Il figlio spirituale del frate con le stimmate verrà sepolto definitivamente nel Cimitero di San Giovanni Rotondo
Cento anni fa la l’incontro tra Emanuele Brunatto e Padre Pio nella chiesa antica dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo.
Siamo nel 1919, il giovane Emanuele Brunatto, dopo un periodo di “dolce vita” vissuto come attore, cantante, impresario di moda, a Napoli, Palermo, Torino, si sente un uomo finito, ma emerge dalla disperazione ricordando di aver letto su un giornale napoletano la notizia del frate cappuccino stigmatizzato del Gargano, consolatore e taumaturgo: «Il pensiero di Padre Pio veniva incessante alla memoria – ricorderà in seguito – avrei voluto andarlo a vedere ma non avevo i soldi per il viaggio…».
In un giorno di primavera del 1920 Emanuele Brunatto giunge a San Giovanni Rotondo sentendosi il «peccatore numero uno», come egli stesso si definisce. Viaggia su un treno diretto a Foggia, ma per errore scende a San Severo, a circa 40 km da San Giovanni Rotondo, senza denaro per affittare una vettura. Non gli resta che fare la strada a piedi. Dopo dieci ore di marcia, tra vallate deserte senza mai incontrare un’anima viva, giunge all’alba presso il Convento dei cappuccini di San Giovanni Rotondo. Entra nella chiesetta deserta e poi nella sacrestia, dove nota un frate seduto accanto a un inginocchiatoio che ascolta la confessione di un contadino. Bruscamente il religioso alza la testa e fulmina Brunatto con uno sguardo duro, esce dalla sacrestia e inizia a singhiozzare come un bimbo ferito. Quando Brunatto ritorna nella sacrestia, il volto di quel frate è di una bellezza trascendente e raggiante di gioia. Senza una parola, gli fa segno di inginocchiarsi per iniziare la confessione. Così inizia la conversione di Brunatto e il suo rapporto di amicizia senza pari, il suo amore filiale verso Padre Pio. Emanuele cambia totalmente modo di vivere, da quel momento in poi “ù francise” diventa il suo fedele servitore, il suo “tuttofare”, fino a diventare il suo “appassionato” difensore. “u’poliziotto”, altro nome con cui il Cappuccino stigmatizzato lo chiamava scherzosamente, sarà la sua spada e il suo scudo contro i suoi persecutori e calunniatori.
Subito Brunatto si trasferisce a San Giovanni Rotondo – dove si fa chiamare Emanuele De Felice – e per circa cinque anni vive nel convento dei Cappuccini, nella cella n°6, proprio accanto a quella di Padre Pio, facendo vita conventuale e rispettando quotidianamente tutti i ritmi della fraternità. In questo periodo, gli viene chiesto di insegnare francese e matematica ai seminaristi e ha modo di assistere a molte liturgie celebrate dal mistico Frate e di frequentarlo nei momenti di vita comune. Sono quelli anche gli anni delle prime persecuzioni e dei primi provvedimenti restrittivi imposti dalla Chiesa di Roma nei confronti di Padre Pio, che obbedisce e tace diligentemente, come gli è imposto dal suo voto sacerdotale. Questa vicinanza “fisica” consolida la fede di Brunatto accrescendo l’amore verso il suo caro Padre Spirituale e dandogli la forza di difendere, per lunghi anni, il frate raccogliendo prove documentali sull’operato di Padre Pio.
Attività che gli valse il riconoscimento di primo difensore e primo biografo di Padre Pio, risale infatti all’aprile del 1926 la pubblicazione – con lo pseudonimo di Giuseppe De Rossi – del suo “Padre Pio da Pietrelcina, immediatamente messo “all’indice dei libri proibiti” dal Santo Uffizio.
Nel 1930 si trasferisce a Parigi e dalla capitale francese nel 1941 Brunatto invia una prima donazione di 3.500.000 franchi (circa 300 milioni delle vecchie lire) al Comitato per la costruzione della Casa Sollievo della Sofferenza, sono soldi provenienti dai guadagni della società ZARLATTI impegnata nella produzione delle nuove locomotive ferroviarie diesel dove Brunatto era un importante azionista e manager di 25 ingegneri.
Passano gli anni e continuano i controlli imposti dal Vaticano su Padre Pio, nel novembre del ’61 gli vengono mosse false accuse di immoralità, di cattiva amministrazione della clinica, di fanatismo e di mercimonio. Due settimane dopo, in un freddo pomeriggio di inverno un gruppo di fedeli riesce, dopo le funzioni vespertine, ad avvicinare il frate per baciargli le mani: in quel gruppo c’è Giuseppe Pagnossin, ricco industriale veneto che aveva venduto la sua fabbrica di ceramiche e di maioliche per stare accanto a Padre Pio. In quel frangente Padre Pio dice al suo figlio spirituale «Va’ a prendere Brunatto e riportalo in Italia!». Nel 1962 Emanuele ritorna in Italia per difendere ancora il suo Padre Spirituale da questa nuova persecuzione.
