L’Indignazione
di Gennaro Palladino
Tralasciamo la cronistoria di una crisi che risale all’estate scorsa e credo non sia eresia ipotizzare una regia che favorirebbe un governo oligarchico. Questo, alla luce di quanto accaduto in questi ultimi mesi che hanno visto estromissioni di partiti e di uomini della coalizione di centrosinistra; troppe vicende avvelenate che hanno portato al malessere generale dei consiglieri comunali di maggioranza per mancanza assoluta di coinvolgimento e che hanno indotto gli stessi a ribellarsi sia all’interno dei partiti che nel consiglio comunale.
Ad aggravare la situazione ci aggiungiamo la "faida" interna allo SDI. I risultati: mancanza di numero legale per deliberare, pessime figure con personalità, commissioni consiliari inadempienti, ricatti vari…
Non è da oggi che assistiamo ad una crisi irreversibile dei partiti che dovrebbero dare risposte ai bisogni della gente. Si deve ammettere che qualcosa si muove rispetto al passato ma non si può andare avanti con diatribe continue e proposte di nuove formule come se cambiando nome e sfruttando l’ingenuità di qualche "novizio", aumenti la capacità di volare un po’ più in alto. La crisi può essere addebitata solo ai partiti, oppure è qualcosa che investe i rapporti fra i consiglieri, fra questi ed il sindaco, all’interno dello stesso partito o all’interno della stessa giunta?
Se non si trova un accordo, il demerito non può essere attribuito solo a una parte, ma se il "dolo" diventa evidente, o se per autoreferenzialità si vuole andare avanti così, allora si capiscono le reazioni di quei consiglieri che non ci stanno più a far da soprammobile, a farsi prendere in giro continuamente nell’interesse di chi persegue obiettivi ben lontani dagli originari intenti comuni. E’ quanto ci fa capire Carmela Ciuffreda che spiega la sua attuale collocazione insieme a quella di Masciale e Longo con i quali ha costituito un gruppo consiliare che in un primo momento rimaneva in maggioranza ma che dopo il rifiuto a una loro richiesta di rinvio di un accapo per un ulteriore approfondimento, abbandonavano l’aula. In sintesi, come lamenta anche l’opposizione, tutti i consiglieri hanno votato dei provvedimenti importanti con la promessa di un azzeramento della giunta. Questo di fatto non è avvenuto o peggio è avvenuto quello che si paventava: l’esclusione del solo Cappucci. Perché all’azzeramento qualcuno ci credeva e altri invece no pur accodandosi alla richiesta poiché sarebbe stata questa un’occasione per una resa di conti nel proprio partito.
Così è stato nel partito del sindaco in cui il disaccordo maggiore è venuto non sulla scelta dei nomi ma sulle deleghe da attribuire. E su questo la consigliera Ciuffreda tiene a precisare che l’attribuzione delle deleghe doveva avvenire successivamente in un quadro che vedeva una rotazione completa delle stesse perché l’azzeramento era inteso non solo sui nomi ma anche sulle deleghe. Con questa giustificazione non è però d’accordo il segretario dei DS Antonio Colella che ribadisce: "I consiglieri in questione hanno fatto saltare l’accordo sulla delega dei lavori pubblici in quanto entrambi i gruppi dei DS rivendicavano a sè la stessa delega. E d’altronde, per pura ipotesi, se anche i fatti fossero andati come ha raccontato la nostra ex consigliera, che cosa centra il partito? Cosa centra il Partito dei Democratici di Sinistra che ha tirato in ballo nel Consiglio Comunale con la sua ridicola dichiarazione di fuoriuscita dal partito che ha innescato ilarità in tutti i presenti. Con quella dichiarazione ha indicato indirettamente il partito quale artefice del mancato azzeramento dell’esecutivo, cosa assolutamente non vera."
