La nuova espressione politica anche a San Giovanni Rotondo
“Insieme”. Si chiama così il nuovo soggetto politico «di ispirazione cristiana, autonomo e non confessionale»: un progetto a lungo coltivato e lungamente discusso fra varie sigle e componenti dell’associazionismo, promosso da Stefano Zamagni, capo della Pontificia accademia delle scienze sociali ed economista apprezzato in tutto il mondo. Il 4 ottobre a Roma è stato presentato il Manifesto Zamagni e sono stati approvati simbolo e nome e programma.
Un nuovo partito che non vuole essere collocato da una parte o dall’altra dello schieramento, ma che ha come fine ultimo quello di vincere “Insieme” la sfida su «cinque temi forti: lavoro e impresa, famiglia, scuola e università, pace, Europa» dove il bipolarismo ha fallito. Un partito che si colloca rigorosamente al centro, perché «una democrazia liberale non può fare a meno di un partito di centro».
La nuova espressione politica sarà presente anche a San Giovanni Rotondo ed ha diramato il primo comunicato stampa.
LE RESTRIZIONI A NATALE PER LA PANDEMIA DEL CORONAVIRUS SONO UTILI, MA SARA’ SEMPRE PIU’ UTILE IN FUTURO PER LA POLITICA ITALIANA E INTERNAZIONALE DI PORRE SERI E URGENTI PROVVEDIMENTI PER RIMARGINARE LE FERITE PROVOCATE DALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
L’enciclica Fratelli Tutti è profetica in questo nostro periodo storico.
Può esistere una correlazione tra la diffusione dell’infezione da SARS-CoV2 e le aree ad elevato livello di inquinamento atmosferico? La domanda è più che mai attuale e tuttora al vaglio di diverse ricerche scientifiche. La necessità di portare maggiore chiarezza in tale ambito ha infatti sollecitato il Partito popolare Insieme di ispirazione cristiana, aconfessionale, attento ai bisogni di ogni uomo e donna (il partito politico è nato a Roma il 4 Ottobre 2020) a collaborare con la ricerca scientifica per esaminare il problema e le possibili correlazioni. Premesso che il Covid si tratta di una infezione virale sottoposta a meccanismi di trasmissione sicuramente diversi da quelli generalmente studiati nel settore dell’inquinamento atmosferico, in Italia l’ipotesi di un’associazione è stata avanzata in virtù del fatto che aree come la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna, dove il virus ha presentato la maggiore diffusione, fanno registrare generalmente le maggiori concentrazioni degli inquinanti atmosferici misurati e controllati secondo quanto indicato e prescritto dalla legislazione di settore (DLgs 155/2010).Tuttavia, se è vero che la diffusione del virus si è presentata attraverso focolai circoscritti all’interno di zone della Pianura Padana sottoposte a valori di inquinamento atmosferico elevati e piuttosto omogenei, è anche vero che altre aree a forte inquinamento atmosferico, anche se prossime, sono rimaste inizialmente escluse e interessate, solo successivamente, con minor forza dalla contaminazione del virus. Si osserva inoltre, che a seguito delle disposizioni governative, la ridotta mobilità delle persone e la parziale chiusura di molte attività produttive e di servizi hanno portato ad una progressiva e significativa riduzione dei livelli di inquinamento dell’aria (PM10, PM2,5, NO2, benzene). Va infine notato che le aree dove il virus ha evidenziato il suo più elevato impatto, sono le aree sia ad elevata densità di popolazione sia a più alta produttività del Paese, se pensiamo alla Lombardia, ma anche alle grandi città della nostra Puglia. In questi territori del nord Italia sono presenti il maggior numero di aziende con vocazione e crescita internazionale che hanno continui e frequenti rapporti con paesi stranieri (in particolare Stati Uniti, Cina e Federazione Russa), con conseguente alta mobilità dei lavoratori. Infatti, molti approfondimenti epidemiologici in corso evidenziano proprio la componente legata ai rapporti di lavoro internazionali con il conseguente contagio diretto tra persone, oltre all’iniziale diffusione del contagio in strutture sanitarie (ospedaliere e RSA) che ha agito quale forte moltiplicatore dell’infezione, quando non si aveva notizia dell’avvenuto ingresso del virus sul territorio italiano. In sintesi, la complessità del fenomeno, insieme alla parziale conoscenza di alcuni fattori che possono giocare o aver giocato un ruolo nella trasmissione e diffusione dell’infezione SARS-CoV2, rendono al momento una valutazione di associazione diretta tra elevati livelli di inquinamento atmosferico e la diffusione dell’epidemia COVID-19, o del suo ruolo di amplificazione dell’infezione. Uno studio potrà essere svolto con il corretto approccio scientifico, solo quando l’epidemia e l’emergenza saranno terminate e potranno essere disponibili tutte le conoscenze sulle variabili/fattori utili ad analizzare il fenomeno, effettuando anche un’analisi comparativa su scala più ampia quale quella europea e internazionale. In tale contesto, un elemento di sicuro approfondimento potrà essere rappresentato dal ruolo dell’ambiente indoor/outdoor nel determinare lo stato di salute della popolazione, in particolare quella residente nelle aree urbane, e come questo possa aver influito sulla gravità degli esiti dell’infezione da SARS-CoV2. L’analisi dei decessi su un ampio campione di casi ha mostrato come la mortalità per COVID-19 sia stata elevata in soggetti che già presentavano una o più patologie (malattie respiratorie, cardiocircolatorie, obesità, diabete, malattie renali, ecc.), sulle quali la qualità ambientale indoor e outdoor e gli stili di vita, in ambiente urbano, possono aver avuto un ruolo. L’esposizione ad inquinamento atmosferico indoor e outdoor ed in particolare al materiale agli ossidi di azoto (NO e NO2), nonché all’ozono (O3), può determinare un insieme di effetti sanitari avversi ampiamente descritti nella letteratura scientifica accreditata.
