Dopo quattro mesi termina la riabiltazione dell’ex portiere della Juventus
“Si torna a casa, abbiamo vinto!“. Con queste parole di gioia, quasi liberatorie, il figlio di Stefano Tacconi, Andrea, ha commentato sui social la fine del percorso riabilitativo del padre in Casa Sollievo della Sofferenza.
Quattro mesi intensi, duri, durante i quali l’ex portiere di Juventus e Nazionale, ha dimostrato tutto il suo carattere e la sua determinazione nel vincere questa sua personale battaglia, dopo l’emorraggia cerebrale che lo aveva colpito un anno e mezzo fa.
Prima di partire, in compagnia della moglie Laura e del figlio Andrea, Tacconi ha incontrato tutti gli operatori in servizio dell’Unità di Medicina Fisica e Riabilitativa, intrattenendosi a salutare medici, infermieri, fisioterapisti e personale socio-sanitario.
«Stefano è un uomo forte – ha spiegato il primario Domenico Intiso –, ha affrontato il percorso riabilitativo con tanta tenacia. È stato da stimolo e da esempio per gli altri e i risultati si sono visti».
Durante questo periodo Tacconi ha ricevuto le visite di diverse delegazioni dei club Juventus sparsi nella provincia: da quello di San Giovanni Rotondo a Rodi Garganico, passando con loro anche intensi momenti conviviali che di certo lo hanno aiutato a sentirsi meno solo, con tantissime persone che lo hanno incontrato e sostenuto in questa lunga battaglia. Profondo anche il suo legame con Padre Pio: il campione ha anche visitato il convento e incontrato i frati cappuccini, rendendo omaggio a San Pio nella cripta della Nuova Chiesa.
«Ha colto sempre di buon grado anche il fatto che molti si avvicinassero per delle foto con lui o per scambiare due chiacchiere – ha sottolineato Michele Gravina, medico fisiatra, che lo ha conosciuto molto bene in questi mesi –. Questo suo lato umano è andato sempre migliorando nel tempo. Io con lui scherzavo molto sulle nostre differenti fedi calcistiche. Mi diceva sempre col sorriso: “a me che sono juventino proprio un medico interista doveva capitarmi?”».
Così Laura Speranza, moglie di Stefano: «Ringrazio tutti, l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, i medici, i fisioterapisti, gli infermieri, gli operatori socio sanitari, e i religiosi che ci sono sempre stati vicini. Voglio ringraziare tutti, nessuno escluso. Stefano tornerà a casa a Milano dove proseguirà la riabilitazione. Ma ci torna con una grande carica emotiva e fisica. A San Giovanni Rotondo abbiamo trovato veramente un mondo di emozioni, di aiuto, di forza. Sia da parte della scienza, sia da parte della fede, con Padre Pio, al quale, come sapete, siamo sempre stati molto devoti. Torniamo a Milano con tutto questo nel cuore e nella mente. Grazie».