di Alessandro Rendina
“Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri”
Don Lorenzo Milani
La regola: strumento di liberazione o vessazione?
Il panorama politico odierno, ci offre interpretazioni semplicistiche del mondo dove viviamo e della sua complessità. Sembra, che si possa vietare o permettere di tutto, per decreto o anche per legge. Sembra che, se lo dice la legge allora è sicuramente una cosa giusta. Io, da ragazzo, ho scelto di fare il servizio civile in sostituzione di quello militare. Nel periodo in cui l’ho fatto io, fare il servizio civile era una cosa strana. Nella mia domanda, intestata all’ufficio Forze Assenti di Bari, dichiaravo di essere obiettore di coscienza. Tra le altre cose dichiaravo di essere contrario all’uso organizzato delle armi come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati. Io me la sono cavata con qualche dichiarazione di principio e ho vissuto una bellissima esperienza in un centro di recupero tossico-dipendenti, luogo dove ho conosciuto una parte della nostra società che altrimenti non avrei mai potuto incontrare.
Ma gli obiettori venuti prima di me non avevano nessuna legge che gli permettesse di esprimere le loro idee. Per loro era diserzione. E l’unica strada possibile per chi disertava era il carcere.
Oggi, grazie ai loro sacrifici e alle battaglie politiche della Sinistra il servizio militare è andato in pensione e il servizio civile è stato esteso anche alle donne, già! Perché quando l’ho fatto io era permesso solo agli uomini. Non vi preoccupate è roba del secolo scorso. Era il 1995.
Ma, quello che mi ha fatto innamorare dell’obiezione di coscienza è il rapporto dell’obiettore di fronte alla regola. Il rapporto dell’obiettore con la regola è paritario: l’obiettore rifiuta la regola che gli impone un comportamento contrario alle proprie convinzioni, sostenendo la superiorità dell’etica e della morale. Assumendosi, contemporaneamente, il prezzo delle proprie convinzioni di fronte alla legge e alla comunità.
Oggi in Italia viviamo una situazione paradossale: abbiamo un sistema giudiziario che è stato ridotto a un colabrodo. L’italiano medio è, di fatto, in una condizione dove la possibilità di ottenere giustizia è ridotta al minimo. Allo stesso tempo, si stanno introducendo regole vessatorie nei confronti di persone ridotte alla povertà. Regole che ti puniscono per la tua condizione sociale e non per le azioni che hai commesso.
Questo concetto sta entrando sempre più nelle nostre menti e spesso confonde anche concittadini onesti e sinceri. Questo concetto genera timore verso ciò che non si conosce.
Spesso mi capita di chiedermi: se mi trovassi nella condizione di dover scappare dall’Italia, perché, altrimenti, io e la mia famiglia moriamo di fame, per arrivare a un ipotetico confine, venire arrestato e trattato da delinquente, senza che io abbia mai schiacciato una mosca. Che tipo di reazione potrei avere?
Io credo che mi risponderei che sono nato sulla terra e che ho un diritto naturale alla vita! Se lo Stato cerca di uccidere me e la mia famiglia, o di tenermi recluso avrò il diritto di difendermi o quantomeno di spostarmi? Se il luogo dove mi trovo è pericoloso, posso cercare un luogo sicuro?
Tutte queste cose in natura sono normalmente garantite. Tutti gli animali ne usufruiscono ogni giorno. Anzi, normalmente si giustifica l’esistenza della comunità proprio con gli argomenti della maggiore sicurezza, oltre che, dei normali vantaggi che derivano dall’essere animali sociali.
Alla luce di questo ci si dovrebbe chiedere:
Lo Stato italiano ha il diritto di arrestare e processare persone che vengono in Italia a chiedere aiuto e maggiore sicurezza? Siamo un popolo di gente solidale o semplici cani arrabbiati?
La povertà, si combatte con la costruzione di politiche solidali e regole che permettano agli individui di contribuire alla società o con semplici divieti?
I divieti che si stanno costruendo nella nuova società italiana hanno una portata ideologica?