La lettera enciclica FRATELLI TUTTI del Santo Padre Francesco afferma che la tragedia globale della pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Afferma Papa Francesco che ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente INSIEME. Per questo ho detto il Pontefice che la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli. Il mondo avanzava implacabilmente verso un’economia che, utilizzando i progressi tecnologici, cercava di ridurre i “costi umani”, e qualcuno pretendeva di farci credere che bastava la libertà di mercato perché tutto si potesse considerare sicuro. Ma il colpo duro e inaspettato di questa pandemia fuori controllo ha obbligato per forza a pensare agli esseri umani, a tutti, più che al beneficio di alcuni. Oggi possiamo riconoscere che ci siamo nutriti con sogni di splendore e grandezza e abbiamo finito per mangiare distrazione, chiusura e solitudine; ci siamo ingozzati di connessioni e abbiamo perso il gusto della fraternità. Abbiamo cercato il risultato rapido e sicuro e ci troviamo oppressi dall’impazienza e dall’ansia. Prigionieri della virtualità, abbiamo perso il gusto e il sapore della realtà. Il dolore, l’incertezza, il timore e la consapevolezza dei propri limiti che la pandemia ha suscitato, fanno risuonare l’appello a ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, l’organizzazione delle nostre società e soprattutto il senso della nostra esistenza. Se tutto è connesso, è difficile pensare che questo disastro mondiale non sia in rapporto con il nostro modo di porci rispetto alla realtà, pretendendo di essere padroni assoluti della propria vita e di tutto ciò che esiste. Non voglio dire che si tratta di una sorta di castigo divino. E basterebbe affermare che il danno causato alla natura alla fine chiede il conto dei nostri soprusi. È la realtà stessa che geme e si ribella. Viene alla mente il celebre verso del poeta Virgilio che evoca le lacrimevoli vicende umane. Velocemente però dimentichiamo le lezioni della storia, «maestra di vita». Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica. Voglia il Cielo che alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”. Che non sia stato l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare. Che non ci dimentichiamo degli anziani morti per mancanza di respiratori, in parte come effetto di sistemi sanitari smantellati anno dopo anno. Che un così grande dolore non sia inutile, che facciamo un salto verso un nuovo modo di vivere e scopriamo una volta per tutte che abbiamo bisogno e siamo debitori gli uni degli altri, affinché l’umanità rinasca con tutti i volti, tutte le mani e tutte le voci, al di là delle frontiere che abbiamo creato. Se non riusciamo a recuperare la passione condivisa per una comunità di appartenenza e di solidarietà, alla quale destinare tempo, impegno e beni, l’illusione globale che ci inganna crollerà rovinosamente e lascerà molti in preda alla nausea e al vuoto. Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare che l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca». Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo sarà peggio di una pandemia.(Enciclica FRATELLI TUTTI nn. 32,33,34,35,36). Come non pensare anche alla Lettera Enciclica e profetica Laudato si‘ del Santo Padre Francesco sulla cura della casa comune?
Ci ha colpito anche il messaggio per il Natale 2020, rivolto ai rappresentati delle Istituzioni di Padre Franco Moscone, l’Arcivescovo della nostra Diocesi di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo. Il nostro Pastore parla anche del bisogno urgente di “convertirsi” che non riguarda solamente la sfera religiosa, ma l’umano in tutte le sue dimensioni in un cammino nella direzione del bene comune. L’arcivescovo parlando del settore ambientale-ecologico ci esorta a salvaguardare il nostro pianeta e che ogni territorio sappia curare e preservare la ricchezza del proprio ecosistema, mettendo in risalto la bellezza del nostro Gargano.
