Persone con “Abilità diverse”
A cura della dottoressa Valentina Turco
Psicologa e tecnico ABA
Oggi, nella rubrica Virtual…Mente introdurremo il tema della disabilità, che ha attraversato una notevole evoluzione nel corso della storia, sia per ciò che concerne il significato del termine, sia nella considerazione e trattamento delle forme di disabilità.
Eterogenei e diversi tra loro sono gli approcci utilizzati per definire la disabilità nelle persone, ed ad ognuno di essi corrisponde una tipologia di assistenza da fornire a tali soggetti.
Secondo l’approccio caritativo-assistenziale la disabilità è considerata come conseguenza di un danno, di cui nessuno ha colpa, che causa reazione individuale di pietà. La risposta ad essa deriva dalla società ed è per lo più di tipo istituzionale e/o monetario ed i protagonisti sono gli operatori che si prendono cura della persona.
Secondo l’approccio medico la disabilità viene vista come conseguenza di un danno alla salute della persona e quindi la sua condizione viene considerata come una malattia che necessita di un trattamento. Il ruolo centrale è ricoperto dal medico e dagli operatori sanitari; la società risponde attraverso la creazione di ospedali e centri specializzati.
Solamente a partire dagli anni ’60 si è sviluppato un terzo e differente approccio: l’approccio sociale secondo cui la disabilità è considerata una condizione che procura un forte rischio di discriminazione sociale per la persona; l’azione della società si modifica ed opera di modo da eliminare ogni possibile ostacolo al pieno godimento dei diritti da parte dei cittadini con disabilità.
Ma l’evoluzione della concezione della disabilità si può vedere anche nell’evoluzione lessicale e semantica della terminologia, che rispecchia le difficoltà che abbiamo a rapportarci con una condizione problematica della nostra società. È da considerarsi ormai superato il termine “handicap” introdotto all’inizio del Novecento in riferimento alle persone disabili, ma che deriva dal linguaggio sportivo internazionale, poiché inizialmente indicava lo svantaggio attribuito in gara al concorrente con minori possibilità di successo. Da diversi anni è stato introdotta l’espressione “diversamente abile”, che risulta essere una espressione linguistica imprecisa.
Se riflettiamo bene sul significato di questa espressione dobbiamo chiederci: cos’è la diversa abilità, in cosa consiste?
Il termine “Abile” svolge spesso nella nostra lingua la funzione di un aggettivo che qualifica azioni e competenze delle persone, si è sempre abili in qualcosa e non in assoluto.
Nell’ultimo periodo in rete mi è capitato di leggere l’interpretazione che un ragazzo ha dato all’espressione “diversamente abile” intesa come “chi ha abilità diverse”, abilità che variano a seconda della persona a cui si riferisce l’espressione.
Finalmente siamo arrivati all’idea di “Persona” con disabilità, secondo tale concezione, si continua ad essere persone prima di tutto, prima ancora di considerare le varie abilità, e si resta persone sempre, anche se si hanno “abilità diverse”.