“Pane amore ed
edilizia”
di Berto Dragano
Per più di tre giorni Nicola, Lorenzo, Anna, Tonia ed Elisa
hanno vissuto nel cuore della nostra città nella loro Casa Ecologica. E come se
fosse atterrato un oggetto extraterrestre su Piazza Europa e mentre i politici
erano presi da attacchi improvvisi di miopia, i cittadini armati di diffidenza,
si sono fatti guidare all’interno della casa, toccando con le proprie mani la
possibilità di poter fare molte cose nella vita quotidiana per proteggere il
nostro pianeta, atti concreti in grado di migliorare il nostro presente e il
nostro futuro risparmiando energia e denaro, senza modificare troppo le nostre
abitudini.
La nostra città è sempre più impermeabilizzata. L’espansione
urbana a discapito di spazi verdi, rappresenta una grave e spesso sottovalutata
pressione sul territorio e sull’ambiente. L’edificazione urbana prosegue con
ritmo elevato e frenetico, sempre più sproporzionata rispetto alla reale crescita
della popolazione.
Le discussioni sul Piano Urbanistico della nostra città sono
attive già da tempo, diventando sempre più uno strumento politico da gestire
come una bomba ad orologeria. E mentre la città si cementifica, non si pensa a
sottolineare il bisogno di creare strumenti per tutelare il territorio inteso
come bene comune.
Il fenomeno del consumo di suolo può essere contenuto attraverso
le scelte da operare nella pianificazione urbanistica sull’espansione e sulle
trasformazioni del tessuto urbano, in modo da garantire la compatibilità delle
scelte di sviluppo con il mantenimento ed il miglioramento della qualità dell’ambiente
e della vita dei cittadini.
Alcuni comuni hanno adottato leggi in materia di pianificazione
territoriale e urbanistica che inseriscono il controllo dell’impermeabilizzazione
e del consumo di suolo tra i parametri che devono guidare l’espansione e la
trasformazione del tessuto urbano.
Questi tre giorni di casa ecologica, ricca di suggerimenti
sostenibili, non futuribili, ma da applicare subito, è stata una bella
occasione per dimostrare due cose fondamentali: (uno) è possibile fare cose
senza la spinta di cariche politiche, che sono sempre più distanti da temi
ecosostenibili, oltrepassando il sistema della corte e facendo rinascere al suo
posto la libertà del cittadino. (Due) Anche le nostre piccole azioni sono
utili, saranno piccoli gesti, ma è proprio l’insieme di tanti piccoli gesti può
tutelare il nostro territorio e magari, salvare il mondo.
“ Benché sia io la vincitrice del
Premio, esso è un riconoscimento al lavoro di tantissimi individui e gruppi in
ogni parte del globo. Queste persone lavorano in silenzio e spesso senza
gratificazione per proteggere l’ambiente, promuovere la democrazia, difendere i
diritti umani …
Facendo questo, esse piantano dei semi
di pace ”
Wangari Mathai con queste parole accettò il premio Nobel per la
Pace 2004, prima ambientalista e prima donna africana a ricevere tale
onorificenza.
Berto Dragano