Casa Sollievo della Sofferenza: Mamma accogliente. Grazie!!!
Tonia Siena è un’amica del nostro portale, una giovane insegnante di scuola elementare la cui salute è stata più volte messa a dura prova. E’ una donna forte e coraggiosa che non si mai arresa allo sconforto, e che purtroppo, ancora una volta, ha una nuova ed importante sfida da vincere.
Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato ringraziandola per gli stimoli, la sobrietà, la delicatezza che emergono dalle sue parole.
Forza Tonia!!!
Gentili lettori sono Antonia Siena; grazie al mio amatissimo “Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza”, sono viva e sono sicura che le grandi competenze di tutte le persone che mi curano e le eccellenze di cui la Casa gode, mi manterranno in vita ancora a lungo, perché io possa testimoniare, al mondo intero, la potenza del nostro amato “San Pio”. Il suo amore viscerale che ha avuto e che ha per la sua Opera affinché continui a curare l’ammalato sofferente, che è Gesù stesso sulla croce, sempre di più con la scienza, con la fede e con l’Amore di Dio, fatto braccio, attraverso tutti coloro che vi operano.
Tanti di Voi sanno già del mio passato: combatto contro un bruttissimo carcinoma che ha devastato la mia vita e che in questo momento è tornato e mi sta mettendo a dura prova.
Io non mi arrenderò MAI, voglio vivere, perché voglio testimoniare a tutti i malati onco-ematologici come me, che non è più tempo di morire per uno stupido cancro, Dio è con noi e la Fede è l’unica grande alleata nella nostra battaglia e non possiamo arrenderci.
Signore, quando un mese fa ho scoperto che il mio corpo era segnato di nuovo sono entrata nel totale panico. Ho pensato, Signore, che Tu mi avessi abbandonata, che non c’eri più e che dall’alto guardavi immobile senza farmi più sentire la tua presenza. Il giorno dopo nella disperazione, pensando che tutto volgeva al termine, ecco la tua vocina che mi ha ricordato il racconto delle doppie orme. Mi sono vista camminare sulla spiaggia e non vedendo quattro orme, ma due, guardavo l’orizzonte con angoscia, paura, sconforto. Tu dov’eri? Improvvisamente ho capito, mi stavi portando in braccio e non ti vedevo. Ora sono felice perché io sono in braccio e tu mi avvolgi col Tuo Amore, il manto di tua Madre mi protegge dalle intemperie ed insieme facciamo le cure: dure, terribili.
Signore, soprattutto ti offro tutti gli orrori che ho ricominciato a rivivere in questi giorni frequentando l’Ospedale CSS, con ricoveri e non. Gesù misericordioso, quanta sofferenza e quanti volti tristi ripiegati su terribili dolori, Dio mio di Misericordia, tramite Tuo Figlio e lo Spirito Santo, sotto la Materna protezione della Vergine Maria e del Suo Divinissimo Sposo, San Giuseppe, raccogli quelle gocce di Sangue Preziosissime che scorrono dal Tuo Corpo Glorioso, perché nel sofferente ci sei Tu incarnato.
Signore ancora una volta e per sempre, Ti voglio ringraziare per avermi chiamato alla vita in questa terra benedetta: San Giovanni Rotondo. Per avermi fatto il grande dono di farmi convivere con la presenza di “San Pio”. Anche se sono nata nel 1970 e quindi non l’ho conosciuto dal vivo, ho vissuto all’ombra delle sue ali e al caldo della sua santità.
Nel mio paese Lui è ovunque, lo respiro nell’aria, lo sento camminarmi accanto e sento che mi porta a Te continuamente.
Ogni volta che varco le soglie della CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA, o del POLIAMBULATORIO “GIOVANNI PAOLO II”, vedo questo uomo che benedice la prima costruzione di un Ospedale nato dalle pietre, dalla roccia, da una montagna, dove non c’era niente, se non un piccolo popolo dedito alla pastorizia.
Oh, amato “San Pio”, ma ti ho mai ringraziato per questo tuo enorme miracolo che hai fatto? Dalla pietra, un tempio di scienza e di guarigione, un sollievo della sofferenza e di tutte le infermità. Solo un grande Santo come Te poteva, per il grande amore che Ti ripiega sulle nostre sofferenze, pensare ad una struttura che ci liberasse dal malessere e realizzarla con la sola Provvidenza Divina.
Mio amato “San Pio” ti voglio ancora ringraziare per tutti quelli che operano nella tua Opera.
Non sono di parte come si potrebbe ipotizzare. Sono stata anche ricoverata in vari altri ospedali d’Italia nel corso di questi anni, per qualche intervento, cura, o esami che da noi ancora non si fanno. Ho dovuto recarmi fuori al nord per la tomo terapia che non abbiamo, non per mancanza di volontà degli amministratori del nostro Ospedale, ma per colpa dei tagli che vengono fatti sulla Sanità dal Governo.
