Rubrica: Ambiente & Sicurezza

Lampade a basso consumo e alto rendimento: alcuni consigli
A cura di Franco di Cosmo

L’illuminazione è fra quei settori che pesano di più sui consumi di energia.

Basterebbe sostituire tutte le lampade tradizionali con quelle a risparmio energetico.

_Se usassimo tutti lampadine a basso consumo quanta elettricità risparmierem­mo?_

Un recente studio di ERG, Gruppo di Ricerca sull’efficienza negli usi fi­nali dell’energia, del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano, realizzato in collaborazione con Greenpeace, ha calcolato il "potenziale di efficienza energetica in tutti gli usi di energia elettrica": vale a dire, quanto potremmo risparmiare adottando tec­nologie efficienti nei vari ambiti di utilizzo di elet­tricità. Per l’illuminazione sembra che il potenziale tecnico di risparmio di energia per l’Italia da qui al 2020 sia di 45.400 GWh/anno (4.500 nel set­tore residenziale). La proiezione si basa sull’ipo­tesi che lampade, apparec­chi illuminanti e alimenta­tori siano sostituiti con modelli più efficienti. Secondo questa ricerca, il settore dell’illuminazione sarebbe quello con il po­tenziale di risparmio più alto, prima di quello dei motori elettrici e degli elettrodomestici. Il peso dell’illuminazione infatti, sul totale dei consumi fi­nali di energia, e quindi anche in termini di emis­sioni di CO2, è del 6% (dato Assil). È interessan­te confrontare questa in­dagine con quella voluta dalla Commissione Europea nel 2004 e realiz­zata dal DG Joint Research Centre.

Qui il potenziale di risparmio è stato valutato in base a due possibili scenari, l’ag­giunta di una lampadina a basso consumo per casa e l’aggiunta per casa di un numero di lampadine a basso consumo pari a un quarto della media nazio­nale dei punti luce. Secondo questi scenari l’Unione Europea, solo nel settore residenziale potrà risparmiare 18.399,82 Gwh/anno.

_Le lampade fluorescenti_

Ma se questi dati naziona­li ed europei possono far girare la testa o sembrare soltanto ipotesi, allora scendiamo nelle tasche di ognuno di noi e cerchia­mo di capire come funzio­nano le lampadine a basso consumo e quanti benefici possiamo trarne.

Le principali lampade a ri­sparmio energetico sono quelle fluorescenti.

In esse la luce viene prodotta da una sostanza fluorescente, in genere polveri di mer­curio, che viene eccitata con scariche elettriche. Le prime di queste lampade, denominate a luce stan­dard, utilizzavano polveri di bassa qualità che dava­no origine a tonalità di lu­ce che falsavano i colori e si accendevano con uno "sfarfallio". La tecnologia di base è stata migliorata nelle fluorescenti ad alta frequenza, realizzate per funzionare con alimenta­zione a mezzo di reattori elettronici. I loro principa­le vantaggio è l’accensione istantanea.

Dagli anni ’80 poi sono disponibili le CFL, le lampade fluore­scenti compatte, che han­no dimensioni e tonalità di luce simili a quelli delle lampade a incandescenza e spesso utilizzano l’ac­censione elettronica, che ha eliminato ogni "sfarfal­lio" ed è molto adatta agli impieghi che richiedono un’accensione istantanea e ripetuta. Ne esistono ver­sioni con attacco a vite E 27 e E 14 (conosciuti co­me "attacco Edison" e "at­tacco Mignon") nel quale è incorporato anche il reattore elettronico. Possono quindi essere so­stituite direttamente (nel caso di rete a 230 volt) alle vecchie lampade a incandescenza.

_L’efficienza luminosa_

Una lampadina ad in­candescenza, quella con il vetro a bulbo e il fila­mento interno, da 100 W, illumina come una lampadina fluorescente compatta da 20W: le due lampade emettono un flusso luminoso simi­le (misurato dal lumen, lm, che corrisponde al flusso emesso da una sorgente punti forme che abbia l’intensità di una candela). L’efficienza lu­minosa della lampada si esprime tramite il rap­porto lumen/Watt.

Mentre le lampade ad incandescenza da 100W sono caratterizzate da un’efficienza luminosa modesta (14 lm/W), perchè circa 1’80 del­l’energia elettrica è tra­sformata in calore e solo il restante 20% in luce, le CFL, da 20W hanno un’efficienza luminosa ben più elevata (fino a 60 1m/W).

