LibriAmo a cura di Renata Grifa
Inspirò a fondo per farsi coraggio.
“Mi era stato detto che potevo venire”.
Il cuore le batteva forte, come le capitava sempre nei suoi momenti di ribellione, grandi o piccoli che fossero.
Sei mesi prima, quando aveva annunciato alla madre che intendeva trasferirsi a Winchester, le sbatteva come un uccellino in gabbia.
A trentotto anni ho ancora paura di tutto, pensò.
Tracy Chevalier
Era attesa, attesissima.
A distanza di ben vent’anni dall’uscita de La ragazza con l’orecchino di perla, torna con una storia audace Tracy Chevalier e la sua Ricamatrice di Winchester.
Se vi aspettate la passione, l’amore e la magia che ha travolto Griet ne resterete delusi, quei capolavori riescono una volta sola.
È forse questo l’errore che spesso si compie, presentare un nuovo libro paragonandolo a quello precedente. Questa è una storia diversa, una storia di donne, di amicizie e ribellioni.
Siamo nell’Inghilterra degli anni Trenta, una guerra è appena finita e un’altra ne sta per scoppiare, Violet ha trentotto anni, ha un lavoro, non ha un marito e fa parte di quella categoria che la stampa ha definito “donne in eccedenza”, in eccedenza per quegli uomini che avrebbero potuto avere ma che il conflitto ha tenuto con sé per sempre.
In una società in cui l’unico modello di donna a cui aspirare era quello di moglie, Violet Speedweel è la voce fuori dal coro.
“È questo il guaio quando si assumono le donne, prima o poi se ne vanno perché trovano marito o devono assistere i genitori. A volte mi domando perché mai quelle del vostro sesso si cerchino un lavoro. Per non essere schiave della famiglia, avrebbe voluto rispondere Violet se non avesse avuto paura di perdere il posto.”
Violet non ci sta, non tollera che la sua unica alternativa sia quella di badare ad una madre all’apparenza troppo austera e rassegnarsi così ad una vita che non sente sua.
Quasi non rendendosi conto di quanto sia rivoluzionario il gesto che compie, decide di lasciare tutto e trasferirsi lontano da quella routine che non ama. Winchester sarà il suo nuovo inizio.
Non avrà vita facile, le ristrettezze economiche, la malinconia, la paura di restare sola spesso prenderanno il sopravvento, sarà forse per questo che, affascinata da un mondo mai visto, decide di unirsi a quella che sembra “la setta delle ricamatrici della cattedrale di Winchester”, Violet vuole lasciare un segno di sé, qualcosa che dica al mondo che lei era lì, qualcosa che le sopravviva.
“E le ricamatrici? I vostri bei cuscini?”
“Certo, mi sono d’aiuto, e sono grata alle ricamatrici perché mi hanno offerto la possibilità di lasciare una traccia di me, piccola ma destinata a durare nel tempo. E sono contenta di creare oggetti che rendono la vita più comoda agli altri. Ma è questo che ci si aspetta da noi donne, no? Dobbiamo dare, dare, e aiutare gli altri, qualunque sia il nostro stato d’animo. È stancante ed ingrato, a volte.”
La storia di Violet non ha la potenza narrativa dei romanzi precedenti della Chevalier ma è un pretesto per raccontare tante altre storie di donne, di Gilda, Doroty, di Maureen. Donne che uscendo da quegli schemi che la società impone hanno scelto se stesse e la propria libertà. Perché a volte “basta un filo per cambiare la trama” bisogna solo avere coraggio.