“Questione di legalità e di …esempio”
dell’avv. Giuseppe Placentino
Questa è una storia tutta sangiovannese che vorrei fosse pubblicata sul vostro portale.
Nel bel mezzo del centro storico, addirittura in Corso Umberto I, che è il salotto della nostra città, si sta perpetrando uno scempio architettonico con dei chiari risvolti politici. Ti parlo di questa vicenda in virtù di un’espressa delega da parte dei miei assistiti. Ebbene, all’altezza della fontana “monumentale”, del c.d. “ossaio”, sta aprendo i battenti, al piano terra, un esercizio commerciale, probabilmente un bar… Precisamente al numero civico 72.
Ovviamente non è questa la notizia degna di un articolo di cronaca cittadina, ma c’è dell’altro. Sulla facciata esterna del bar sono state posizionate due unità esterne di condizionatori d’aria senza alcuna autorizzazione amministrativa. Queste due unità esterne violano le più elementari norme di decoro urbano: è lo stesso Comune a definire tale intervento: «contrastante con le finalità di decoro urbano così come riportato nel Piano di Recupero del Centro Storico e successivo Piano del Colore di Corso Umberto I»> (vedasi nota dirigenziale prot. n. 27928 del 31 ottobre 2008, a firma dell’ing. Modesto DE ANGELIS).
C’è di più. Queste opere sono molto pericolose: chiunque potrebbe ferirsi alla testa urtandone le sporgenze inferiori. Mio fratello ha perso la vista ad un occhio urtando accidentalmente un moncone metallico di uno stendibiancheria installato su una facciata condominiale ad un’altezza minima dal marciapiede: ancora oggi ne paga le conseguenze!!!
Ritornando alla vicenda in questione, devo dire che tale intervento è un attentato alla pubblica incolumità: infatti, esso viola il Regolamento Edilizio Comunale della nostra cittadina.
Recita l’art. 28 del detto Regolamento che sono vietate le sporgenze «superiori a cm. 5 fino all’altezza di mt. 2,20 dal piano del marciapiede»…
Ma il fatto che lascia più sconcertati è che l’autore di questo scempio è… l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di San Giovanni Rotondo, ossia il Dott. Pio DI GIORGIO. Colui che è stato scelto dal Sindaco Giuliani per amministrare i lavori pubblici è il responsabile (in qualità di legale rappresentante) della società che ha effettuato i lavori incriminati: si tratta della “DI GIORGIO Pio s.a.s.” con sede a San Giovanni Rotondo.
Non ho alcuna paura di essere smentito, sono le carte a parlare.
L’assessore dovrebbe immediatamente far rimuovere le due unità esterne e chiedere scusa pubblicamente alla cittadinanza per l’errore commesso. Non è lui, più di ogni altro, ad avere dei precisi doveri civici nei confronti della cittadinanza sangiovannese?
Cordiali saluti,
Avv. Giuseppe Placentino
Aggiornamento del 5 dicembre 2008:
Stamattina l’Assessore ai Lavori Pubblici mi ha telefonato, dicendomi che a breve le due unità esterne verrano rimosse o posizionate in maniera corretta.
Noi lo ringraziamo per questa ragione, e sottolineamo un aspetto del Dott. DI GIORGIO che ci ha lasciati felicemente stupiti. Con molta cortesia, si è scusato per il ritardo – dovuto agli impegni del tecnico installatore – senza però mostrare un minimo di arrabbiatura. Questo fatto merita il nostro plauso.
Non una scenata, non un conveniente dietro-front, ma il riconoscimento dell’utilità sociale del nostro intervento… A volte bisogna riconoscere i pregi altrui.
Ad un certo punto della conversazione telefonica, vestendo i panni di Presidente dell’Associazione “Difesa Salute”, ho invitato l’Assessore DI GIORGIO ad adoperarsi affinché sia resa maggiormente edotta la cittadinanza sangiovannese del contenuto dell’art. 28 del Regolamento Edilizio Comunale (che spesso i proprietari di immobili e gli stessi esecutori dei lavori ignorano!), il quale vieta le sporgenze: <<superiori a cm. 5 fino all’altezza di mt. 2,20 dal piano del marciapiede>>…Lo stesso Assessore si è impegnato in tale senso, garantendo un suo aiuto.
Quanti sangiovannesi sanno che gli stendibiancheria non devono essere fissi, ma rimuovibili? Quanti sangiovannesi conoscono l’art. 28 del Regolamento Edilizio Comunale? Quanti sangiovannesi hanno rischiato di ferirsi con la testa urtando i monconi metallici degli stendibiancheria, o le cassette del gas?
Ci vorranno altre disgrazie per intervenire… Sarebbe bello per un padre sapere che suo figlio, un giorno, uscendo di casa, sia diventato cieco ad un occhio per aver urtato uno stendibiancheria, passeggiando tranquillamente sul marciapiede davanti casa sua?
Avv. Giuseppe Placentino