I disturbi specifici dell’apprendimento: quali sono e quando riconoscerli
A cura della dottoressa Adelaide Clara Capuano
Psicologa clinica e della salute
Nel precedente articolo scritto da me, ho parlato in linea generale dei disturbi specifici dell’apprendimento in modo da chiarire maggiormente cosa fossero anche a chi non è propriamente del mestiere e non si destreggia tra DSA tutti i giorni o con maggiore frequenza.
Con questo secondo articolo sull’argomento, l’intenzione è di identificare ulteriormente questa categoria di disturbi elencando, nello specifico, quali sono i DSA.
I Disturbi evolutivi Specifici dell’Apprendimento (DSA), come già scritto nel precedente articolo, sono un gruppo di disturbi di origine neurobiologica delle abilità di base che interferiscono con il normale apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo. Italia oltre 2 milioni di persone tra bambini, ragazzi e adulti ne soffrono. Secondo le recenti ricerche, infatti, i DSA riguarderebbero circa il 3% degli alunni italiani, ma purtroppo si stima che solo l’1% di questi alunni venga riconosciuto con una certificazione diagnostica (fine prima inizio seconda elementare), mentre il restante 2%, pur manifestando delle difficoltà, non viene identificato come DSA.
Ma quali sono i DSA?
Essi si distinguono in:
Dislessia: disturbo della lettura che si esprime a livello base della decodifica del testo (apprendimento della “tecnica” di lettura: trasformazione dei segni grafici nei suoni che compongono le parole)
Disortografia: disturbo della scrittura che si esprime a livello della compitazione del testo (codifica fono-grafica e ortografia)
Discalculia: disturbo delle abilità relative al mondo dei numeri e del calcolo
Disgrafia: disturbo della scrittura che si esprime a livello della grafia (aspetti grafo-motori)
A chi spetta il compito di capire che si possa trattare di DSA?
Generalmente è l’insegnante che segnala eventuali difficoltà del bambino alla famiglia o allo psicologo scolastico. Se l’insegnante rilevasse difficoltà nel rendimento scolastico del bambino, con ritardo nell’apprendimento della letto-scrittura o carenze negli apprendimenti di fatti matematici, può invitare la famiglia a fare una visita specialistica da neuropsichiatria infantile e psicologo in modo che questi sottopongano il bambino a una serie di test che possano confermare o meno il presunto DSA; oppure l’insegnante può segnalare il caso allo psicologo scolastico dell’istituto in modo che questo possa contattare la famiglia. Il compito dello psicologo non è semplice in questo caso… comunicare a dei genitori che il figlio potrebbe avere un disturbo specifico dell’apprendimento (ma in generale un qualsiasi altro disturbo) non è facile, perché spesso alla parola “disturbo” molti genitori si spaventano e non si sa mai come questi possano reagire. Entrano in campo qui alcune delle capacità più importanti e maggiormente proprie dello psicologo come l’empatia e il “tatto”, passatemi il termine…
È importante un intervento precoce?
La risposta è sì! L’osservazione precoce dello sviluppo delle abilità di apprendimento è fondamentale per contenere il disturbo. Se il caso dovesse essere segnalato subito, sarà possibile intervenire con altrettanta rapidità con strumenti specifici che possano andare a migliorare le capacità di apprendimento del bambino.
Il cammino nel magnifico mondo dei DSA prosegue con il mio prossimo articolo. Intanto auguro buona lettura e Buone feste a tutti.