Importante collaborazione di Casa Sollievo nella ricerca
Le persone con il gruppo sanguigno “A” hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi più gravi di Covid-19. A confermarlo è una ricerca scientifica internazionale pubblicata sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine che ha coinvolto centri di ricerca italiani, norvegesi, tedeschi e spagnoli. Tra questi vi è anche la Casa Sollievo della Sofferenza, grazie al contributo del Laboratorio di Ricerca dell’Unità di Gastroenterologia.
Gli scienziati – si legge nella nota diffusa dal Policlinico di Milano – hanno preso in esame 1.600 pazienti di Italia e Spagna, i due Paesi più colpiti dall’emergenza coronavirus, scoprendo tra le altre cose che il gruppo sanguigno “0” sarebbe associato a sintomi più lievi: informazioni preziose, che consentiranno ai medici di prevedere per tempo eventuali complicazioni e che potranno migliorare le possibilità di cura sui pazienti positivi al virus Sars-CoV-2.
«Abbiamo partecipato allo studio fornendo parte dei dati dei controlli sani della popolazione italiana su invito di Andre Franke, docente alla Christian-Albrecht-University di Kiel, in Germania, con cui collaboriamo da 20 anni all’interno dell’IBD Genetics Consortium, che si occupa dello studio della genetica delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali» spiega Anna Latiano, ricercatrice del Laboratorio di Biologia Molecolare dell’Unità di Gastroenterologia.
Un altro elemento rilevante dello studio pubblicato sul New England Journal of Medicine – a cui hanno partecipato anche i biologi Orazio Palmieri, Francesca Tavano e il medico Fabrizio Bossa – è che dal confronto tra il DNA dei pazienti affetti da SARS-CoV-2 e dei soggetti sani italiani e spagnoli sono state identificate per la prima volta alcune alterazioni genetiche favorenti l’infezione.
La ricerca permetterà di prevedere su quali persone sono più probabili eventuali complicazioni e migliorerà le strategie per la prevenzione, per trattamenti mirati e vaccini più efficaci.
Intanto dall’ospedale giunge un’altra buona notizia. Dopo i primi mesi di collaudo è pienamente operativo il nuovo sistema di Posta Pneumatica che permette, in tempi brevissimi, di ‘spedire’ le provette dal Pronto Soccorso al Laboratorio Analisi.
Si tratta di un sistema ad aria compressa che spinge le provette di campioni ematici all’interno di un impianto dedicato composto da tubi larghi 4 cm. L’infermiere del Pronto Soccorso che ha effettuato il prelievo, dopo aver etichettato la provetta, la inserisce nel foro del terminale. Il campione di sangue, opportunamente frenato, arriverà dopo pochi secondi al primo piano del corpo centrale, lato ovest, nel terminale di destinazione del Laboratorio Analisi.
La nuova modalità di trasporto sostituisce la consegna a mano, che richiedeva tempi più lunghi, e soprattutto permette di allocare meglio le risorse umane disponibili da poter dedicare esclusivamente all’assistenza del paziente.
«Inoltre – ha spiegato Lazzaro di Mauro, direttore dell’Unità di Laboratorio Analisi – ciò che più conta è aver ulteriormente abbreviato i tempi che passano dal prelievo al referto con i risultati delle analisi. Per ogni paziente siamo in grado di ridurre i tempi di 20 minuti, un valore significativo soprattutto per le cosiddette patologie tempo dipendenti, tra cui infarto del miocardio o ictus, in cui bisogna cercare di intervenire nel più breve tempo possibile».
Il nuovo impianto è stato molto utile anche nel pieno dell’emergenza da Covid-19 perché ha azzerato il trasporto provette dal Pronto Soccorso al Laboratorio Analisi, che avrebbe comportato tempi lunghi per procedere alla vestizione e alla svestizione dei presìdi di protezione individuale degli operatori.