S.O.S. CAPRICCI… dai 2 ai 6/7 anni
A cura della dottoressa Valentina Turco
Psicologa clinica e psicomotricista in formazione
Siete davanti all’ascensore e tu hai premuto il tasto prima di lui, improvvisamente tuo figlio scoppia in lacrime disperato, oppure il fratellino ha mangiato un pezzettino della sua fetta di prosciutto, questo ha scatenato una crisi di pianto inarrestabile. Altro scenario: tua figlia sta giocando alle principesse, tu le ricordi che deve indossare il grembiule per andare a scuola ma lei vuole indossare il vestito da principessa, e anche qui parte un “classico” repertorio comportamentale caratterizzato da urla, pianto inarrestabile e disperazione.
Ma perché accadono queste crisi?
Nell’articolo precedente abbiamo provato a definire questi momenti del bambino come fisiologici episodi di disregolazione emotiva e comportamentale che si verificano in una situazione in cui il bambino ha un fortissimo desiderio di volere qualcosa o qualcuno e deve fare i conti con la frustrazione di non poterlo realizzare. Oggi vorrei approfondire con voi quali sono i processi alla base della crescita del bambino e la sua fase evolutiva.
Nella fascia d’età che va dai 2 ai 6/7 anni il cervello del bambino sviluppa importanti maturazioni neurologiche che comportano l’acquisizione di nuove competenze cognitive. Da un punto di vista anatomico compare la neocorteccia che inizia a svilupparsi gettando le basi per quel lungo processo di maturazione delle aree associative, movimento pensiero e linguaggio evolvono armonicamente contribuendo allo sviluppo psicomotorio.
A partire dai due anni il bambino acquisisce anche la competenza di rappresentazione mentale della realtà: inizia quindi a immaginare o pensare qualcosa che non è presente e non può né vedere né sentire, sviluppando pian piano il gioco simbolico e l’imitazione differita.
Intorno ai quattro anni il bambino entra nel periodo definito “preoperatorio” conquistando una tappa fondamentale nello sviluppo mentale poiché l’impulso ad agire viene pian piano anticipato da un ragionamento o da una riflessione sul contesto in cui si trova. Possiamo notare intorno a quest’età una nuova tappa di sviluppo anche nella motricità poiché la maturazione della neocorteccia rende possibili movimenti sempre più fini: il bambino pian piano impara a tenere una matita con la presa tridigitale, a ritagliare o a stare in equilibrio. In questa fascia di età si formano anche i primi giudizi personali: il bambino inizia a capire cosa gli piace, cosa vuole o cosa non vuole fare.
Tutti questi cambiamenti richiedono tanta fatica e questo lungo lavoro interiore spesso si traduce in un bambino totalmente ingestibile, compaiono fissazioni o ripetizioni (vuole indossare sempre la stessa maglietta, oppure fare sempre lo stesso gioco) crisi furiose e apparentemente incontrollabili, (fase universalmente riconosciuta come “i terribili due”). Tutto questo accade perché questo periodo è molto faticoso per il bambino, contraddistinto da sentimenti ambivalenti nei confronti del genitore poiché da una parte sente il bisogno di fare da solo ma dall’altro sente la necessità di chiedere aiuto quando non riesce. Inoltre, il suo pensiero è rigido e irreversibile, non è in grado di fare un ragionamento ipotetico deduttivo perciò non riesce a registrare gli stadi intermedi di un’azione. Infine, tutte le raffinate competenze di regolazione emotiva sono ancora molto immature, per questo quelle che per noi sono semplici situazioni, in lui scatenano intense attivazioni emotive e comportamentali di fronte alla perdita dell’oggetto desiderato.
Per terminare ritengo che sia molto importante conoscere gli stadi evolutivi della crescita di un bambino così da poter ammettere che certi comportamenti sono naturali seppur impegnativi da gestire.
Ricordiamoci che qualunque sia la motivazione che abbia scatenato la crisi nel bambino dobbiamo essere noi adulti a fornire la rassicurazione profonda di cui il bambino ha bisogno poiché il suo livello di sviluppo è tale per cui non riesce a ragionare più di così o a diminuire la sua attivazione emotiva, quando crescerà anche il suo cervello maturerà e pian piano queste crisi si ridimensioneranno.
Il bambino principalmente ha bisogno di tempo, calma e uno spazio sicuro, ciò che possiamo fare è accettare il bambino senza giudicarlo o criticarlo ma semplicemente ricordandogli qual è la differenza tra giusto e sbagliato oppure tra ciò che si può fare e ciò che non si può fare, avvalendoci di strumenti come il racconto o il disegno per narrare esperienze vissute così da poterle condividere con lui.