Il mondo del lavoro tra dieci anni
A cura del dottor Antonio Pio Longo
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Nell’articolo di oggi faremo un salto nel futuro cercando di capire come cambierà il mondo del lavoro per ipotizzare quali professioni saranno più richieste nei prossimi anni e quindi quali ambiti di lavoro offriranno un “lavoro sicuro”. Faremo questa previsione tenendo conto delle variabili che oggi influenzano il contesto globale, infatti sono proprio le decisioni che prendiamo oggi che faranno il futuro.
Una di queste variabili non può non essere la pandemia da Covid-19, da cui faticosamente stiamo forse uscendo con profondi e duraturi danni sia a livello economico che della personalità umana. Paradossalmente la pandemia ha accelerato alcuni cambiamenti che stavano prendendo piede più lentamente come ad esempio lo smart-working oppure la formazione a distanza. Il che ha aperto nuovi scenari e ha permesso maggiore accessibilità sia alla formazione che al lavoro anche per chi ha più difficoltà a muoversi da casa e raggiungere fisicamente un luogo di lavoro, ad esempio. Nuove opportunità di poter lavorare “da casa” significano anche una decentralizzazione della forza lavoro che può restare a casa propria, magari al sud Italia, senza dover obbligatoriamente spostarsi al Nord Italia e viceversa.
È evidente che l’utilizzo della tecnologia sarà sempre più presente in tutti i campi della nostra vita e questo rappresenterà un’infinità di possibilità di lavoro per tutti coloro che si occuperanno di informatica, intelligenza artificiale, automazione, robotica, programmazione… Tecnologia e ricerca sono quindi aspetti trasversali ad ogni altra variabile perché forniscono il più delle volte quelle soluzioni che stiamo cercando e che sono necessarie.
Un’altra variabile è la longevità della vita umana che continua a crescere creando innumerevoli possibilità di lavoro nel campo della cura e assistenza della persona. Quest’ultimo aspetto della cura alla persona, sommato al potenziamento del sistema sanitario nato in risposta alla pandemia da Covid-19, che tanti difetti e mancanze ha fatto venir fuori, può dare un’idea delle immense opportunità che offrirà il mondo del lavoro in ambito socio-sanitario nei prossimi anni e spiega già oggi la forte richiesta di queste figure professionali quasi ovunque (OSS – infermieri domiciliari – assistenti sociali – psicologi – medici di base – caregiver).
Un’altra variabile, la variabile delle variabili, è quella della transizione ecologica che aprirà le porte a tante e nuove possibilità di lavoro che prima non c’erano e che oggi iniziano ad essere fortemente richieste e in continuo aumento, pensiamo a tutto il comparto della green-economy. Questa rappresenta probabilmente la sfida più grande a cui siamo chiamati a rispondere perché va a toccare la nostra stessa condizione umana di benessere e di sopravvivenza probabilmente aggiungerei, perché riguarda la nostra casa e madre: la Terra. È la sfida maggiore a cui dare attenzione perché richiede il coinvolgimento di tutte le componenti di una società: istruzione, educazione, formazione, sicurezza, innovazione e ricerca, lavoro.
Anche il mondo del lavoro dovrà adeguarsi e dovrà contribuire attuando e soprattutto anticipando queste variabili in termini di selezione e gestione delle risorse umane. Il tentativo deve essere sempre più quello di essere attraente per i futuri candidati offrendo condizioni di lavoro che devono contribuire in maniera decisiva all’aumento del benessere psico-fisico di tutti di lavoratori a tutti i livelli, perché dal mondo del lavoro dipendono tutte le variabili in gioco, infatti solo avendo un lavoro dignitoso è possibile sollevare le forze e le motivazioni di cui abbiamo bisogno per alzare i macigni che abbiamo davanti.