è capitata a questo paese"
di
GennaroPalladino
Ci ha pensato il maltempo a mettere a posto le cose
perchè, diciamocela tutta, sarebbe stato riduttivo abbinare la fiaccolata del
30 giugno ad una certa risposta alle infamità che, purtroppo si perpetuano su Padre
Pio, sulla Sua opera e di conseguenza sulla popolazione di San Giovanni Rotondo.
Ci chiediamo quali possono essere i motivi che muovono questi attacchi? Non
potrebbe essere che si voglia approfittare di uno scollamento di un popolo
rispetto a quanto si “produce” intorno a S. Pio? Non c’è miglior risposta che
una e più sentita conoscenza del nostro Santo, dei Suoi insegnamenti, di un
maggior coinvolgimento nel sentire anche nostra la Sua opera.
Il nostro è un popolo sazio, un popolo che non si rende conto della fortuna che
è capitata a questo paese. Ma ci siamo mai chiesti perché mai P.Pio nel 1916
che già opera nel Convento S.Anna di Foggia, viene e si ferma da noi? E’ stato solo per una
questione di salute? Oppure è stata una Sua volontà come un disegno di Dio? Ci
chiediamo delle lotte fatte dai nostri padri per difendere questa volontà?
A dir la verità non riusciamo nemmeno a valorizzare nel modo più completo i
luoghi di San Pio come, ad esempio, fanno nel suo paese natio, dove ogni pietra
che ha visto il Suo passaggio è diventato un monumento. Noi oltre a creare un business intorno alla Sua
figura, cosa abbiamo fatto? Ci siamo mai chiesti se, con il nostro
comportamento, ci siamo resi degni di questo dono? Ci sentiamo indignati, giustamente,
quando per attaccare questo business, si attacca la figura del Santo, ma noi in
che modo dimostriamo che abbiamo recepito il suo insegnamento?
Ad esempio che cosa facciamo a livello di comunità o semplicemente personalmente
per dare un vero valore all’ACCOGLIENZA? Non è facile essere accoglienti specie
per tutti quei cittadini che non prendono parte a questo business, così come
quando questa ricchezza creata non si traduce in strutture, servizi e benessere
per la comunità.
Va bene la devozione, ma è difficile sentire proprio ciò di cui ci si sente
sempre più esclusi. Il programma di questa città non può che roteare intorno
alla spiritualità di questa città e alla sua capacità di ergersi come modello
di accoglienza anche per quei pellegrini che non hanno molta capacità di spesa.
Ha ragione il dott. Crupi nel manifestare la sensazione che la grandiosità di
quest’opera sia percepita meglio altrove che a San Giovanni Rotondo; sensazione
espressa durante l’incontro presso la Parrocchia S.Leonardo di martedì 21
giugno per parlare ai sangiovannesi dell’Opera di Padre Pio: la Casa Sollievo
della Sofferenza.
Non possiamo che condividere seriamente
queste preoccupazioni e quelle di tanti che vedono in tutte le parti del mondo
valorizzare il nome e l’opera di P. Pio che porta a San Giovanni Rotondo milioni
di visitatori mentre noi stiamo dando l’impressione di “sputare nel piatto in
cui mangiamo”. Mai come in questo momento si sente il bisogno di darci una
scossa e far sentire tutto l’amore e la devozione verso San Pio con tutte le
iniziative e le sensibilizzazioni che comportano i suoi insegnamenti, la sua
spiritualità, la sua eredità.
E’ con spirito francescano che la neonata Associazione culturale “Deogratias” (www.deogratias.it), vuol dare il VIA ad un
sentimento che cova in tutti noi e dove tutta la comunità possa partecipare
riconciliandosi sotto un unico desiderio.
L’Associazione si prefigge di sollecitare e a sua volta collaborare con le
Autorità preposte all’organizzazione del “Centenario dalla venuta di Padre Pio
a San Giovanni Rotondo, 1916-2016”.
Sarà un cammino lungo 5 anni che inizierà con la fiaccolata del prossimo 28
luglio alla quale tutta la popolazione dovrà prepararsi e partecipare nel modo
più intenso possibile. Non esiste modo migliore per ringraziare Dio di averci donato San Pio!