LibriAmo a cura di Renata Grifa
Posai a terra l’ombrello e strinsi Midori sotto la pioggia. Intorno a noi c’era solo il rumore sordo di pneumatici di auto in corsa sulla tangenziale che ci avvolgeva come una specie di nebbia. La pioggia continuava a cadere ostinata e silenziosa, inzuppando i nostri capelli, scorrendo sulle nostre guance come lacrime, rendendo più scure la sua giacca di jeans e la mia giacca a vento gialla di nylon.
Lars Mytting
Uno degli autori più importanti al mondo.
Da anni in lista per il Nobel.
Pagine Bellissime
Una penna delicatissima.
Atmosfere così sofisticate.
E allora perché io sono ferma a pagina 137?
Un libro a metà, una recensione a metà. Lì, nello scaffale dei (due più uno) libri che non riesco a finire!
Un mondo orientale così lontano da noi che forse si fa fatica a capire e…a leggere.
Toru possiamo vederlo solo nei film, uno di quei film in cui le battute si contano sulle dita di una mano e bastano gli sguardi degli attori per non perdere il filo del racconto. Toru, un ragazzo, un uomo, in continuo oscillare tra l’adolescenza e un’età adulta che pare sempre troppo difficile da affrontare.
Non facciamoci ingannare dal titolo chiaramente da beatlemania perché il sottotitolo ci avvisa, Tokyo blues, dove blues non sono le note musicali che potrebbero portarci in una dimensione quasi magica, blues è esattamente una di quelle paroline che non possiamo e non dobbiamo tradurre quando vogliamo esprimere tutta la nostra malinconica tristezza.
Un viaggio nella caotica Tokyo degli anni 60 che affronta temi importanti come il suicidio, la violenza sessuale, la costante indecisione tra vivere e lasciarsi andare a quel “tiiing” che risuona nella mente e che sembra trascinare il protagonista sempre più a fondo.
L’amore, quell’amore che sembra poterti salvare ma che è sempre troppo lontano o difficile da afferrare, quasi ci si arrendesse al meritare la felicità ma al non fare di tutto per ottenerla.
La differenza tra le persone che sanno aprire il cuore e quelle che non sanno. Tu sai aprirlo. Ma solo quando dici tu, beninteso.
– E se uno lo apre cosa accade?…
– Si guarisce…
Pagine intime, molto, a tratti troppo, silenzi che si sentono, quasi fossimo lì, sotto la stessa pioggia dei protagonisti e un’infinita malinconia che pervade ogni scena, ogni dialogo, ogni pensiero.
Almeno fino a pagina 137.
Bastano queste pagine per fare di un libro un brutto libro? Forse no, ne servono altre, quelle che da qui non hanno suscitato curiosità.
Io mi sono fermata.
Passo la parola a voi, anzi passo a voi la pagina 138.