Scappare o vivere le vacanze?
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Da qualche giorno è iniziata l’estate, periodo atteso tutto l’anno e sul quale riversiamo spesso tutte le nostre aspettative affinché lo stress fisico e psichico accumulato durante le incombenze quotidiane e le difficoltà lavorative possa placarsi.
Ma scappiamo in ferie o ce le viviamo?
La differenza che può essere apparentemente sottile, ci racconta di quella che può essere una difficoltà vissuta da alcuni o da molti, associata proprio allo svolgimento della propria attività lavorativa. Se è vero che le ferie, sono tali proprio perché aiutano ad abbassare i livelli di stress percepito nel proprio lavoro, talvolta queste sono necessarie ad allontanarsi da quella che viene vissuta come una fonte di malessere, che risiede proprio nel lavoro. Potrebbe sembrare banale e scontato, ma in realtà nasconde un’insidia importante. Se le ferie rappresentano quel momento dell’anno in cui potersi divertire e rigenerare, ciò implica che dall’altra vi sia un tempo in cui tutto ciò non diventa possibile, pertanto dovremmo interrogarci sul perché il lavoro diventa sfiancante e non solo sulle motivazioni che rendono le ferie un momento rigenerante.
Adam Grant, psicologo e professore dell’Università della Pennsylvania, affermava che:
Se abbiamo la necessità di una vacanza per sperimentare una forma di benessere, sarebbe opportuno analizzare e valutare la qualità del proprio lavoro. Come ci fa sentire il lavoro che svolgiamo? Che tipo di emozioni ci suscita? Le ragioni che possono sottostare a questo tipo di esperienza sono diverse e possiamo rintracciare la loro origine nel sistema di credenze valoriali di ognuno, all’interno delle relazioni, nella modalità in cui si svolge, oltre che nei mancati bisogni realizzati e soddisfatti nel lavoro. Tuttavia, in questo, le implicazioni e le dinamiche personali svolgono un ruolo importante, anche se possiamo non averne piena consapevolezza o ignorarle.
Quando il lavoro viene vissuto come fonte di malessere, spesso si arriva ad agognare le vacanze, non più soltanto come fonte di divertimento o come nuova esperienza, ma come unica occasione per ritrovare il proprio benessere. Non è sano delegare alle ferie la propria salute psicologica, ma è necessario provare ad investire su di essa durante tutto l’arco dell’anno, individuando le ragioni del proprio malessere quotidiano e lavorativo, prendendosi cura di sé stessi e del proprio equilibrio psico-fisico ogni giorno, e non solamente in qualche frangente di tempo libero.
Nella nostra quotidianità è importante ricordare a noi stessi il valore del nostro benessere, tuttavia un ruolo importante deve essere svolto anche all’interno degli ambienti lavorativi, dove la cura delle persone, del loro tempo libero e del riposo deve essere parte della quotidianità. Occuparsi del benessere dei propri dipendenti dovrebbe valorizzare e premiare non solo il tempo della produzione e colmo di incombenze lavorative, ma tutelare anche i momenti di riposo, incentivando la presenza di occasioni di recupero anche al di fuori delle ferie programmate.
Prendersi cura dei propri dipendenti, garantendo un clima positivo e umano è il primo passo verso un clima di benessere che migliora non solo la salute psichica delle persone, ma anche la loro voglia di esserci e fare bene per sé e per la propria azienda.
Prenderci cura di noi stessi, coltivare le occasioni e il proprio tempo libero è il primo passo per ritrovarsi e migliorare la propria qualità della vita.
… vi auguro buone vacanze e buone ferie, affinché non siano solamente un momento di ricarica, ma un momento di condivisione in cui possiamo ritrovare e ripensare la nostra voglia di benessere quotidiano.
Saluti
Pamela Longo
Virtual…Mente con gli approfondimenti sulla psicologia curati da Antonio, Erika, Mauro, Pamela e Valentina torna dopo l’estate.