Il caos dell’adolescenza

A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Nell’inquietudine del presente,
ripenso alla me bambina, non mi riconosco…
che nostalgia!
Non so ancora cosa e chi voglio essere,
sono terrorizzata dal futuro e da ciò che sarò!
Ti dono il mio caos, aiutami a trovarne il senso.
pensieri dall’adolescenza
Essere adolescenti è un compito evolutivo complesso, forse il più difficile da affrontare poiché mentre si lascia il più confortevole mondo dell’infanzia, ci si affaccia al futuro incerto dove il piacere della scoperta è accompagnato dal timore dell’ignoto.
Gli adolescenti di oggi, affrontano questa sfida in una maniera diversa ed insolita, perché lo stile genitoriale e quello delle relazioni affettive più profonde ha subito una radicale trasformazione, con un impatto sul modo di affrontare la sfida adolescenziale che non sempre sortisce un effetto positivo e funzionale. Piuttosto, la sofferenza sembra essersi acuita, ma risulta spesso inesprimibile attraverso il canale emotivo mentre vi è una buona capacità di rendere razionale quel caos percepito, che però non trova lo spazio necessario per essere vissuto. Spesso ciò che manca è l’interlocutore adatto in questa conversazione, che viene sostituito da genitori dialoganti che però rischiano di smettere il ruolo genitoriale e assumono quello che si avvicina ad uno più amicale. Sebbene, la possibilità di sentirsi accolti e compresi in ambito familiare rappresenti un porto sicuro, il rischio è che dal porto non si esca mai per paura di sperimentarsi nel mare aperto, che è la vita quotidiana fatta di successi ma anche di ostacoli e avversità, che si impara a superare solo quando ci si concede di affrontarli.
Ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi anni è stata una progressiva crescita della domanda d’aiuto posta da ragazzi e ragazze che vivono un importante disagio, che sanno a chi e come rivolgersi, ponendo interrogativi frutto di riflessioni, talvolta del dolore, e spessore personale ma che faticano ad accedere a quella sfera più intima e profonda dell’emozione che si è schermata dietro a uno spiccato intelletto. Dopo il Covid-19, la richiesta d’aiuto si è potuta esprimere in maniera più libera, come se l’evento di quella portata, potesse giustificare il disagio, che già c’era ma che si è potuto palesare senza troppo timore del giudizio. Lavorare con gli adolescenti è entusiasmante, è una costante apertura sul futuro con la possibilità di riguardare l’album del passato e scrivere quello del presente, al contempo però fornisce in tempo reale, una fotografia della trasformazione della società attuale che spaventa perché nell’accelerazione del cambiamento non mostra sempre la sua prontezza ad esserlo.
Gli adolescenti che, a tratti, si fanno portavoce, attraverso i loro sintomi del malessere generalizzato da cui noi tutti siamo affetti, fanno da cassa di risonanza sulla necessità di prenderci cura del nostro vissuto, della nostra persona, per poter prender parte in maniera vitale nel processo di cambiamento senza subirlo passivamente.
La richiesta di aiuto, fatta da un adolescente è sempre importante, esprime il bisogno di uno “spazio” per pensarsi e quando gli è fornito gli offre la possibilità di prendersi cura di quella sofferenza, aiutatolo a scoprire gli strumenti di cui dispone per essere l’adulto che desidera, contenendo le paure generate dal cambiamento.