L’accapo tiene in stallo l’Amministrazione da un mese
Lo scorso 22 ottobre il Consiglio Comunale si è riunito nuovamente per la discussione dell’accapo che da ormai un mese tiene ‘congelata’ l’amministrazione Crisetti, ossia il Piano di recupero della zona industriale ex Gimpac.
Una seduta flash durata meno di un’ora che ha visto la sola presenza dell’opposizione e del neonato Gruppo Misto composto dai quattro consiglieri firmatari del duro documento politico di qualche settimana fa: Cappucci, Mischitelli, Gemma e Ciavarella. Assente il primo cittadino Michele Crisetti, che ha chiesto di non esaminare l’accapo in quanto privo dei fondamenti di legittimità – la dichiarazione, riportata dal Presidente del Consiglio, ha scaldato gli animi dell’opposizione e ha trovato un forte disappunto tra i consiglieri di minoranza che hanno espresso dubbi sulla legittimità di tale procedura.
“Il Gruppo Misto – ha dichiarato il consigliere Antonio Pio Cappucci – ha richiesto di attendere un ulteriore riscontro della Regione per verificare se si tratti effettivamente di una variante del PRG o di un semplice piano di recupero. Il Gruppo Misto è pronto a discuterne al più presto e assumersi le responsabilità in Consiglio Comunale. Un ulteriore passaggio della Regione come giustamente asseriva il capogruppo Gemma nel suo intervento servirà ad acquisire maggiori elementi tali da rendere la discussione valida e che tutto sia conforme dal punto di vista della legittimità tecnica dell’accapo, anche per poter svolgere al meglio le nostre prerogative di consiglieri comunali. Sappiamo che i tempi degli uffici regionali non sono brevissimi, per questo è il caso a nostro avviso fissare un contatto con i nostri interlocutori regionali per giungere ad una soluzione più celere possibile”.
Per quanto imbarazzati dall’assenza dei colleghi della maggioranza – come si è ben percepito nell’intervento del consigliere Gemma – e dopo aver precisato la propria posizione, ai quattro del Gruppo Misto non è rimasto quindi che abbandonare l’aula, tra i mugugni della minoranza, per far mancare il numero legale alla votazione.
Discussione quindi ancora rinviata in quanto l’Amministrazione si è riservata di acquisire il parere della Regione.
Gruppi Consiliari, dunque, ancora profondamente divisi su questo argomento (e non solo) con il Gruppo Misto che, forte di essere componente di “maggioranza in maggioranza”, chiederà più spazio all’interno dell’esecutivo, con Crisetti ancora incerto sul da farsi: sarà rimpasto o si continuerà a navigare a vista con gli stessi uomini di questi primi due anni?
Intanto il Movimento 5 Stelle con una nota ha duramente attaccato l’atteggiamento dell’amministrazione e del Sindaco in particolare: “Crisetti decide di disertare il Consiglio che aveva come unico accapo l’adozione del piano di recupero per la zona industriale-artigianale ex Gimpac. Recapita al Presidente del Consiglio una missiva per invitare lo stesso “a comunicare ai consiglieri proponenti ed all’intera assise che la proposta di deliberazione non può essere portata ad esame e votazione, per assenza dei fondamenti di legittimità”. Secondo il sindaco Crisetti – continua la nota – il parere negativo rilasciato dal Dirigente dell’Area III ing. Saverio Pio Longo è da ritenersi come preludio ad un provvedimento deliberativo inficiato da illegittimità”.
“Volere impedire la possibilità del confronto nella sede istituzionale è gravissimo! – ribadiscono i pentastellati e lanciano al primo cittadino una serie di interrogativi -. Premesso che è stata nostra preoccupazione raccogliere e studiare tutti i dati per dare il consenso all’approvazione di tale piano, compreso il confronto con tecnici competenti, vorremmo sapere dal sindaco: quali sono i motivi che rendono illegittima la proposta? Quali motivazioni adduce l’ingegnere Longo per esprimere parere contrario? Il suo Dirigente perché non mette nero su bianco e comunica le motivazioni del diniego alla ditta che ha presentato la proposta del piano di recupero? Quali approfondimenti o confronti, anche a livello regionale, sono stati eseguiti per arrivare a dare una risposta trasparente e in linea con le norme del nostro Piano Regolatore Generale? Quale sede più appropriata, il Consiglio Comunale, è indicata per fugare tutti i dubbi che ogni consigliere legittimamente può avere? Il piano di recupero è stato presentato da più di un anno, come mai non si è data una risposta nei tempi previsti dalla legge? Ci auguriamo che la discussione sul piano di recupero della zona industriale venga fatta al più presto e senza preconcetti o alchimie politiche di sorta, ma tenendo conto delle aspettative dei cittadini che hanno rispettato, a parere nostro, tutti i parametri e le normative previste”, chiude il comunicato del Movimento.