“Spazio” Emotivo
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Dopo più di un anno dall’inizio di questo nuovo modo d’essere al mondo, iniziamo a constatare, con mano, quelli che sono gli effetti collaterali di questa chiusura forzata. Ciò che desta particolare preoccupazione, unitamente al disagio economico e sociale vissuto dagli adulti, è la condizione in cui versano i nostri bambini ed adolescenti.
Queste fasce d’età, così pesantemente colpite dalla mancanza di relazioni significative “reali”, manifestano, in maniera sempre più evidente, il disagio di essere soli e rintanati nelle proprie case, vissute contemporaneamente come limite e luogo sicuro.
Se da una parte vi sono i bambini, soprattutto i più piccoli, che desiderano fortemente ritornare tra i banchi di scuola, per riscoprire attraverso le routine quotidiane, l’affetto e la vicinanza dei compagni e dei loro insegnanti, dall’altra stiamo assistendo ad un ritiro sociale, particolarmente evidente, degli adolescenti.
Infatti, sembrerebbe che vi sia un atteggiamento di accomodamento rispetto a questo nuovo modo di interagire con la scuola ed i compagni stessi, un modo schermato in cui, nella relazione tra sé e l’altro, è interposto uno strumento.
Tale strumento consente ed ha consentito di mantenere un contatto con la realtà di sempre, quando le condizioni fisiche non lo consentivano, garantendo di adattarsi adeguatamente ai moltissimi cambiamenti a cui siamo andati incontro. Ma, sembrerebbe che da un’iniziale situazione di adattamento si sia passati ad una condizione di accomodamento. L’adattamento è quel processo attraverso cui la persona ritrova dentro di sé, quelle risorse necessarie per interagire funzionalmente e attivamente verso il proprio ambiente, mentre, intendo qui, l’accomodamento come quel processo in cui si risulta comoda una situazione subita dall’esterno.
Sembrerebbe essere più “comodo” fare scuola da casa o restarci evitando l’incontro con l’Altro. Ma cosa si cela dietro questo pensiero di comodità?
Dietro la comodità avvertita del fare didattica a distanza, o la paura di contrarre il virus, ho il timore che si nasconda anche, la paura d’entrare nelle relazioni con gli altri da sé. L’altro che sta diventando sempre più estraneo, sempre più distante, sempre più pericoloso, il quale resta più controllabile e gestibile se tenuto a debita distanza.
Eppure, in questo momento evolutivo, le relazioni e l’incontro con altro da sé è fondamentale nel percorso di crescita personale, nel percorso di strutturazione della propria identità. È chiaro che fuori di noi vi sono degli eventi non direttamente controllabili e sui quali è difficile intervenire, ma nell’ottica del benessere di ognuno, risulta fondamentale porre attenzione ai cambiamenti che possiamo apportare nel nostro piccolo mondo.
La famiglia e la scuola, oggi, si trovano a dover svolgere il proprio ruolo in maniera diversa e sicuramente più impegnativa, probabilmente la fatica oltre che lo stress, vissuto da tutti, ha fatto sì che molti degli interventi si spostassero sulla dimensione del fare, lasciando poco spazio alla dimensione del sentire e del contatto emotivo.
Ma è dove si consumano la maggior parte delle relazioni della giornata, che si può apportare un cambiamento attraverso la ridefinizione di spazi in cui poter prendersi cura, seppur a distanza, di aspetti quali la socialità, l’affettività e lasciar fluire quegli aspetti emotivi connessi al distanziamento, non solo fisico, da tutto ciò che è diverso da sé. Ho la sensazione che lasciare spazio al “come mi sento”, in questo momento, faccia molta paura, perché sembrerebbe prioritario non lasciarsi andare a sentimenti che potrebbero intralciare la resistenza.
Le emozioni in generale, purtroppo, troppo spesso vengono vissute come un ostacolo al fare e al fare bene, tuttavia la coloritura affettiva ed emotiva risulta di fondamentale importanza nella vita di ognuno.
Prendersi cura di questo aspetto, forse, appare come un compito oneroso, ma indispensabile, un compito fondamentale per ripartire, un compito che possiamo iniziare ad esercitare sin da subito.