“Il problema più urgente è far ripartire
San Giovanni Rotondo che in questo momento è un malato grave: occorre trovare
le cure giuste per la guarigione”
di Giuseppe Pizzicoli
Ora che
le elezioni sono state archiviate con la vittoria del centro destra, inizia la
stagione del ripensamento, sopratutto a sinistra, con la riproposizione degli
schieramenti e delle aggregazioni partitiche. Da
ultimo, registriamo la pubblicazione di alcuni articoli con Gaetano Cusenza, Alessandro Rendina e, prima ancora, l’Associazione “Noi semplicemente sangiovannesi”.
E’
chiaro che la sinistra, dopo la sconfitta elettorale voglia correre ai ripari, cercare
alleanze per contrastare, almeno politicamente, in attesa di tempi migliori,
l’Amministrazione di centro destra. Il
problema del “come” potrebbe risolversi semplicisticamente, approfittando di
ogni appiglio, ogni discrasia, ogni ritardo per dare addosso all’avversario
politico, ovvero, più seriamente, motivando le ragioni del proprio dissenso.
E’
evidente che, se la sinistra si prepara a dare battaglia, anche il centro destra
non potrà rimanere con le mani in mano e, rimettere agli Amministratori che
governano ogni contrasto e risposta.
Ma, qualunque
sia la strategia adottata dalle parti politiche, la stessa sarebbe perdente, in
mancanza di una risposta politica; in ogni caso, chi amministra deve limitarsi
a fare il suo dovere bene, mentre le scelte e le risposte di carattere politico
devono essere riservate ai singoli Partiti e Movimenti che compongono la
maggioranza come la minoranza.
Detto
questo, veniamo più da vicino, agli interventi che stimolano, se così può
dirsi, nel pieno dell’estate, un dibattito politico. Il
Movimento “Noi semplicemente sangiovannesi” preme per una ripresa di iniziativa
politica da parte della sinistra e per una leadership del PD.
Cusenza
giustamente ha evidenziato come occorra perseguire una “politica buona”
portando avanti, come sta facendo la Provincia, progetti utili e concreti, anche
per l’inserimento di giovani nel mondo del lavoro.
Rendina
ha proposto un maggiore coagulo tra le forze di sinistra, chiamandovi a
partecipare anche l’API di Cusenza, il quale, tuttavia, non vuole farsi
imbrigliare nei giochi della sinistra.
Insomma,
sono iniziate le prime scaramucce e manovre, in attesa che qualcosa si muova
anche nel fronte di centro destra, poiché sarebbe impensabile che la
rappresentanza politica sia rimessa sic et simpliciter al Sindaco e alla sua
compagine. In
queste prime mosse, mi sembra che la Politica quella con la “P” maiuscola non
sia affatto presente (tranne che negli interventi dell’API la quale appunto ha
indicato gli esempi della “buona politica”).
Per perseguire
una buona politica oggi, non è sufficiente, a mio sommesso parere, schierarsi
da una parte o dall’altro, occorre anche sostenere coerentemente con le proprie
idee la validità di un progetto ed assicurarsi che tale progetto ubbidisca non
a logiche di parte, bensì agli interessi di tutta la cittadinanza, che – in
altri termini – risponda a requisiti del bene comune e non del bene del
singolo.
La
politica deve, in definitiva, identificarsi e tornare ad essere l’amministrazione
della città (polis) per il bene di tutti, come sostenevano il filosofo
Aristotele e gli antichi.
La
ricerca del “bene comune”, se fatta con lealtà e competenza, costituisce una
meta raggiungibile con il concorso delle forze, tutte le forze politiche, sia
di maggioranza che di minoranza, sempre che la maggioranza abbia la bontà e la
saggezza di chiedere anche agli altri il loro prezioso contributo.
Se
dunque, il fine a cui tutti i partiti e cittadini devono e dobbiamo tendere è
la realizzazione del BENE della città di San Giovanni Rotondo, sarebbe saggio
mettere da parte gli egoismi e le strategie di parte, e concorrere lealmente e
responsabilmente a realizzare in San Giovanni Rotondo quelle opere che
consentano alla città di crescere, per dare benessere ai cittadini, lavoro ai
giovani.
Per
questi motivi occorre insieme superare le criticità e le urgenze che
attualmente ci impediscono di guardare avanti con maggiore fiducia e serenità (penso,
per stare nel concreto, alle 44 famiglie dei parcheggiatori; alla mancanza di
una zona di sviluppo imprenditoriale; al traffico strozzato della città; ai
molti alberghi e pensioni chiusi per mancanza di ospiti e via dicendo).
Il
problema più urgente è far ripartire San Giovanni Rotondo che in questo momento
è un malato grave: occorre trovare le cure giuste per la guarigione.
E’
forse troppo semplicistico e ingenuo chiedere a viva voce che i Partiti ed i
Movimenti si prendano veramente a cuore il BENE della città, nell’interesse di
tutti, mettendo da parte le ideologie e le tattiche che non portano da nessuna
parte, cercando di trovare insieme (maggioranza e minoranza) una strategia
comune che porti a far ripartire l’economia del nostro Paese?.
Certamente
non mi nascondo le difficoltà di un simile cammino, ma occorre superare
mentalità chiuse e retrive ed aprirsi al dialogo, al buon senso, alla
concretezza e alla sobrietà.
Parafrasando
una famosa espressione dell’amato Giovanni Paolo II, all’inizio del Suo grande
Pontificato, chiuderei questa mia breve esternazione con il dire “DAMOSE NA
MANO“, intendendo con essa condensare il mio pensiero in libertà.