Non sarà l’ultimo cambio: l’Italia resterà nel regime del doppio orario attualmente in vigore
Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 bisognerà portare nuovamente le lancette avanti di un’ora. Come ormai consuetudine l’ultima domenica di marzo torna l’ora legale. Ma sarà davvero l’ultimo cambio? Probabilmente sì… ma non per l’Italia.
Il Parlamento Europeo si era detto favorevole a sospendere la convenzione, deliberando che spetta ai singoli Paesi decidere quale fuso orario adottare.
Il termine ultimo per gli Stati membri UE di comunicare la propria decisione era stato fissato per aprile 2021, ma lo scoppio della pandemia ha dato priorità ad altre questioni, e dunque la scelta definitiva potrebbe slittare.
Ad ogni modo l’Italia ha già depositato a Bruxelles richiesta formale di mantenimento della situazione attuale, dicendo NO all’abolizione dell’ora legale, per sfruttare al massimo le ore di luce a disposizione e ridurre i consumi energetici. Ciò significa che manterremo il cambio orario due volte l’anno (a fine ottobre e a fine marzo).
Secondo quanto rilevato da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, nel 2020 i benefici dell’ora legale hanno determinato un risparmio pari a 400 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205 mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro. Le stime di Terna evidenziano che, per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti a partire da domenica 28 marzo, nei prossimi 7 mesi in Italia avremo positivi impatti per il sistema energetico dal punto di vista elettrico, ambientale ed economico.
L’ora legale resterà in vigore in Italia fino all’ultimo weekend del mese di ottobre, ovvero fino alla notte fra sabato 30 e domenica 31 ottobre 2021, quando porteremo le lancette indietro di 60 minuti e si tornerà all’ora solare.