"I cacicchi"
di Berto
Dragano
Un caro amico
milanese entusiasta dei risultati nazionali mi chiama al telefono urlandomi:
“Il vento rosso ci salverà, spazzerà le nuvole della destra, del Berlusconismo…
W Pisapia, W Zedda, W De Magistris.”
Invece a San
Giovanni Rotondo il vento soffia da un’altra parte: in controtendenza a Napoli,
Milano e Cagliari dopo anni c’è un ritorno del Centro Destra.
Mentre i
manifesti elettorali scoloriscono, rimane il ricordo di una campagna elettorale
nuova, seguita nelle piazze, via web, anche se povera di programmi, dominata da
slogan e tanto fumo negli occhi.
E’ stata una
sorta di prova di forza muscolare, una politica dei Capi.
Si è scatenata
una sfida all’ultimo voto, mentre il volto demoniaco del potere dei Big della
politica, di quelli che hanno comunque sempre ragione, si è sciolto come neve
al sole.
D’Alema aveva
definito questa tipologia di politici locali il «partito dei cacicchi».
Lui ne sa qualcosa. I Cacicchi si sono scatenati e la risposta a questa prova
elettorale è stata che la gente si è sentita strumentalizzata, usata per giochi
di potere.
C’è stato un
drammatico bisogno di ricambio degli amministratori. Molti cittadini hanno
veramente creduto nella possibilità di un cambiamento con il governo della
sinistra. E invece, il sopravvento dei “cacicchi” non è avvenuto e si è
instaurato il “caciccato” di centro destra.
Nel PD, per quanto lo conosco, allo stato attuale
appare davvero molto difficile fare analisi serie ed attendibili, perché questo
comporterebbe dover riconoscere gli errori fatti, ma ad oggi non ricordo nessun
dirigente del PD di qualsiasi ordine o grado dire “ho sbagliato”.
In questa dura e forse ingiusta battaglia
elettorale, oramai alle spalle, continuo a pensare che non ha perso il Pd e non
ha vinto il PdL, ma ha vinto il popolo sangiovannese che è stanco di vivere il
proprio paese in continua partenza senza una giusta traiettoria. Il vento che
tira è il vento di un popolo che vuole essere amministrato a prescindere dalle
bandiere.
La politica è fatta anche di momenti.
Il momento di osservare la realtà dei fatti
e giudicare i politici per quello che hanno realizzato e trarre le dovute
conclusioni, ignorando le generalizzazioni aprioristiche fondate solo sugli
annunci e le promesse o sugli slogan che proclamano alcuni imbonitori come
governi del fare, definizioni ingannevoli propinate come dei dogma dagli
illusionisti e prestigiatori di turno, spesso anche nelle realtà locali dove
ancora non si è visto un progetto serio portato a termine.
Il momento del fare, una nuova rivoluzione
copernicana che riporti le cose al loro posto, la quale si presenta anche
stavolta di difficile e complicata affermazione, come quando attraverso l’osservazione
dovette dimostrare che i pianeti giravano intorno al sole e non intorno alla
terra come voleva la logica tolemaica. Se a ciò ci approssimeremo, oggi come
allora, ci aspetta un lungo e tormentato processo di rinnovamento culturale.
Nella speranza che questo vento non sia un refolo
di stagione auguro al nuovo sindaco Pompilio di poter lavorare con serenità e
di amministrare per il bene comune di tutti i cittadini Sangiovannesi.
Berto Dragano