L’intervento di Antonio Colella, Segretario dei DS
Nei giorni scorsi, in conclusione di un articolo relativo alla nomina di Antonio Colella a segretario della locale sezione dei Democratici di Sinistra, avevo posto un quesito, mio personale e di diversi frequentatori del portale, sul mancato riferimento nei lavori congressuali all’esito delle votazioni tenutesi lo scorso 4 marzo dalla quale emerse una massiccia adesione alla “Mozione Angius”; mozione non contraria al Partito Democratico ma molto critica su tempi, modi e condizioni per la piena realizzazione.
Il neo segretario, Antonio Colella, ha ritenuto opportuno fornire il suo punto di vista attraverso una lettera inviata alla nostra redazione che di seguito pubblichiamo:
Esimio Direttore,
come Lei sa, ho avuto delle difficoltà tecniche a rispondere subito alle obiezioni del Suo articolo sulla mia elezione a segretario del partito dei Democratici di Sinistra avvenuta qualche giorno fa.
Sono compiaciuto di sapere che la mia relazione è stata letta con molta attenzione, vista la Sua precisa puntualizzazione su tutti gli argomenti da me affrontati. Ma ho rilevato alla fine del Suo articolo, spero in buona fede, glielo dico con molta franchezza, una polemica inopportuna e non supportata dai fatti.
Forse Lei non sa che la terza mozione non è mai stata alternativa alla mozione del segretario Fassino, infatti al congresso non vi è stata nessuna candidatura a segretario. La terza mozione ha come titolo: “Per un partito nuovo Democratico e Socialista”.
Anche noi di San Giovanni Rotondo non abbiamo mai rifiutato l’idea e il progetto democratico di costruire un partito nuovo. Noi abbiamo detto che questa possibilità viene meno se tale processo si riduce ad un’operazione frettolosa. I nodi da sciogliere sono importanti: la collocazione internazionale, la laicità dello stato e l’apertura a nuove forze riformiste.
Al congresso nazionale Fassino ha fatto sue alcune indicazioni della terza mozione, altre saranno discusse nella costituente, e questo fatto è stato sufficiente a farci salire sul treno del partito democratico. Angius, lo ha dichiarato, è uscito a prescindere dalla mozione ma solo per motivi personali. Nella mia relazione non è stata fatta menzione, volontariamente, in quando io rappresentavo, in qualità di segretario nato da una volontà unitaria, tutto il partito a prescindere dalle mozioni. La incoerenza che Lei ha notato nel Suo articolo, caro direttore, come Le ho spiegato, credo, in modo chiaro, non ci sia; poi se per Lei essere coerenti significa abbandonare il partito questo è un altro discorso.
Cordiali saluti e buon lavoro
Antonio Colella Segretario dei D.S.
Gent.mo dott. Colella,
innanzitutto La ringrazio per aver voluto dare riscontro al mio appunto e, come già accennato, a quello postoci da diversi frequentatori del portale.
Probabilmente il termine “incoerenza” da me utilizzato per alcuni aspetti può apparire eccessivo; il senso, “in chiaro”, voleva essere “come mai gli esiti di un congresso nel quale la maggioranza ha votato una mozione, quella di Angius, non allineata a quella vincente di Fassino, non hanno trovato un benché minimo accenno di discussione?”
In ogni caso, caro Segretario, la chiave di lettura non voleva essere un invito ai 160 votanti della mozione Angius di “abbandonare il partito”. Credo solo che una spiegazione, nell’ambito dei lavori congressuali, un passaggio “riconciliativo” che avvicinava in qualche modo alla mozione Fassino, doveva esser dedicato.
Ho letto attentamente le mozioni, le rispettive peculiarità, così come ho approfondito le motivazioni, che Lei ha definito “solo personali”, che hanno portato il vice presidente del Senato Gavino Angius ad uscire fuori dal partito dei Democratici di Sinistra. E’ troppo facile e sbrigativo dire “motivi personali”: nella sua lettera Angius ha scritto di non condividere le caratteristiche e il profilo del nascente Partito Democratico e per questo ha deciso la sua "non partecipazione"; il congresso non ha dato risposte "soddisfacenti". Quindi, restando il dissenso sui punti essenziali della linea politica, non gli è rimasto altro che lasciare il partito.
Ma tutto questo poco è significato sulle scelte dei suoi "elettori" e sostenitori sangiovannesi…
Caro dott. Colella, nell’augurarLe un proficuo lavoro, improntato sempre più su quella “trasparenza” annunciata nella Sua relazione programmatica, e di apertura e confronto con le realtà sociali della città, La ringrazio nuovamente per aver scelto di interagire con il nostro portale.
Giovanni Piano