aree verdi nella parte pianeggiante o di dimensionare e realizzare opere di difesa idraulica. Oggi la realizzazione di tali opere è molto complicata (ma va fatta), visto lo stato avanzato della attività edilizie nei nuovi comparti. Con queste considerazioni mi sono occupato, da assessore, del Piano di Assetto Idrogeologico, spinto dalla preoccupazionee di vedere svanire, per la Città, quelle residue aree libere, da dedicare al drenaggio delle acque e a verde da godere. Prossimamente altre zone agricole saranno lottizzate e, a quanto pare, anche l’area del vecchio depuratore, molto utile per la raccolta delle acque e del loro allontanamento, verrebbe destinata ad altro, ad un progetto il cui concorso di idee è stato già vinto.
Gianfranco Pazienza