Il meccanismo di funzio­namento più efficiente consente di ridurre fino all’80% i consumi di energia elettrica a parità di flusso luminoso. Una lampadina a basso consu­mo costa circa 7 euro, fi­no a 12 euro se elettroni­ca, ma ha una vita media notevolmente superiore a quella di una lampadina tradizionale (10.000 ore, rispetto a 1.000 ore della lampadina ad incandescen­za). Bisogna ricordare pe­rò che accensioni e spegnimenti frequenti, superiori alle l0 volte nelle 24 ore, possono ridurne sensibil­mente la durata.

_Ad alogeni_

Fra le lampade a bassi consumi, oltre alle CFL, si possono ricordare le lam­pade ad alogeni a rispar­mio energetico. Queste so­no basate sulla tecnologia del rivestimento a infra­rossi, in cui uno speciale rivestimento nella parte in­terna del bulbo riflette il calore sul filamento del bulbo. in modo che per mantenere il filamento operativo sia necessario un minore apporto di energia. Un’altra tecnologia è quel­la allo xeno, in cui le ridu­zioni di perdite di calore avvengono attraverso gas di riempimento. Queste lampade utilizzano pure gli attacchi E 14 E 27, hanno una durata media di 3.000 ore, costano circa 5 euro e consentono un ri­sparmio di energia circa del 30%.

_Facciamo i conti_

Se assumiamo come indice di efficienza 1=12 1u­men/Watt e 1 è l’indice delle lampade a incande­scenza, quello delle lampa­de ad alogeni è 1,8 e quel­lo delle CFL 5,6, per le elettronicamente integrate. Ma una lampada a basso consumo non ha solo un’efficienza maggiore ri­spetto a una a incande­scenza. Quello che cambia visibilmente è la spesa an­nua per l’illuminazione. Poniamo di volere illumi­nare un soggiorno di 20 m2, per un periodo di 5 an­ni (10.000 ore) e calcolia­mo 0,18 euro per kilowat­tora. Per avere l’illuminazione desiderata possiamo scegliere ad esempio fra 3 lampade a incandescenza da 100 W o 3 fluorescenti compatte da 20 W. Il costo iniziale sa­rà, più o meno, di 10 euro per le lampade a incande­scenza e di 54 per le fluo­rescenti compatte elettro­niche (tenendo conto di una durata per le une di 1.000 ore per le altre di 10.000 e di un costo di 1 euro contro 18 euro). Il costo dell’energia elettrica però sarà di 550 euro con le lampade a incandescen­za e 162 euro con le fluo­rescenti compatte elettro­niche. Davvero dunque, in questo caso, chi più spen­de meno spende. Ma at­tenzione: la convenienza diminuisce se diminuisco no le ore di utilizzo, me­glio iniziare quindi a sosti­tuire le lampade che ri­mangono accese più a lungo (in cucina, sala, luo­go di lavoro, scale … ).

_Accorgimenti _

Oltre a sostituire le vecchie lampadine con quelle a ri­sparmio energetico altri piccoli trucchi possono es­sere utili per ridurre i consumi per l’illuminazione e inquinare meno. Prima di tutto è consiglia bile spe­gnere le luci quando non servono (si calcola infatti che gran parte degli spre­chi derivino dalle luci la­sciate inutilmente accese ­dato Assil). Sarebbe bene poi orientare bene le sor­genti luminose del cortile e del giardino, evitando di generare l’inquinamento luminoso che impedisce di vedere le stelle, come previ­sto da diverse leggi regio­nali.

È utile poi lavare le lampadine: polvere e vapo­ri da cucina possono ridur­re la luce erogata anche del 20%. Bisognerebbe poi sempre preferire la luce di­retta, quella riflessa perde gran parte della propria energia luminosa, e quindi studiare attentamente i punti luce necessari negli ambienti. Infine, si deve ri­cordare che le lampade fluorescenti non vanno mi­schiate con altri rifiuti ma consegnate in maniera dif­ferenziata ai servizi comu­nali. I materiali di cui sono fatte (in particolare i sali di mercurio) sono pericolosi, però riciclabili.

Franco Di Cosmo dello Studio Ambiente & Sicurezza