Ciuffreda lamenta un diniego assoluto sui punti proposti: ricostituzione della coalizione di centrosinistra con la presenza di Rifondazione Comunista in giunta, necessità di rivedere metodi, regole e priorità programmatiche e rinnovo della componente DS in giunta.
Per la nascita del Partito Democratico promette di "misurarsi" seppure come semplice cittadina rivolgendosi alla società civile. Già …perché è ormai è assodato che i politici (o politicanti) dei partiti fanno parte di un’altra società.
Quindi l’attuale maggioranza poggia su nove consiglieri con l’aggiunta del sindaco ed è opinione comune che il consiglio tirerà a campare deliberando in seconda convocazione dove per statuto basterebbe la presenza di un terzo dei consiglieri assegnati in cui il Sindaco a tutti gli effetti concorre a determinare il quorum con il paradosso che alla fin fine per passare un accapo basterebbero pochi voti. Così è stato in occasione della surroga del consigliere Pio Lalla con il subentrante Biagio Viscio. Allora a questo punto siamo autorizzati a pensare che non sono importanti il voto popolare, il rispetto degli accordi, la coerenza, l’educare i giovani a certi valori.
E’ importante tirare avanti, trascinarsi giorno per giorno con l’attesa che "àdda passà ‘a nuttata". Non è proprio questo che vogliono i cittadini ormai consci che a forza di "scremature", l’amministrazione poggia politicamente su minoranze. Non è questo il modo di rappresentare una città importante come San Giovanni Rotondo. Non è questa una bella presentazione per il nascente Partito Democratico che potrebbe essere una opportunità per tutte quelle anime critiche del centrosinistra che tengono alla politica per non tenersi nascosta la mano dopo aver tirato il sasso.
Sarà nelle prerogative del sindaco rappresentare le proprie ragioni alla cittadinanza seppur nell’ambito delle iniziative per la presentazione del Partito Democratico, ma misurare il consenso dei cittadini in assenza di contraddittorio non serve. In verità, nel comizio tenuto Domenica 15 luglio insieme all’assessore Cusenza ed al consigliere Fania non c’è stato un vero e proprio populismo ma un po’ di retorica certamente. E giacché il sindaco ha sentito il bisogno di scomodare Paul Valery "l’indignazione permanente è segno sicuro di bassezza morale"per bacchettare quelli che di fronte a certi atteggiamenti si indignano, gli si potrebbe contrapporre una frase scritta di suo pugno in un appello all’unità dell’Ulivo (2003):"…la cosa peggiore non è l’incapacità e la stupidità degli uomini politici, ma il silenzio degli uomini onesti". Preferiamo ricordare un’altra massima del letterato in questione: "La politica è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di quello che la riguarda".
Tornando al comizio, bene l’essersi limitati alla illustrazione sull’andamento dell’amministrazione che comunque va avanti nonostante tutto, ma ci saremmo aspettati che chiarisse l’origine ed i perchè della perenne crisi politica; che spiegasse (a parole sue) il perché di tanti cambiamenti; per quale strategia politica sono fuori tre partiti della coalizione originaria e come mai la maggioranza si è ridotta a nove consiglieri. Questo è cercare il pelo nell’uovo?
Ci si aspettava anche un atto di umiltà da parte del sindaco nell’ammettere gli errori commessi nell’accettazione di ricatti su ricatti ed uno scatto di orgoglio nel voler considerare l’opportunità di ritornare alla coalizione vincente alle elezioni anche e soprattutto per una prospettiva futura. A questo proposito, repetita iuvant, se ci fosse la buona volontà sarebbe auspicabile l’interessamento di "un esploratore" mosso da forte motivazione per riunire intorno ad un tavolo i vari protagonisti. Sarebbe un bene per tutti. Sì! Per tutti poiché non conviene a nessuno in questo particolare momento ritornare alle urne. Né a sinistra e nemmeno a destra è pronto un ricambio con una classe dirigente pronta. Il qualunquismo è imperante e si rischierebbe di assistere alla presentazione di varie liste civiche.
Gennaro Palladino