I Disturbi Specifici dell’Apprendimento: tra mito e realtà
A cura della dottoressa Adelaide Clara Capuano
Psicologa clinica e della salute
È questa forse una delle frasi più significative per chi è DSA e per chi si occupa di loro. È la frase che racchiude il senso di ogni cosa a riguardo.
Partiamo dal presupposto che essere DSA non è una malattia, ma è una modalità di elaborazione cerebrale dei dati diversa dalla “norma”. Occorre infatti sfatare un mito. Spesso si associa l’avere un DSA con l’essere ignorante, incapace: in realtà non è così. Vi stupirà sapere che nei DSA il QI (Quoziente intellettivo) risulta essere nella norma o addirittura superiore ad essa. Quindi essere DSA non significa essere “scemi” (passatemi il termine) ma al contrario, in molti casi, è sinonimo di “genio”. Una persona con DSA, dunque, ha intelligenza e capacità cognitive adeguate alla sua età: può però apprendere con difficoltà e a ritmo più lento rispetto ai suoi coetanei perché fatica e disperde energie a causa delle sue caratteristiche individuali di apprendimento che la didattica in quel momento non asseconda.
Ma cosa sono i DSA?
I DSA sono disturbi che si manifestano nelle modalità di apprendimento e che interessano alcune abilità specifiche che devono essere acquisite da bambini e ragazzi in età scolare.
I disturbi specifici dell’apprendimento, che comprendono, tra gli altri, dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia e disprassia, comportano la non autosufficienza durante il percorso scolastico in quanto interessano nella maggior parte dei casi le attività di lettura, scrittura e calcolo. È evidente dunque come per i bambini di tale fascia di età sia molto importante avere nei genitori e negli insegnanti una figura di supporto in tale difficoltà, un figura che – con l’ausilio di psicologi formati ed abilitati all’esercizio della professione – sia in grado di aiutarli negli apprendimenti e che allo stesso tempo sia da sprono a questi bambini che nella maggior parte dei casi presentano anche scarsa autostima e/o disturbi emotivi associati. I DSA interessano bambini e ragazzi (ma anche adulti ai quali viene fatta diagnosi tardiva) che in genere non hanno disabilità o difficoltà particolari, ma possono rendere o aver reso loro difficile la vita a scuola.
I DSA dunque sono SPECIFICI in quanto interessano specifiche aree dell’apprendimento, hanno una MATRICE EVOLUTIVA poiché si manifestano in età evolutiva ed è in tale età che vanno individuati, diagnosticati e compensati e hanno un’origine NEUROBIOLOGICA cioè, uno sviluppo atipico che si discosta ampiamente dalla patologia.
La diagnosi di DSA va effettuata da uno psicologo (coadiuvato spesso
da un logopedista in quanto spesso tali disturbi si associano anche a disturbi
del linguaggio) in età scolare anche se esistono svariati test per poter
effettuare diagnosi anche in età prescolare e in età adulta. A tal proposito va
fatta una precisazione: la diagnosi e la “tutela legale” di un DSA
può essere effettuata tra la fine della prima e l’inizio della seconda
elementare in quanto garantita dalla Legge 170/10. Solo dopo tale diagnosi,
qualora dovesse risultare un DSA, verrà attivata una rete di servizi che
coinvolgono psicologo, logopedista, scuola e famiglia.
Risulta evidente come sia la valutazione sia la presa in carico di un bambino DSA avvenga a 360° sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista sociale e familiare.
Come dico sempre il mondo dei DSA è un mondo complesso ma allo stesso tempo affascinante. Un mondo che fino a qualche anno fa era sconosciuto, per il quale era più semplice additare questi bambini come incapaci piuttosto che aiutarli ad accettare e a convivere con il loro disturbo. Oggi, per fortuna, questo magnifico mondo è stato scoperto ed è possibile aiutare questi bambini in molti modi.
D’altronde sono semplicemente bambini che silenziosamente ci stanno chiedendo di insegnare loro in un modo in cui possano imparare piuttosto che utilizzare un modo ed un metodo standard di insegnare che sia valido per tutti.
Racchiudere il mondo dei DSA in un articolo è alquanto complesso se si pensa all’immensa bibliografia e alle innumerevoli ricerche che sono state fatte e vengono fatte su tali disturbi, ma resto a disposizione di chiunque voglia entrare in questo “magnifico mondo”.