Certo non posso puntare l’indice contro un governo piegato da una seria crisi economica, purtroppo bisogna fare i conti anche con il denaro! Ma grazie a tutti i Figli Spirituali di “San Pio”, alle loro offerte, ai Gruppi di Preghiera, noi malati siamo amati, mai abbandonati e mai ci hanno fatto mancare quanto ci serviva.
Non ultima la PET-TAC, completamente regalata dai nostri benefattori. GRAZIE CARI FIGLI, GRAZIE DA TUTTI NOI MALATI!
In questi giorni di calvario e ricoveri, ho avuto ancora modo di apprezzare, come fatto in passato, tutti i medici, i paramedici e il personale che lavora in CSS.
Persino i vigilantes, che incontri all’uscio dell’ Ospedale, hanno sempre una parola dolce, un sorriso, un “forza, ce la farai anche questa volta!”.
San Camillo de Lellis si è battuto tanto per l’umanizzazione degli Ospedali. C’è da considerare che quando si soffre molto neanche in casa propria, tra tutte le proprie comodità, si trova pace.
Doversi trasferire in una struttura ospedaliera, l’impatto con altri malati, la condivisione degli spazi, spesso mette a disagio.
Ma il nostro ospedale è così umanizzato dalla sforzo quotidiano di tutti coloro che ci operano, con fede, con senso di servizio, con il loro impegno a non curare solo la malattia, ma soprattutto il malato, che quando poi torni a casa ti rendi conto che hai lasciato in ospedale un pezzo di vissuto enorme.
Voglio ringraziare in speciale modo il reparto di radioterapia che mi segue molto. Tutti i tecnici e i medici sono squisiti. Dovrebbero avere ogni giorno la tristezza di curare malati gravi, molti anche bambini, ma non li ho mai visti senza il sorriso, senza una parola di sollievo e senza amore negli occhi. Sono grandi!
Voglio ringraziare tutto il reparto di oncologia che mi ha ospitato. Non c’è una persona che lavori in quel reparto e non ci regali ottimismo.
Voglio ringraziare in modo particolare il primario, dott. Evaristo Maiello, per l’accoglienza, per la pazienza, per l’ascolto che mi preserva, sciogliendo tutte le mie ansie e facendomi sentire al sicuro.
Ringrazio, ancora, tutto il servizio di Radiologia Interventistica di cui non ne conoscevo neanche l’esistenza. Li ringrazio veramente di cuore. Mi hanno sottoposto ad un intervento di biopsia alla colonna vertebrale. Sono stati di un amore indicibile; in particolare, il medico che mi ha operato, il dott. Falcone, ha usato meticolosità, bravura e delicatezza estreme.
Infine, ma non in ultimo, voglio ringraziare, i medici che io definisco “QUELLI CHE NON SI VEDONO”! Gli anestesisti!
Chi ci pensa mai a quello che fanno per noi gli anestesisti?
Arriviamo nelle sale operatorie già mezzi sedati, con l’adrenalina che fa scoppiare la paura a dismisura, intontiti, vediamo tutto stravolto. Gli anestesisti sono li. Ci aspettano con le mascherine e noi neanche li riconosciamo, ma sono con noi e ci vegliano. Avrei voluto sempre scrivere un ringraziamento particolare, oltre che per i grandi chirurghi che CSS ha, anche per loro. Dopo ogni intervento pesante che ho fatto, nei giorni seguenti sono stati al capezzale del mio letto a regolarmi la terapia del dolore, ma io stordita dalla morfina neanche li riconoscevo. Voglio ricordare quelli che sono riuscita a memorizzare e che sono stati veri angeli custodi: il dottor Giuseppe Melchionda, che ha il carisma di farti tirar fuori energia e ottimismo, il dottor Ciuffreda, il dottor Di Michele, la dottoressa De Angelis, donna allegra che trasmette gaiezza e la delicatissima e affettuosissima dottoressa De Cristofaro.
Voglio ringraziare tutti i medici amici, che volontariamente si mettono sempre a disposizione e non mi mollano mai.
Gentili lettori spero di non avervi tediato, infatti voglio ringraziarvi per avermi ascoltata. Non voglio che pensiate che io abbia esagerato nel descrivere come viviamo noi malati onco-ematologici le nostre degenze a Casa Sollievo della Sofferenza. È veramente così!
Quello che vi chiedo è una piccola preghierina ogni sera, anche un Gloria al Padre, affinché possa sentirmi forte nella battaglia che mi aspetta.
Antonia Siena