Concludendo questo articolo noi del partito politico Insieme vorremmo proporre 2 alternative a livello locale, per quel concerne il riscaldamento sia delle abitazioni che per il settore commerciale, per poter riscaldare senza gas metano, che è altamente inquinante.
Per esempio le stufe a pellet funzionano come delle classiche stufe a legna ma, a differenza di queste, utilizzano un combustibile molto economico e soprattutto ecologico. Il pellet è infatti un biocombustibile ricavato dalla segatura e dalle feci essiccate il cui costo oscilla dalle 30€ alle 50€ a quintale che si traduce in appena 4€ circa per un sacco da 15Kg. Quanto fa risparmiare riscaldare casa senza gas utilizzando una stufa a pellet? Non esiste una risposta univoca a questa domanda poiché nel calcolo intervengono molte variabili quali l’isolamento termico dell’abitazione, i metri quadri della casa, il modello della stufa a pellet utilizzato. In generale possiamo però dire che l’impiego di una stufa a pellet potrebbe farvi risparmiare fino al 500€ l’anno. Il calcolo e’ molto semplice. Una stufa a pellet consuma circa 15Kg di combustibile per 12 ore di funzionamento facendoci spendere 4€ circa. Un termosifone alimentato a gas metano acceso per 12 ore ci farebbe spendere invece 6€ circa. Un sistema di riscaldamento alimentato con il pellet ci farebbe spendere alla fine del mese 120€ circa contro i 180€ del riscaldamento a gas.
Al secondo posto troviamo gli impianti fotovoltaici. Prima di procedere nella spiegazione di come usare un impianto fotovoltaico per il riscaldamento degli ambienti domestici, dobbiamo prima di tutto fare chiarezza su cosa è un impianto fotovoltaico. Un impianto fotovoltaico è un sistema che produce energia elettrica dall’energia solare. Si tratta quindi di un sistema al 100% ecologico. Ad oggi i sistemi fotovoltaici possono essere di due tipi: gli impianti ad isola e quelli connessi in rete. I primi sono dei sistemi che producono energia in modo totalmente autonomo; i secondi sono invece dei sistemi collegati ad una rete elettrica di distribuzione gestita da aziende terze. Veniamo dunque al punto. Come riscaldare casa senza gas utilizzando un impianto fotovoltaico? L’installazione di un impianto fotovoltaico fa davvero risparmiare rispetto a un sistema di riscaldamento a gas? E di quanto? Il riscaldamento della casa grazie al fotovoltaico è reso possibile dall’installazione di una pompa di calore all’interno o all’esterno dell’abitazione. Si tratta di un apparecchio che estrae calore da una fonte naturale come l’aria, il terreno, l’acqua o l’energia solare. Nel caso di un impianto fotovoltaico avrete quindi bisogno di installare una pompa di calore elio-assistita – ossia una pompa di calore che estrae calore dall’energia solare – per produrre sia acqua calda sanitaria che riscaldamento. Abbinando una pompa di calore a un impianto fotovoltaico otterrete non solo autonomia energetica ma anche un risparmio in bolletta pari al 100%.
Insomma le restrizioni di questo periodo natalizio imposto dal Governo, vanno seguite, ma per gli anni a venire ci sarebbe da considerare urgenti e seri provvedimenti politici per quel concerne l’attenzione all’inquinamento atmosferico. La politica si attivi sia a livello locale che a livello nazionale ed internazionale, non scendendo a compromessi con le lobby del gas metano. Dopo il biossido di carbonio, il metano è il secondo più importante agente dei cambiamenti climatici. È anche un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute. La lotta contro le emissioni di metano è pertanto essenziale per conseguire gli obiettivi climatici per il 2030, la neutralità climatica entro il 2050 e per contribuire all’ambizione della Commissione europea di azzerare l’inquinamento.
A livello molecolare, il metano è più potente del biossido di carbonio. Contribuisce alla formazione di ozono troposferico ed è un potente inquinante atmosferico locale che causa gravi problemi di salute. Al termine del ciclo di vita il metano è trasformato in biossido di carbonio e vapore acqueo, contribuendo ulteriormente ai cambiamenti climatici. La riduzione delle emissioni di metano contribuisce pertanto a rallentare i cambiamenti climatici e a migliorare la qualità dell’aria.
La politica si muovi anche ad agevolare fiscalmente quei settori e/o aziende dell’energia e il riscaldamento non inquinante, creando anche dei bonus e aiuti alle famiglie, al commercio, per l’acquisto dei prodotti per i settori in questione.
Davide Ciliento
Coordinatore del partito politico INSIEME a San Giovanni Rotondo