Disturbi Specifici dell’Apprendimento: l’importanza della diagnosi per garantire il diritto allo studio secondo il proprio stile cognitivo
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Negli ultimi anni si è assistito ad un boom di diagnosi certificanti Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Ciò ha indubbiamente fornito la garanzia ai bambini e ai loro genitori del diritto ad essere tutelati circa il proprio benessere nell’apprendimento, tuttavia ciò può aver ingenerato confusione su cosa significhi: Disturbo Specifico dell’Apprendimento.
L’obiettivo di questo breve scritto è provare a fare un po’ di chiarezza in merito.
Cosa si intende per DSA?
I DSA sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare che tendono a manifestarsi con l’inizio della scolarizzazione.
In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia.
Si tratta, dunque, di una condizione in cui, in presenza di un’intelligenza nella norma, i bambini presentano delle difficoltà specifiche ed esclusive, nella letto-scrittura, nella comprensione e nel calcolo. Tale difficoltà nonostante possa essere migliorata attraverso delle attività di potenziamento, non può essere risoluta poiché le sue origini sono di natura biologica e strutturale.
È una modalità di apprendimento che necessita di particolari accorgimenti che si discostano dalla tradizionale modalità di fare scuola, ma che dovrebbe avvalersi di strumenti all’avanguardia con l’obiettivo di rispettare lo stile cognitivo di ognuno.
Come porre diagnosi di DSA?
Affinché si possa porre diagnosi di DSA è necessario effettuare un iter diagnostico, con professionisti qualificati, psicologi, medici e logopedisti, i quali, attraverso l’utilizzo di strumenti standardizzati e riconosciuti dalla comunità scientifica, procedono alla stesura del profilo cognitivo del bambino.
In questo percorso, verranno somministrate, innanzitutto, delle prove volte a valutare il Quoziente Intellettivo (Q.I.), e successivamente delle prove di livello, specifiche per età, che vadano ad indagare gli apprendimenti specifici: lettura, scrittura, comprensione e calcolo.
La Consensus Conference indica come strumento d’elezione per l’indagine del Q.I. le scale della Wechsler (WISC).
A seguito della valutazione, alla famiglia viene restituita una relazione contenente il profilo cognitivo, in cui si evincono le difficoltà specifiche, ma soprattutto le risorse di cui il bambino è detentore, fondamentali per poter pensare il percorso successivo da intraprendere. La relazione inoltre, contiene, gli strumenti compensativi e dispensativi utili, affinché il bambino possa vivere serenamente il proprio percorso scolastico e collateralmente incidere positivamente sulla sua qualità di vita.
La relazione può essere consegnata alla scuola d’appartenenza del bambino, affinché si possa stilare un Piano Didattico Personalizzato in cui vengono integrate sia le indicazioni proposte a seguito della valutazione, sia le informazioni provenienti, dal fondamentale strumento di cui gli insegnanti sono dotati, l’osservazione quotidiana.
Perché è importante effettuare un’accurata valutazione?
Spesso questi bambini/ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come “è intelligente ma non si applica”.
Ciò induce nel bambino un forte senso di frustrazione, un sentirsi non compreso, con incidenze negative e significative sull’autostima. Nei casi in cui non vi è una diagnosi, non è infrequente l’abbandono scolastico.
Dunque una corretta valutazione consente al bambino di sentirsi accolto e riconosciuto per ciò che è, e non per ciò che dovrebbe essere, migliorando, inoltre, il vissuto di percezione di sé e della scuola, non avvertita più come invalidante ed escludente, ma come un luogo che adatta il proprio metodo sulle esigenze di ognuno, riconoscendo come fondamentale il benessere dei bambini.
Cosa possono fare insegnanti e genitori?
Gli insegnanti redigono un PDP (Piano Didattico Personalizzato) in cui vengono indicati gli strumenti dispensativi e compensativi che il bambino dovrà utilizzare nel suo percorso scolastico.
Tali strumenti possono essere utili anche alla classe, pertanto possono essere estesi a tutti, evitando in tal modo la percezione d’essere “diversi”, ma favorendo un clima inclusivo in cui il sistema evolve e si modifica per includere ognuno.
I genitori potranno seguire le indicazioni riportate nella relazione ed eventualmente, avvalersi dell’aiuto di professionisti per fornire un continuum tra scuola e famiglia, ma soprattutto aiutare il bambino nel suo percorso di crescita consapevole.
La diagnosi così pensata, è quindi uno strumento attraverso cui, garantiamo al bambino, la possibilità di riappropriarsi secondo i suoi tempi e le sue modalità del senso della propria efficacia!