Emanuele Brunatto morì improvvisamente a Roma il 10 febbraio 1965, fu trovato esanime nel suo appartamento dalla donna delle pulizie, forse stroncato da un infarto.
Sabato 26 settembre 2020 Brunatto ritornerà da Padre Pio, nel luogo dove un secolo fa iniziò la sua conversione e verrà sepolto definitivamente nel Cimitero di San Giovanni Rotondo.
Nel centenario dell’incontro di Emanuele Brunatto con Padre Pio si concretizza il progetto di accogliere i resti mortali di questo strenuo difensore del Santo con le stimmate.
L’iter per il trasferimento del feretro del figlio spirituale e appassionato difensore di Padre Pio è cominciato nel 2015, quando il sindaco Luigi Pompilio ha accolto la richiesta di François, Maria Pia e Felicia (figli di Emanuele) e del Comitato “Emanuele Brunatto” di realizzare il desiderio del figlio spirituale di Padre Pio, che aveva chiesto di poter stare sempre accanto al suo Padre Spirituale, e ha assegnato a quest’uomo una speciale benemerenza e la concessione perpetua di un’area del Cimitero per costruire la tomba – progettata dall’arch. Pio Gusso, con la partecipazione della pittrice Angela Ciccone – ubicata di fronte alla cappella dove riposano i genitori di Padre Pio, il fratello Michele, la sorella suor Pia, i suoi direttori spirituali, i padri Benedetto e Agostino da San Marco in Lamis, Maria Pyle e a pochi passi dalla sepoltura di Francesco Morcaldi, noto sindaco di Padre Pio e amico speciale di Emanuele, nello stesso sacro recinto che custodisce tanti altri figli spirituali del Santo.
Giovedì 24 settembre le spoglie di Brunatto dal Cimitero del Verano a Roma, giungeranno all’obitorio della Casa Sollievo della Sofferenza, dove resteranno fino alla celebrazione eucaristica nel santuario di Santa Maria delle Grazie e quindi alla sepoltura nel cimitero cittadino.
In preparazione dell’evento si terranno a San Giovanni Rotondo due convegni in programma per l’11 e 25 settembre, moderati da Stefano Campanella – direttore di Padre Pio Tv – e da Solène Todié – corrispondente europea del National Catholic Register.
Programma
Venerdì 11 settembre 2020: ore 18.00
Salone Parrocchia “San Leonardo Abate” – Piazza Padre Pio
Emanuele Brunatto, un pubblicano tra due santi: Don Orione e Padre Pio
Relatori
- fr. Marciano Morra O.F.M. Cap. – studioso di Padre Pio
- don Flavio Peloso F.D.P. – Postulatore e storico
- François Brunatto – figlio di Emanuele
- Raffaele Augello – studioso di Emanuele Brunatto
Modera
- Stefano Campanella – direttore di Padre Pio TV
Giovedì 24 Settembre 2020
Trasferimento del feretro dal Cimitero del Verano (Roma) all’obitorio della Casa Sollievo della Sofferenza.
Venerdì 25 settembre 2020: ore 18.00
Sala Polivalente – “ Casa Riposo per Anziani” – Via Ragazzi del ‘99
Emanuele Brunatto : proiezioni video e foto. Testimonianze
Interventi
- fr. Marciano Morra O.F.M. Cap. – studioso di Padre Pio
- Francobaldo Chiocci – giornalista , biografo di Padre Pio e Emanuele Brunatto
- Luigi Pompilio – già sindaco di San Giovanni Rotondo
- François Brunatto – figlio di Emanuele
- Maurice Soustiel – figlio di famiglia ebrea salvata da Emanuele Brunatto
- Piernicola Dalla Zeta – cantautore
Modera
- Solène Tadié – corrispondente europea del National Catholic Register
Sabato 26 settembre 2020
Chiesa antica del Convento dei frati cappuccini
- ore 9.00 – arrivo del feretro
Santuario “Santa Maria delle Grazie”
- ore 10.00 – Celebrazione Eucaristica presieduta da fr Carlo Maria Laborde O.F.M. Cap. – Guardiano del Convento
Trasferimento del feretro nel Cimitero di San Giovanni Rotondo con corteo in macchina che attraverserà c.so Umberto I
- ore 11.30
Cimitero di San Giovanni Rotondo
- ore 12.00 – arrivo del feretro
- seguiranno interventi-testimonianze – modera Solène Tadi
- rito di sepoltura