La Biblioteca Comunale “Michele Lecce” aderisce all’iniziativa e posiziona le sagome dello studente egiziano sulle sedie delle sale lettura
È il 7 febbraio 2020 quando Patrick Zaki, attivista, ricercatore e studente dell’università di Bologna, si mette in viaggio per far ritorno a casa, in Egitto. All’aeroporto viene fermato e accusato di diffusione di notizie false e adesione ad un gruppo terroristico. Da quel giorno inizia un incubo: fino ad oggi Patrick ha attraversato 11 rinnovi della detenzione e 13 rinvii delle udienze.
Da subito, tutto il mondo si è mobilitato per chiedere la sua liberazione. Già dal 10 febbraio 2020, Amnesty International Italia ha attivato una massiccia campagna di sensibilizzazione, e a ruota, realtà di ogni genere, associazioni, università, comuni, biblioteche, si sono mosse per chiedere la libertà di questo ragazzo detenuto ingiustamente in Egitto, ormai da un anno. Un impegno forte e quotidiano che neanche le restrizioni imposte dal Covid-19 sono riuscite a fermare e che ha spinto l’ateneo di Bologna a porre Patrick fisicamente in mezzo agli studenti: nei luoghi di studio Unibo sono state collocate 150 sagome dello studente egiziano realizzate dal disegnatore e graphic journalst ravennate Gianluca Costantini.
L’iniziativa “Una sedia per Patrick Zaky” è arrivata anche a San Giovanni Rotondo, nella biblioteca comunale “Michele Lecce”, gestita dalla cooperativa Cantieri di Innovazione Sociale da gennaio 2021, insieme ad altre organizzazioni culturali del territorio.
Ad un anno dalla detenzione del giovane ricercatore la nostra città si unisce al grido “Libertà per Patrick Zaki”.
«Abbiamo letto dell’iniziativa dell’ateneo di Unibo e abbiamo pensato che fosse importante metterla in atto anche qui, nella nostra città – spiegano i bibliotecari Christian Palladino e Marco Tricarico –. Così abbiamo contattato l’artista Costantini che ha subito acconsentito affinché utilizzassimo il suo disegno per stampare e posizionare le sagome di Patrick. Vogliamo, in questo modo, dare un messaggio importante che sia anche di conoscenza della situazione di un ragazzo come noi, e di un tema, quello della violazione dei diritti umani, ancora troppo attuale nel 2021. Queste sue sagome, posizionate in mezzo ai ragazzi che quotidianamente si recano in biblioteca per studiare, hanno una valenza molto forte: siamo tutti Zaki e vogliamo che lui torni presto in aula a studiare con i suoi compagni».
«Il giovane studente Patrick George Zaki, spirito intellettualmente libero, è vittima della storica lotta tra il potere che tende all’auto conservazione e la spinta giovanile all’emancipazione socio culturale, emancipazione cercata e anelata con intelligenza e sacrificio personale fuori dai confini del proprio paese con il proposito di riportare questo patrimonio al servizio della società quale contributo gratuito per amore del progresso. Libertà per Patrick George Zaki, solidarietà e libertà per tutte le vittime del potere costituito nel mondo» ha commentato l’Assessore alla Cultura, Antonio Cafaro.
Un appello accorato al quale si è unito anche il sindaco Michele Crisetti: «Una nazione non si può trincerare dietro la paura del cambiamento e continuare a violare i diritti umani e la libertà individuale. Nel ventunesimo secolo non si può essere detenuti ingiustamente per le opinioni politiche espresse sui social media. Per questo anche la nostra città chiede a gran voce che Patrick sia liberato».