LibriAmo a cura di Renata Grifa
Parigi 1971
Mi chiamo Mathilde Kschessinska e sono stata la più grande ballerina russa nei teatri dell’impero.
Ma il mondo in cui sono nata, il mondo nel quale sono cresciuta, è scomparso, così come sono scomparsi i suoi protagonisti: morti, uccisi, esiliati, ridotti a fantasmi ambulanti.
Io sono uno di quei fantasmi.
Adrienne Sharp
Inizia così il romanzo di Adrienne Sharp, un incipit che racchiude bene tutta quella che sarà l’essenza di questo racconto.
Quando si pensa ai romanzi russi la mente inevitabilmente prova a collocarli tra quelli che sono i pilastri della letteratura non solo russa ma mondiale, Tolstoj o Dostoevskij sono nomi che resteranno per sempre inavvicinabili e che forse proprio per questo limitano l’apprezzare a pieno qualsiasi altro romanzo che parli di zar e di fredde città.
Lo stesso si può dire de La ballerina dello zar.
Adrienne Sharp riesce a romanzare la vera storia di una delle più famose ballerine dei teatri imperiali della Russia zarista, divenuta amante dell’ultimo zar Nicola II.
Ormai anziana Mala racconta quella che è stata la sua vita accanto a uno degli uomini più potenti del mondo e quali gli intrighi e le bassezze che permeavano l’intera società russa di quel secolo.
È attraverso i suoi occhi che riviviamo suo malgrado uno dei momenti più tragici della storia, dalla rivoluzione di Ottobre all’abdicazione dello Zar, fino all’uccisione di Nicola II con tutta la sua famiglia.
No, non lo si può definire un romanzo d’amore né un romanzo di passione, tutto è ben calcolato e studiato fin nei minimi dettagli perché si possa intravedere il sentimento che lega la giovane Mathilde al suo Niki, sebbene la protagonista definisca che L’amore, perfino se non corrisposto, è sempre un dono. Chi poteva saperlo meglio di me? è un sentimento che non traspare perché i protagonisti sono tutti troppo impegnati a compiere quella scalata sociale che per alcuni è il loro naturale destino per altri solo un sogno che resterà infranto.
Nicola per lei non sarà mai l’uomo, ma sempre lo Zar.
Grande merito della scrittrice è certamente la ricostruzione storica che mette in atto e che fa della Russia zarista la vera protagonista di questo romanzo.
Con la descrizione minuziosa di sfarzi e luccichii riesce a trascinare il lettore per le strade di quella San Pietroburgo di inizio Novecento che affascinerà sicuramente gli amanti del genere.
Quella raccontata in questo libro è sicuramente una storia amara, di una donna caparbia e ambiziosa ma di un’ambizione che se nel balletto le ha fatto ricoprire il ruolo più importante a cui potesse aspirare, nella vita la costringerà a vivere sempre un passo dietro le quinte.
Consigliato se volete ritrovarvi immersi negli intrighi di un impero dal destino segnato, un po’ meno se vi aspettate una storia di amore e sentimento e ancor meno di balletti e piroette.