La scelta di un gruppo di giovani donne sangiovannesi del Comitato Biblionsgr: “Nessuna parità di genere raggiunta. Vogliamo gridarlo insieme”
Tappezzare di Stancil Art le strade cittadine nel giorno dell’8 Marzo per porre l’attenzione sui temi della parità di genere e della violenza sulle Donne, spesso e all’occorrenza al centro del dibattito soltanto nelle giornate tematiche o come coda opinionistica di fatti di cronaca, ma raramente davvero affrontati in maniera sistemica. L’iniziativa è stata ideata dal Comitato Biblionsgr, che si definisce come “un collettivo politico, apartitico, antifascista e transfemminista” composto da “persone comuni che vogliono essere una voce dissonante ma inclusiva nella nostra città”.
Gli Stencil (in pratica graffiti ottenuti con l’utilizzo di vernice spray su una maschera normografica) che i sangiovannesi stanno trovando in giro per la Città sono costruiti da un mezzo volto di giovani donne ma anche uomini con accanto una frase simbolo per la lotta dei movimenti femministi o della pressappochezza culturale con cui nella quotidianità si affrontano i discorsi sulla violenza delle donne. Si va così da “Se Toccano Una Toccano Tutte”, “Siamo Tutte Parte Lesa” al “Come Era Vestita”, “È stata solo una bravata” o “E Fattela una Risata” e “No Vuol Dire No”.
Infine il motto #LottoTuttoL’Anno, che sa sì di rivendicazione ma forse e prima di tutto da monito anche alle donne stesse, spesso forse non troppo convinte sostenitrici della propria causa durante la vita quotidiana.
Abbiamo deciso di muoverci in una data, quella dell’8 marzo, simbolicamente forte per manifestare in maniera decisa il nostro dissenso ed evidenziare le ingiustizie e l’ipocrisia che il genere femminile deve ancora subire anche nella nostra società considerata “civile”. No, non abbiamo raggiunto la parità di genere. Vogliamo gridarlo tutte insieme. Non la parità di genere, non la salariale, non quella per l’accesso alla salute pubblica, né per un’equa rappresentanza nella società, nelle cariche pubbliche. Figuriamo soltanto come meri numeri statistici di violenze e femminicidi. La giornata dell’8 marzo -come quella del 25 novembre- vogliamo sia un patio da cui urlare il nostro dissenso in quanto esseri umani. Stanche di retoriche vecchie e paternalistiche secondo cui la donna merita rispetto soltanto in quanto sorella, amica, figlia, madre, compagna, sposa. Noi non siamo e non dobbiamo sentirci subordinate a nessun essere umano di sesso maschile, ma siamo semplicemente persone.
Per questo abbiamo deciso di prendere parte ad una sorta di rivoluzione artistica contro il gender gap che fortemente ci asfissia. Ci mettiamo la faccia perché ognuna di noi è vittima, ognuna di noi è parte lesa.La nostra città ha visto consumarsi l’ennesima tragedia violenta poche settimane fa, se non negli istanti in cui scriviamo, a dimostrazione del fatto che nessuna di noi è salva. Chiunque potrebbe essere vittima, chiunque potrebbe essere carnefice. Non ci sentiamo protette, salvaguardate, rappresentate da uno Stato e da un paese che si commuove nelle giornate stabilite, mentre durante gli altri 363 giorni dell’anno, ci volta le spalle volgendo lo sguardo dall’altra parte. Siamo noi donne a dover prendere lo spazio che ci spetta senza aspettare inutilmente che siano altri donarcelo.
Riteniamo per ciò fondamentale la creazione di una rete d’ascolto, di un corridoio d’aiuto per tutte le donne che non possono permettersi di sostenere spese mediche e/o psicologiche; fare opera di educazione e rieducazione verso (soprattutto) il genere maschile; discutere di educazione sessuale e sentimentale, rape culture; tenderci la mano l’un l’altra perché nessuna di noi dovrà mai più camminare da sola.
Comunicato del Comitato Biblionsgr